Il sindaco di Sulmona in trasferta con il panino
Ranalli: «Chi amministra dia il buon esempio, ma basta caccia alle streghe: pasti frugali, niente auto blu e carte di credito per le spese di rappresentanza»
SULMONA. Dice di non avere una carta di credito per le spese di rappresentanza e che in trasferta riesce a far pranzare quattro persone con appena 12 euro. Il primo cittadino Peppino Ranalli, dottore commercialista e revisore contabile, afferma di far quadrare i conti. Soprattutto quando si tratta «di spendere soldi pubblici per spese di rappresentanza, in un momento in cui scontrini e cene in trasferta contribuiscono a mandare a casa le amministrazioni». E, sempre a suo dire, ha imposto «un regime di austerità anche ai suoi assessori. Niente auto blu, se non in caso di necessità, e pasti frugali».
«Lo scorso anno», spiega Ranalli, «per le spese di rappresentanza il Comune ha impegnato 2.800 euro a fronte dei circa 20 mila delle precedenti amministrazioni. Se il periodo è difficile, gli amministratori devono dare il buon esempio». E lo sa bene chi va in trasferta con lui.
Nelle scorse settimane, in occasione di un vertice a Roma per discutere della vertenza del call center 3G, la delegazione comunale, composta dal primo cittadino, dai consiglieri Luigi La Civita (Fi) e Roberta Salvati (Pd) e dall’autista del Comune, ha speso 12 euro per il pranzo. «Abbiamo mangiato un panino in autostrada», sottolinea il sindaco, «e non è per demagogia, ma si tratta di una condotta che caratterizza la nostra amministrazione. Io non ho una carta di credito, si anticipano le spese che poi vengono restituite previa presentazione di scontrini e ricevute. I miei assessori, quando vanno in trasferta, utilizzano le proprie automobili e anch’io vado spesso con la mia macchina che, non a caso, ha fatto migliaia di chilometri in pochi anni». Il Comune ha in bilancio un capitolo dedicato alle spese di rappresentanza che ogni anno, però, è sempre più magro. Scontrini, ricevute e fatture arrivano sul tavolo del segretario generale e alla ragioneria che provvede alla liquidazione. Prevista anche la pubblicazione sul sito. Il primo cittadino, però, frena sulla caccia alle streghe che imperversa dopo il caso dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino e dei suoi scontrini. «Non va bene generalizzare e puntare il dito contro tutto e tutti. È giusto che vengano rimborsate», rimarca Ranalli, «le spese sostenute dagli amministratori nell’esercizio delle loro funzioni, ma non bisogna approfittare. Stiamo svolgendo un ruolo pubblico, essere presenti in alcuni luoghi o manifestazioni è importante, ma lo si può fare anche senza mangiare in locali a 5 stelle. Dal momento del mio insediamento», conclude, «ho cercato di ridurre al minimo le spese di rappresentanza e questo è stato condiviso da tutta la giunta. Quando si va fuori per conto del Comune ci comportiamo in modo normale. E pranzare con un panino non mi sembra poi così anomalo». (c.b.)
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