In arrivo altre due antenne Residenti contro Comune
Critico il consigliere d’opposizione Santomaggio: «La città è allo sbaraglio» L’installazione dei nuovi impianti a Paterno e nella zona di Borgo Pineta
AVEZZANO. Non si sono ancora placate le polemiche per l’installazione dell’antenna per la telefonia mobile nel campo dei ferrovieri che ne arrivano già altre due. È imminente, infatti, la messa in opera di un’altra antenna, questa volta del gestore Wind, che sarà sistemata nella frazione di Paterno e di un’altra che dovrebbe essere collocata, invece, nella zona di Borgo Pineta. Come già per l’antenna della Vodafone di via Monte Viglio, anche per quella di Paterno la società, alcuni mesi fa, aveva presentato la domanda per l’autorizzazione ricevendo poi il via libera dell’Arta e dell’Asl. «In città si va allo sbaraglio», ha commentato il consigliere comunale d’opposizione Mariano Santomaggio. «La mancata adozione di un piano, che tra l’altro io avrei condiviso, per l’installazione delle antenne sta creando tutto questo. In queste vicende il Comune non può dire di no, ma può indicare delle zone che siano però lontane dalle abitazioni e dalle scuole. Quest’amministrazione, sempre più distratta, non si è fatta carico di creare un piano ad hoc che potesse consentire alle società di installare le proprie antenne in terreni, magari anche comunali, con in cambio qualche introito che non guasta». Le nuove antenne stanno facendo discutere non solo per la collocazione, ma anche per l’iter avviato più di sei mesi fa che nessuno ha mai bloccato. Del resto, i Comuni possono solo prendere atto della richiesta delle varie società della telefonia mobile e verificare che ci siano tutte le autorizzazioni. «Tutti, ormai, usiamo i cellulari ed è chiaro che c’è bisogno di nuove antenne», ha precisato Alfredo Chiantini, avvocato ed ex amministratore, in una lettera aperta inviata a chi oggi amministra la città. «È il prezzo che dobbiamo pagare per avere la tecnologia mobile a portata di mano. Mi permetto, però, di obiettare sulla scelta dei siti. Non è possibile dire sì alla collocazione di un’antenna, alta 25 metri, nel mezzo di un campetto di calcio che, seppur privato, è stato finora il luogo di svago di moltissime persone. Che città immaginano i nostri amministratori? A che tipo di sviluppo urbano pensano? Del resto, spostandolo di soli 30 metri il palo sarebbe sicuramente meno impattante. So bene che i problemi sollevati dalla localizzazione di queste antenne, sgradite ai residenti, sono complessi, ma», conclude, «è opportuno affrontare questi temi con molta trasparenza e flessibilità».
Eleonora Berardinetti
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