«Il sisma un’occasione di rilancio»
Marrollo (Confindustria): economia in crisi, dobbiamo ripartire.
L’AQUILA. La situazione economica abruzzese è «drammatica» e L’Aquila è «in una condizione come quella della Berlino del dopoguerra». Lo ha affermato il presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Marrollo. Ma la ricostruzione, se ben gestita, può portare alla ripresa. I DATI. Ieri, infatti, nella sede di Confindustria, all’Aquila, è stato fatto il punto della situazione sul dopo terremoto fermo restando che il quadro economico regionale era preccupante anche prima. Dal rapporto emerge che nel 2008 il Pil pro capite dell’Abruzzo è stato inferiore a quello della media nazionale: 21.564 euro 26.278 euro. A livello provinciale il Pil pro capite più basso è stato quello della provincia dell’Aquila. Secondo Confindustria, vi sarà ancora un aumento esponenziale dell’utilizzo della cassa integrazione per le conseguenze del sisma.
LA RIPRESA. Il terremoto ha accentuato crisi ma può essere «un’occasione di rinascita per la città e per l’Abruzzo». Marrollo ritiene, infatti che, «la ricostruzione catalizzerà risorse ingenti paragonabili a un piano infrastrutturale di enormi dimensioni». Ha definito «interessante, ma anche insufficiente, per intensità degli aiuti, durata negli anni e tipologia la cosiddetta zona franca urbana mentre la nostra proposta era articolata in modo da creare uno status di vantaggio in termini di attrattività ai territori terremotati con un pacchetto di interventi straordinari: contributi, defiscalizzazione e decontribuzione per imprese e lavoratori, meno burocrazia».
IMPRESE. Anche il noto economista, Pino Mauro, ritiene che ci siano ampie possibilità di ripresa ma a una condizione: che le imprese della zona abbiano un ruolo importante a fronte dei dieci miliardi di danni stimati. «L’Aquila» ha detto il professore, «aveva già degli indicatori economici verso una caduta lenta e inesorabile». «Ma» ha aggiunto, «se mettiamo a disposizione dieci miliardi di euro scatta il “moltiplicatore” che può oscillare tra cinque e dieci e, in sintesi, può generare un reddito aggiuntivo che va dai 50 ai cento miliardi di euro. Gli stanziamenti governativi per il 2009/2010 sono di un miliardo di euro. Questo significa che possiamo passare alla “economia del terremoto”, purchè le imprese locali non svolgano una funzione marginale. Diversamente gli effetti moltiplicativi scatterebbero altrove e il processo di ricostruzione andrebbe molto a rilento».
CASTIGLIONE. Quasi 46 milioni sono stati destinati alla riattivazione delle imprese e ad attrarre nuovi insediamenti nelle aree terremotate: lo ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione, presente all’incontro. La somma è stata definita in sede di rimodulazione dei Por Fesr e attinta dagli 83 milioni previsti dall’Asse 5. «Confermati anche i 22 milioni per l’accesso al credito agevolato», ha aggiunto, «e cento milioni di euro di fondi Fas saranno disponibili in autunno per le attività produttive; 700-800 milioni del master plan si riverseranno sul territorio tramite delibera Cipe».
LA RIPRESA. Il terremoto ha accentuato crisi ma può essere «un’occasione di rinascita per la città e per l’Abruzzo». Marrollo ritiene, infatti che, «la ricostruzione catalizzerà risorse ingenti paragonabili a un piano infrastrutturale di enormi dimensioni». Ha definito «interessante, ma anche insufficiente, per intensità degli aiuti, durata negli anni e tipologia la cosiddetta zona franca urbana mentre la nostra proposta era articolata in modo da creare uno status di vantaggio in termini di attrattività ai territori terremotati con un pacchetto di interventi straordinari: contributi, defiscalizzazione e decontribuzione per imprese e lavoratori, meno burocrazia».
IMPRESE. Anche il noto economista, Pino Mauro, ritiene che ci siano ampie possibilità di ripresa ma a una condizione: che le imprese della zona abbiano un ruolo importante a fronte dei dieci miliardi di danni stimati. «L’Aquila» ha detto il professore, «aveva già degli indicatori economici verso una caduta lenta e inesorabile». «Ma» ha aggiunto, «se mettiamo a disposizione dieci miliardi di euro scatta il “moltiplicatore” che può oscillare tra cinque e dieci e, in sintesi, può generare un reddito aggiuntivo che va dai 50 ai cento miliardi di euro. Gli stanziamenti governativi per il 2009/2010 sono di un miliardo di euro. Questo significa che possiamo passare alla “economia del terremoto”, purchè le imprese locali non svolgano una funzione marginale. Diversamente gli effetti moltiplicativi scatterebbero altrove e il processo di ricostruzione andrebbe molto a rilento».
CASTIGLIONE. Quasi 46 milioni sono stati destinati alla riattivazione delle imprese e ad attrarre nuovi insediamenti nelle aree terremotate: lo ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione, presente all’incontro. La somma è stata definita in sede di rimodulazione dei Por Fesr e attinta dagli 83 milioni previsti dall’Asse 5. «Confermati anche i 22 milioni per l’accesso al credito agevolato», ha aggiunto, «e cento milioni di euro di fondi Fas saranno disponibili in autunno per le attività produttive; 700-800 milioni del master plan si riverseranno sul territorio tramite delibera Cipe».