In 150 al pellegrinaggio per Celestino
Il vescovo Spina ha scoperto una targa in pietra con le parole di papa Benedetto XVI che tre anni fa sorvolò la zona
SULMONA. Più di 150 persone hanno voluto partecipare al pellegrinaggio all’eremo di Celestino V per celebrare la riapertura dell’area dopo tre anni di chiusura forzata e per il terzo anniversario della visita di papa Benedetto XVI in città.
La pioggia che ha caratterizzato quasi l’intera giornata, ha smesso di cadere poco prima delle cinque del pomeriggio. Quando fedeli e curiosi si sono radunati all’esterno della piccola chiesa della Santa Famiglia alla Badia. Stretti fra il belvedere e il sagrato, hanno assistito alla funzione officiata dal vescovo Angelo Spina.
«Il pellegrinaggio è sacrificio e la pioggia non ci fermerà», aveva detto il presule poco prima che cessasse di piovere. Terminata la messa è iniziato il lungo e silenzioso cammino verso l’eremo di Sant’Onofrio, gioiello architettonico del XIII secolo incastonato alle pendici del Morrone. Il silenzio e la meditazione sono stati interrotti solo dalla recita del rosario e dai canti, proposti dai tanti parroci della Diocesi di Sulmona Valva che non hanno voluto mancare all’appuntamento con la storia.
Fra loro anche un gruppo di stranieri, provenienti dagli Stati Uniti e anche una ventina di giovani che si apprestano a diventare salesiani. Proprio a loro è toccato il compito di scortare la croce fino all’eremo, con due lunghi serpentoni di persone sui lati del sentiero riaperto per l’occasione, dopo i lavori di messa in sicurezza sulla parte rocciosa e sulla cartellonistica, per la caduta di alcuni massi nel 2010.
Arrivati all’eremo, vescovo e sacerdoti hanno celebrato l’eucarestia. Prima di tornare a valle, infine, si è tenuta una breve ma toccante cerimonia sotto il piccolo chiostro per benedire una targa in pietra che riporta la frase che il papa in visita in elicottero pronunciò alla vista dell’eremo: “Sorvolando il vostro territorio ho potuto contemplare la bellezza del paesaggio e soprattutto ammirare alcune località strettamente legate alla vita di questa insigne figura, il Monte Morrone e l’Eremo di Sant’Onofrio, dove Pietro condusse per molto tempo vita eremitica e dove nel 1294 lo raggiunse la notizia della sua elezione a Sommo Pontefice avvenuta nel Conclave di Perugia e l’Abbazia di Santo Spirito, il cui altare maggiore venne da lui consacrato dopo la sua incoronazione avvenuta nella Basilica di Collemaggio a L’Aquila”. Ora tutti, dopo la riapertura del sentiero rimasto off-limits per più di tre anni, potranno tornare a visitare quei luoghi e vedere la targa in pietra, dove sono stati incisi anche passi dell’Omelia del papa in piazza Garibaldi del 4 luglio del 2010, oltre al ricordo del vescovo.
Federica Pantano
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