Il Piano Case costa troppo opposizione all’attacco
Oggi in consiglio comunale la delibera sui canoni mensili per i residenti De Matteis: «Era meglio gestire insieme allo Stato le case provvisorie»
L’AQUILA. Costi per la gestione e la manutenzione degli alloggi del Progetto Case e Map «gonfiati ed eccessivi». L’opposizione in consiglio comunale raccoglie «l’allarme» di alcuni residenti nelle new town, per mettere in guardia il Comune sul piano economico-finanziario di massima realizzato dalla società Scs Consulting, con sede a Reggio Emilia, che agisce da advisor per conto del Comune sui costi di gestione e manutenzione degli alloggi provvisori. Piano che fa parte della delibera in discussione oggi in consiglio comunale insieme all’altra contestata novità: il canone di compartecipazione di 10 euro al mese che anche i proprietari di edifici ora inagibili dovranno pagare ogni mese al Comune. Un altro «bubbone», «che presto scoppierà tra le mani del sindaco» (gli altri sono aree bianche e casette di legno). A denunciarlo è una parte dell’opposizione con Giorgio De Matteis ed Emanuele Imprudente dell’Aquila città aperta, Daniele Ferella di Tutti per L’Aquila, Alessandro Piccinini del gruppo misto ed Enrico Verini di Fli. Conti e costi snocciolati punto per punto e che, per l’opposizione, sono «fuori da ogni ragionevolezza». In base ai calcoli della Scs «il giocattolo degli alloggi provvisori costerà circa 9 milioni l’anno», spiega De Matteis, «dal 2014 al 2017». Calcoli che costituiscono una «fantasiosa rappresentazione della realtà». Di questo e anche di altre questioni legate alla gestione degli alloggi provvisori si parlerà oggi in consiglio, dove sarà discussa una delibera di giunta. E l’opposizione promette battaglia. «Chiederemo il ritiro della delibera», anticipa Imprudente. I calcoli della Scs parlano di 8,9 milioni di spesa totale annua di gestione, nei quali è inclusa, tra l’altro, l’esternalizzazione di tre settori: pulizie (oltre 900mila euro l’anno); manutenzione (dai 992mila a un milione); gestione aree verdi (dalle 210mila alle 250mila euro l’anno). Un aspetto che manda su tutte le furie Ferella: «A cosa serve dotarsi di una società di gestione dei quartieri provvisori se poi i lavori vengono affidati a ditte esterne?». Non finisce qui. Anche per le altre voci «i costi elaborati dalla società sono esorbitanti», prosegue Imprudente, «e finiranno per pesare sui cittadini». De Matteis rivendica l’aver già più volte sollevato questa «gestione pazza». «La nostra idea è sempre stata quella di cercare la compartecipazione dello Stato nella gestione del patrimonio edilizio provvisorio». All’orizzonte ci sono le altre due «patate bollenti». Quanto alle aree bianche, attualmente 150 sono state commissariate dal Tar. Costo per il Comune: 15mila euro a commissario. (m.g.)
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