Il pm insiste: carcere. E Stati rifiuta il cibo
Procura contraria alla libertà. Dai legali ricorso al Riesame per incompetenza territoriale
L'AQUILA. La Procura insiste: ancora carcere per Stati e Angeloni, nessuna attenuazione per gli altri. «L'assunto accusatorio resta immutato, per tutti». Il gip deve ancora decidere sulla richiesta di libertà, ma dal carcere di Costarelle Ezio Stati comincia a rifiutare il cibo. «Inizio lo sciopero della fame perché sono detenuto ingiustamente. La mia è una battaglia per la legalità», urla il vecchio leone della Dc che parla attraverso il suo legale Antonio Milo. L'indagine non si ferma: interrogatori a raffica.
L'UOMO DEL DIAMANTE. Gran lavoro in Procura all'Aquila dove, per tutta la giornata, gli agenti della squadra Mobile di Pescara, in trasferta, ascoltano alcuni testimoni-chiave per cercare riscontri alle dichiarazioni rese nel corso degli interrogatori di garanzia dagli indagati della maxi-inchiesta su corruzione e ricostruzione.
Il primo a entrare nella stanza del sostituto procuratore Antonietta Picardi è Luca Mastroianni. Varca la porta con su scritto «istruttoria in corso: non bussare» e si siede da persona informata dei fatti. E comincia a raccontare tutta la storia dei suoi rapporti con gli Stati e Vincenzo Angeloni, col quale lo lega la comune militanza nella società di calcio Valle del Giovenco di cui è stato presidente. Si parla anche del famoso diamante (sequestrato insieme al tv color e all'automobile, i presunti doni scambiati per ricevere favori), che per l'accusa vale 15mila euro mentre per Daniela Stati meno di tremila. Mastroianni è indicato proprio dall'ex assessore regionale Stati, indagata nell'ambito dello stesso procedimento, come «gemmologo» e titolare di un negozio di pietre preziose. Mastroianni, allora, entra in scena nel momento in cui la stessa esponente Pdl lo cita nell'interrogatorio.
«Il mio compagno Marco Buzzelli», aveva detto la Stati due giorni fa, «aveva affittato un appartamento a un calciatore ma nessuno pagava l'affitto. Chi faceva parte della dirigenza del club era Luca Mastroianni, il quale ha un negozio di pietre preziose. Il mio compagno mi ha detto; ti vorrei fare un regalo perché ho conosciuto questa persona e mi darebbe l'anello con un brillante da un carato a solo 6mila euro».
L'anello, per la Procura simbolo della corruzione, per la difesa semplice saldo di affitti non pagati, sarebbe poi stato consegnato dall'ex deputato Vincenzo Angeloni a Ezio Stati per girarlo alla figlia. Da qui l'accusa del favore ricevuto come contropartita per entrare, attraverso Abruzzo Engineering, nei lavori da 1,5 milioni per progetti legati alla fase della ricostruzione. A Mastroianni è stato chiesto, in particolare, di riannodare i fili della vicenda dell'anello e, soprattutto, di ripercorrere i rapporti coi principali indagati. L'interrogatorio, cominciato al mattino, si protrae ben oltre l'ora di pranzo.
L'UOMO DI SELEX. A seguire, sempre negli uffici della Procura del nucleo industriale di Bazzano, si presenta anche Stefano Carlini. «Buongiorno», dice agli uomini inviati da Nicola Zupo, capo della Mobile di Pescara, «ho portato con me anche il computer portatile, potrà esserci utile». Il clima è sereno. Carlini, prima di rispondere alla raffica di domande, s'informa anche sul sistema di informatizzazione della Procura: «Sono messe in rete tutte le Procure d'Italia?», chiede a un poliziotto.
Ma chi è Carlini? Si tratta dell'uomo Selex, azienda nella quale riveste la carica di direttore operativo, che sta dentro al consiglio d'amministrazione di Abruzzo Engineering dal novembre 2009. Il 16 novembre, data dell'assemblea ordinaria dei soci presieduta dal presidente della Regione Gianni Chiodi, oltre all'approvazione del bilancio d'esercizio e alla firma definitiva del nuovo piano industriale, l'assemblea rinnova il consiglio d'amministrazione portandolo da 3 a 5 componenti.
Tra quelli di nuova designazione c'è proprio Carlini. Avviene, quel giorno, il passaggio del testimone tra Raffaele Marola e Francesco Carli. Scriveva, allora, Gianni Chiodi. «La Regione ha apprezzato la professionalità, la correttezza e la dedizione del presidente Marola che si è trovato a gestire l'azienda in un momento di particolare complessità gestionale, aggravata dal drammatico evento che ha sconvolto l'intera regione e in particolare il comprensorio aquilano; anche grazie al suo impegno, con la sigla del nuovo piano industriale approvato dall'assemblea dei soci, si apre per Abruzzo Engineering un nuovo scenario».
Tra gli ulteriori elementi di novità in materia di attività, si legge in una nota di Abruzzo Engineering, l'ordinanza 3820 del 12-11-2009 della presidenza del Consiglio dei ministri che, su apposita convenzione, darà mandato alla Soprintendenza dei beni culturali di avvalersi di Abruzzo Engineering nelle attività volte a «evitare maggiori danni ed eliminare situazioni di pericolo al patrimonio culturale, nonché per il recupero dei beni danneggiati dal sisma». Ecco le competenze in materia di Protezione civile su cui la Procura vuole vederci chiaro.
STORNELLI. Carlini ha preso il posto di un altro degli indagati eccellenti, Sabatino Stornelli, l'ingegnere marsicano trapiantato a Roma, già amministratore delegato di Telespazio e attuale amministratore di Selex Service Management spa del gruppo Finmeccanica. Anche lui, come Mastroianni, è stato presidente della squadra di calcio di Avezzano. Selex, che ha lavorato all'Aquila per il G8 e nella Marsica per alcuni lavori all'impianto di videosorveglianza dello stadio dei Marsi, attraverso la partecipazione in Abruzzo Engineering ha ottenuto numerosi affidamenti in tutto il territorio provinciale. A partire da quello sulla banda larga, già entrato nella sfera d'interesse della Finanza per il procedimento aperto dalla Corte dei Conti per l'ipotesi di danno erariale. A Carlini viene chiesto conto dei rapporti coi principali indagati, dei contratti conclusi da Abruzzo Engineering, del «peso» di Selex come partner industriale nella gestione della società in house, cioè «in proprio», della Regione. Carlini lascia il palazzo di giustizia solo nel tardo pomeriggio.
LA RABBIA DI STATI. Dalla Procura, alle 18, viene portato sulla scrivania del gip Marco Billi, che deve decidere sulla libertà, il parere sull'attenuazione delle misure cautelari. «Contrario», scrive il pm che, tra le motivazioni, adduce il fatto che l'assunto accusatorio resta immutato anche alla luce dei primi riscontri arrivati dagli interrogatori. Anzi, par di capire che alcune delle posizioni risulterebbero ulteriormente «appesantite» dalle parole dei testimoni. Stati, dal carcere, parla attraverso l'avvocato Antonio Milo, che lo assiste insieme ad Alfredo Iacone. «Rifiuto il cibo come forma estrema di protesta per una detenzione ingiusta per la quale nessuno è disposto ad ascoltarmi e a credermi. La mia è una battaglia per la legalità e per dimostrare l'innocenza mia e dei miei familiari. Mai fatto affari con nessuno. Mai avuto utilità». I legali impugnano l'ordinanza di custodia cautelare davanti al tribunale del Riesame. Primo motivo d'impugnazione: l'incompetenza territoriale.
L'UOMO DEL DIAMANTE. Gran lavoro in Procura all'Aquila dove, per tutta la giornata, gli agenti della squadra Mobile di Pescara, in trasferta, ascoltano alcuni testimoni-chiave per cercare riscontri alle dichiarazioni rese nel corso degli interrogatori di garanzia dagli indagati della maxi-inchiesta su corruzione e ricostruzione.
Il primo a entrare nella stanza del sostituto procuratore Antonietta Picardi è Luca Mastroianni. Varca la porta con su scritto «istruttoria in corso: non bussare» e si siede da persona informata dei fatti. E comincia a raccontare tutta la storia dei suoi rapporti con gli Stati e Vincenzo Angeloni, col quale lo lega la comune militanza nella società di calcio Valle del Giovenco di cui è stato presidente. Si parla anche del famoso diamante (sequestrato insieme al tv color e all'automobile, i presunti doni scambiati per ricevere favori), che per l'accusa vale 15mila euro mentre per Daniela Stati meno di tremila. Mastroianni è indicato proprio dall'ex assessore regionale Stati, indagata nell'ambito dello stesso procedimento, come «gemmologo» e titolare di un negozio di pietre preziose. Mastroianni, allora, entra in scena nel momento in cui la stessa esponente Pdl lo cita nell'interrogatorio.
«Il mio compagno Marco Buzzelli», aveva detto la Stati due giorni fa, «aveva affittato un appartamento a un calciatore ma nessuno pagava l'affitto. Chi faceva parte della dirigenza del club era Luca Mastroianni, il quale ha un negozio di pietre preziose. Il mio compagno mi ha detto; ti vorrei fare un regalo perché ho conosciuto questa persona e mi darebbe l'anello con un brillante da un carato a solo 6mila euro».
L'anello, per la Procura simbolo della corruzione, per la difesa semplice saldo di affitti non pagati, sarebbe poi stato consegnato dall'ex deputato Vincenzo Angeloni a Ezio Stati per girarlo alla figlia. Da qui l'accusa del favore ricevuto come contropartita per entrare, attraverso Abruzzo Engineering, nei lavori da 1,5 milioni per progetti legati alla fase della ricostruzione. A Mastroianni è stato chiesto, in particolare, di riannodare i fili della vicenda dell'anello e, soprattutto, di ripercorrere i rapporti coi principali indagati. L'interrogatorio, cominciato al mattino, si protrae ben oltre l'ora di pranzo.
L'UOMO DI SELEX. A seguire, sempre negli uffici della Procura del nucleo industriale di Bazzano, si presenta anche Stefano Carlini. «Buongiorno», dice agli uomini inviati da Nicola Zupo, capo della Mobile di Pescara, «ho portato con me anche il computer portatile, potrà esserci utile». Il clima è sereno. Carlini, prima di rispondere alla raffica di domande, s'informa anche sul sistema di informatizzazione della Procura: «Sono messe in rete tutte le Procure d'Italia?», chiede a un poliziotto.
Ma chi è Carlini? Si tratta dell'uomo Selex, azienda nella quale riveste la carica di direttore operativo, che sta dentro al consiglio d'amministrazione di Abruzzo Engineering dal novembre 2009. Il 16 novembre, data dell'assemblea ordinaria dei soci presieduta dal presidente della Regione Gianni Chiodi, oltre all'approvazione del bilancio d'esercizio e alla firma definitiva del nuovo piano industriale, l'assemblea rinnova il consiglio d'amministrazione portandolo da 3 a 5 componenti.
Tra quelli di nuova designazione c'è proprio Carlini. Avviene, quel giorno, il passaggio del testimone tra Raffaele Marola e Francesco Carli. Scriveva, allora, Gianni Chiodi. «La Regione ha apprezzato la professionalità, la correttezza e la dedizione del presidente Marola che si è trovato a gestire l'azienda in un momento di particolare complessità gestionale, aggravata dal drammatico evento che ha sconvolto l'intera regione e in particolare il comprensorio aquilano; anche grazie al suo impegno, con la sigla del nuovo piano industriale approvato dall'assemblea dei soci, si apre per Abruzzo Engineering un nuovo scenario».
Tra gli ulteriori elementi di novità in materia di attività, si legge in una nota di Abruzzo Engineering, l'ordinanza 3820 del 12-11-2009 della presidenza del Consiglio dei ministri che, su apposita convenzione, darà mandato alla Soprintendenza dei beni culturali di avvalersi di Abruzzo Engineering nelle attività volte a «evitare maggiori danni ed eliminare situazioni di pericolo al patrimonio culturale, nonché per il recupero dei beni danneggiati dal sisma». Ecco le competenze in materia di Protezione civile su cui la Procura vuole vederci chiaro.
STORNELLI. Carlini ha preso il posto di un altro degli indagati eccellenti, Sabatino Stornelli, l'ingegnere marsicano trapiantato a Roma, già amministratore delegato di Telespazio e attuale amministratore di Selex Service Management spa del gruppo Finmeccanica. Anche lui, come Mastroianni, è stato presidente della squadra di calcio di Avezzano. Selex, che ha lavorato all'Aquila per il G8 e nella Marsica per alcuni lavori all'impianto di videosorveglianza dello stadio dei Marsi, attraverso la partecipazione in Abruzzo Engineering ha ottenuto numerosi affidamenti in tutto il territorio provinciale. A partire da quello sulla banda larga, già entrato nella sfera d'interesse della Finanza per il procedimento aperto dalla Corte dei Conti per l'ipotesi di danno erariale. A Carlini viene chiesto conto dei rapporti coi principali indagati, dei contratti conclusi da Abruzzo Engineering, del «peso» di Selex come partner industriale nella gestione della società in house, cioè «in proprio», della Regione. Carlini lascia il palazzo di giustizia solo nel tardo pomeriggio.
LA RABBIA DI STATI. Dalla Procura, alle 18, viene portato sulla scrivania del gip Marco Billi, che deve decidere sulla libertà, il parere sull'attenuazione delle misure cautelari. «Contrario», scrive il pm che, tra le motivazioni, adduce il fatto che l'assunto accusatorio resta immutato anche alla luce dei primi riscontri arrivati dagli interrogatori. Anzi, par di capire che alcune delle posizioni risulterebbero ulteriormente «appesantite» dalle parole dei testimoni. Stati, dal carcere, parla attraverso l'avvocato Antonio Milo, che lo assiste insieme ad Alfredo Iacone. «Rifiuto il cibo come forma estrema di protesta per una detenzione ingiusta per la quale nessuno è disposto ad ascoltarmi e a credermi. La mia è una battaglia per la legalità e per dimostrare l'innocenza mia e dei miei familiari. Mai fatto affari con nessuno. Mai avuto utilità». I legali impugnano l'ordinanza di custodia cautelare davanti al tribunale del Riesame. Primo motivo d'impugnazione: l'incompetenza territoriale.
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