Il reparto di oncologia torna in attività

Tende e container per curare i pazienti, previsti anche 4 posti letto

 L’AQUILA. Un container utilizzato come laboratorio per la preparazione dei farmaci mentre in due tende, posizionate una accanto all’altra, è ripresa l’attività del reparto. Lì è stato riattivato anche il servizio di day hospital, con 4 posti letto, per i pazienti che devono sottoporsi alla chemioterapia. Per il reparto di oncologia si tratta di una “scommessa”, nata dalla necessità di venire incontro alle esigenze dei malati.

 Con l’attivazione del day hospital è dunque ripresa, anche se in forma decisamente ridotta rispetto a quaranta giorni fa, l’attività oncologica integrata. E il reparto sta anche predisponendo un pool di medici e infermieri che andrà ad operare negli ospedali della costa dove al momento si trova la maggior parte dei pazienti oncologici che fino al 6 marzo erano assistiti nella struttura del San Salvatore.

 «Prima del sisma avevamo 90 pazienti in trattamento chemioterapico» spiega Enrico Ricevuto, ricercatore oncologico. «Sappiamo che una quarantina di loro si trovano in strutture ricettive lungo la costa e che si sono appoggiati agli ospedali del posto. Ma considerato che abbiamo uno staff di tutto riguardo, che conta un gran numero di professionisti, abbiamo pensato di “sbarcare” sulla costa per fornire assistenza ai nostri pazienti. E lo faremo in totale sintonia con medici e reparti che operano negli ospedali in questione - a cominciare da quello di Giulianova - grazie anche all’intesa raggiunta tra l’assessorato regionale alla sanità, la Asl dell’Aquila e l’università».

 Insomma, l’oncologia si sta riorganizzando modulando la sua attività alle esigenze del momento. In quanto ai pazienti che non hanno lasciato l’Aquila, i quattro posti letto in day hospital (che potrebbero all’occorrenza diventare sei in accordo con la pneumologia) dovrebbero bastare per fronteggiare l’emergenza. Il tutto sapendo, però, che è la prima volta che si sperimenta il trattamento chemioterapico in tenda. Un trattamento, già in condizioni normali, decisamente pesante per i malati. «Forse» aggiunge Ricevuto «dal due giugno potremo riavere, nel quadro del parziale recupero della funzionalità dell’ospedale, qualche posto letto. Ma non si poteva aspettare oltre. Le tende sono dotate di condizionatori, abbiamo un ambulatorio attrezzatissimo, un container messo a punto grazie al lavoro della protezione civile, della Asl e del Cinbo(consorzio interuniversitario per la bio oncologia) e il nostro personale è tutto qui».

 Restando in tema di pazienti oncologici, c’è poi da aggiungere che sin dall’8 aprile (due giorno dopo il terremoto) è ripreso, sotto la guida del dottor Giampiero Porzio, il servizio di assistenza domiciliare garantito dall’associazione “L’Aquila per la vita”. Uno dei medici è stato “distaccato” sulla costa proprio per fornire l’assistenza necessaria ai pazienti che subito dopo il sisma hanno lasciato L’Aquila e che hanno trovato alloggio in alberghi e appartamenti. Gli altri medici si stanno invece occupando dei pazienti che si trovano nelle tendopoli.