prATOLA PELIGNA
Imu e Irpef, continua lo scontro
La minoranza critica il primo cittadino in vista del consiglio
PRATOLA PELIGNA. Continuano a far discutere dati e cifre del bilancio in approvazione a Pratola. In vista della prossima assise civica, in programma venerdì, i consiglieri di minoranza della lista «Pratola innanzitutto Pratola sopratutto», Antony Leone e Antonio Di Nino attaccano nuovamente il primo cittadino: «Per capire i numeri del bilancio comunale non è necessario andare a lezione dal sindaco Antonio De Crescentiis».
Un esordio che la dice lunga sul clima che si andrà a respirare nella sede comunale, proprio in occasione del prossimo consiglio, durante il quale, si andrà ad approvare il bilancio di previsione.
«A Pratola, le aliquote Imu e Irpef sono al massimo», affermano i consiglieri che spiegano, «cresciute anche le aliquote per le seconde case e altri fabbricati, aumentata l’Imu per la prima casa e aumentata Irpef a tutti coloro che dichiarano oltre15mila euro, questi sono numeri frutto di una dura realtà che ci verrà proposta di approvare in consiglio comunale del 29 giugno e in questo non c’è nulla di demagogico e strumentale anzi, siamo molto preoccupati perché in tutto questo le spese di esercizio aumentano per oltre 300mila euro come da bilancio». Una invettiva al fulmicotone che si avvale anche di altri dati: «Non abbiamo mai parlato di saldo», continuano, «ma vogliamo rimarcare che al netto dei tagli dei trasferimenti dello Stato e le tasse imposte dalla giunta De Crescentiis, le imposte sono di gran lunga superiori. Inoltre, nonostante i pratolani, con grande senso civico differenziano i rifiuti, non c’è alcun beneficio in termini di risparmio della tassa Tarsu, che porta alle casse comunali 720mila euro a fronte di una spesa complessiva di circa 938 mila euro. Un sistema», proseguono, «che non regge con il maggior costo distribuito sulla collettività. Infine la pulizia per la nevicata del febbraio scorso, graverà sui bilanci comunali per una spesa che ad oggi ammonta ad oltre 100mila euro.
Federico Cifani
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