L'AQUILA

In 24 ore ritrovata la lampada votiva di San Bernardino da Siena

Ad accorgersi del furto un frate: subito le ricerche e il ritrovamento dell'oggetto sacro a casa di un 77enne che pare l'abbia pagata poche decine di euro

Qualche giorno fa la sparizione della lampada votiva in ferro battuto e rame sbalzato che, il 9 giugno del 1957, fu donata dalla Nobile Contrada dell’Aquila della città di Siena alla basilica monumentale di San Bernardino da Siena, dove riposano le spoglie del Santo venerato in tutta Italia. Ad accorgersi del furto, il frate custode della basilica, il quale avvisa subito i carabinieri. Immediata la risposta dei militari dell’Arma che, raccolta la segnalazione, mettono in campo gli specialisti del nucleo tutela del patrimonio culturale insieme agli investigatori della stazione carabinieri del capoluogo.

In breve, considerati tutti gli elementi investigativi raccolti, che vanno dalle testimonianze, alle immagini dei circuiti di sorveglianza e alla rete informativa imbastita sul territorio, è stato pianificato un intervento che ha portato, in meno di 24ore, al recupero della lampada votiva tanta cara ai fedeli e all’intera comunità dell’Aquila. Grazie alle immediate e mirate mosse fatte dalla task force scesa in campo, non è stato necessario allontanarsi dalla città e nemmeno tanto dal luogo dove nasce l’edificio religioso. Difatti, la lampada è stata ritrovata a poche centinaia di metri dalla basilica, nella disponibilità di un 77aquilano che l’avrebbe ottenuta dietro il compenso di alcune decine di euro. Identificato anche il presunto autore del furto. Si tratta di un 45enne, anch’esso aquilano, che, armato di fredda determinazione e camuffato solamente da un copricapo scuro, aveva visto bene di agire durante la scorsa mattinata approfittando di un momento di assenza di visitatori tra le navate laterali della chiesa dove era esposta la lampada votiva. Lo stesso manufatto, che stringe in un unicum L’Aquila e Siena, con incise parole di fraterno rispetto tra aquilani e senesi, tanto prezioso quanto rappresentativo e simbolico per entrambe le città, era stato, pochi giorni prima del furto, riposizionato nella navata dopo un restauro avvenuto per volontà della stessa contrada senese che ne fece dono nel lontano 1957.

Ora, le due persone individuate dovranno rispondere, ciascuna per le proprie responsabilità, qualora confermate in sede processuale, delle accuse di furto e ricettazione. Reati per i quali è stata subito informata la procura della Repubblica dell’Aquila che coordina le indagini.