Il processo Grandi rischi raccontato in un libro “All’Aquila non è stata condannata la scienza”
Stefano Cianciotta (docente di Comunicazione della crisi aziendale all'universitá di Teramo) e Fabio Alessandroni (avvocato di parte civile al processo) presentano il loro lavoro "La condanna della commissione Grandi Rischi. Responsabilità istituzionali e obblighi di comunicazione nella società del rischio" nella Sala delle colonne della Camera dei deputati
ROMA. "Un libro che colma una lacuna nella descrizione degli eventi che hanno preceduto, accompagnato e seguito il simsa del 6 aprile 2009, compresa la riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo. In quell'occasione non si é processata la scienza e gli scienziati, ma il modo burocratico con cui le intelligenze italiane si sono prestate a una committenza politica che voleva minimizzare la paura degli aquilani e degli abruzzesi, da mesi sottoposti allo stress di scosse sempre crescenti". Così il direttore editoriale dei quotidiani locali del Gruppo L'Espresso, direttore del quotidiano Il Centro all'epoca del sisma, Luigi Vicinanza, ha commentato la sentenza che ha portato alla condanna di primo grado di sette persone, di cui sei componenti della Commissione Grandi Rischi nella sua composizione all'epoca della tremenda scossa, per omicidio colposo e omicidio colposo plurimo".
Un tema delicato, quello della comunicazione in situazioni di emergenza, che é stato affrontato questa mattina nell'aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma, in occasione della presentazione del libro "La condanna della commissione Grandi Rischi. Responsabilità istituzionali e obblighi di comunicazione nella società del rischio" (Società editrice Aracne di Roma) di Stefano Cianciotta (docente di Comunicazione della crisi aziendale all'universitá di Teramo) e Fabio Alessandroni (avvocato di parte civile al processo). La prefazione del libro è a cura del direttore del quotidiano il Centro, Mauro Tedeschini, mentre il caporedattore Giustino Parisse, tra l’altro testimone nel processo, ha scritto la post-fazione. Moderatore della tavola rotonda il già citato Luigi Vicinanza, direttore editoriale dei quotidiani locali del Gruppo L’Espresso.
"Nell'aula di giustizia non si è messa sotto accusa la scienza. Sono stati processati dei funzionari pubblici inadempienti, che non hanno usato le loro conoscenze per aiutare la popolazione a gestire il rischio", hanno dichiarato Cianciotta e Alessandroni spiegando come é nata l'idea di pubblicare un libro su questo tema. E da questo presupposto è cominciato un dibattito ruotato attorno al processo, atto di accusa alla comunicazione d'emergenza: la questione centrale é se i messaggi diffusi dagli esperti abbiano condizionato i comportamenti delle persone tanto da causarne lesioni psicologiche o la morte. Tante le testimonianze che si sono succedute. Oltre, tra gli altri, al sottosegretario Giovanni Legnini, il consigliere d'amministrazione della Rai, Rodolfo De Laurentiis, anche persone che hanno vissuto in prima persona il sisma. Come l'avvocato Piccinini (parte civile al processo), madre di una studentessa di Ingegneria morta sotto le macerie.
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