«Imprese locali in crisi»
La Cisl: le nostre ditte estromesse dalla ricostruzione.
L’AQUILA. «Le aziende edili abruzzesi sono state lasciate fuori dalla ricostruzione post-terremoto. Di questo passo la crisi del settore diventerà ancora più pesante». A lanciare l’allarme il segretario della Filca-Cisl, Lucio Girinelli, e il segretario regionale, Pietro Di Natale. «Una crisi» sostengono «che avrà ripercussioni negative sul tessuto imprenditoriale e sull’occupazione». «Una crisi che non può essere gestita con gli attuali ammortizzatori sociali». La Filca Cisl pone l’accento sull’attuale fase di ricostruzione post-terremoto. E denuncia «l’estromissione delle ditte locali tenute fuori dal progetto. Nel dare il giusto riconoscimento alla Protezione Civile che ha gestito e sta gestendo egregiamente l’emergenza», sottolineano Girinelli e Di Natale, «dobbiamo, tuttavia, segnalare i problemi relativi alla ricostruzione in Abruzzo e al mondo del lavoro.
Oggi, all’Aquila, nei cantieri del progetto Case, Map e delle altre iniziative in corso, lavorano solo imprese provenienti da fuori regione, con qualche subappalto concesso a ditte abruzzesi, che operano con manodopera non locale e un numero troppo elevato di addetti di provenienza straniera». La Filca-Cisl è perentoria: «Per far rinascere la città e fornire un sostegno concreto agli aquilani bisogna ripartire dal mondo del lavoro, anche andando in deroga alle attuali normative. Bisogna mettere in campo iniziative che vadano nella direzione dello sviluppo, di nuove opportunità, in grado di incrementare l’occupazione locale, cercando misure a sostegno dell’imprenditorialità, con incentivi e fiscalità di vantaggio». Più controlli nei cantieri e il versamento dei contributi alla Cassa edile.
Queste alcune delle richieste avanzate dal sindacato: «Le imprese impegnate nella ricostruzione devono versare i contributi alla Cassa edile e utilizzare gli enti bilaterali in maniera piena e corretta per la gestione della formazione, della prevenzione e della sicurezza sui posti di lavoro, anche attraverso l’ausilio dei tecnici specializzati nel controllo dei cantieri». «Chiediamo con forza», concludono Girinelli e Di Natale, «l’apertura di un tavolo operativo, per attuare ispezioni e verifiche mirate sul rispetto delle normative contrattuali vigenti». Non ultimo l’appello a «coinvolgere nella ricostruzione del territorio le imprese abruzzesi, in particolare aquilane, che rappresentano un patrimonio qualitativamente e professionalmente alto. Un patrimonio costituito da piccole e medie aziende, che occupano tanti lavoratori oggi in cassa integrazione o disoccupazione, che da mesi aspettano un impiego stabile».
Oggi, all’Aquila, nei cantieri del progetto Case, Map e delle altre iniziative in corso, lavorano solo imprese provenienti da fuori regione, con qualche subappalto concesso a ditte abruzzesi, che operano con manodopera non locale e un numero troppo elevato di addetti di provenienza straniera». La Filca-Cisl è perentoria: «Per far rinascere la città e fornire un sostegno concreto agli aquilani bisogna ripartire dal mondo del lavoro, anche andando in deroga alle attuali normative. Bisogna mettere in campo iniziative che vadano nella direzione dello sviluppo, di nuove opportunità, in grado di incrementare l’occupazione locale, cercando misure a sostegno dell’imprenditorialità, con incentivi e fiscalità di vantaggio». Più controlli nei cantieri e il versamento dei contributi alla Cassa edile.
Queste alcune delle richieste avanzate dal sindacato: «Le imprese impegnate nella ricostruzione devono versare i contributi alla Cassa edile e utilizzare gli enti bilaterali in maniera piena e corretta per la gestione della formazione, della prevenzione e della sicurezza sui posti di lavoro, anche attraverso l’ausilio dei tecnici specializzati nel controllo dei cantieri». «Chiediamo con forza», concludono Girinelli e Di Natale, «l’apertura di un tavolo operativo, per attuare ispezioni e verifiche mirate sul rispetto delle normative contrattuali vigenti». Non ultimo l’appello a «coinvolgere nella ricostruzione del territorio le imprese abruzzesi, in particolare aquilane, che rappresentano un patrimonio qualitativamente e professionalmente alto. Un patrimonio costituito da piccole e medie aziende, che occupano tanti lavoratori oggi in cassa integrazione o disoccupazione, che da mesi aspettano un impiego stabile».