In consiglio comunale sfiorata la rissa
Seduta carica di tensione sulla gestione del Piano Case, alla fine si trova un accordo sulla costituzione di una nuova società
L’AQUILA. Dopo una seduta «rovente», non solo per le altissime temperature della nuova sala consiliare a Villa Gioia, ma soprattutto per gli accesi scontri tra maggioranza e opposizione, finiti quasi a rissa, è stata approvata ieri pomeriggio dal consiglio comunale la delibera relativa al nuovo modello gestionale degli alloggi del Progetto Case e dei Map. A scaldare gli animi la cifra totale del costo di gestione richiesta per sostenere la nuova società pubblico/privata che dovrebbe occuparsi delle new town: 9 milioni all’anno. Una cifra «inammissibile» secondo la minoranza in consiglio, soprattutto se messa a paragone con quella della precedente delibera del 29 dicembre 2011, in cui si prevedeva l’affidamento completamente a un privato con un bando europeo: 4 milioni e 400mila euro. Senza contare che oggi la gestione affidata dalla Protezione civile alla Manutencoop con contratto Consip ammonta a poco più di due milioni. Uno scarto di quasi 5 milioni che secondo l’opposizione «ricadrà sugli stessi cittadini». Il nuovo documento è giustificato, per la maggioranza, invece, dalla possibilità di riassorbire nella nuova società i lavoratori in esubero delle ex municipalizzate. A mettere d’accordo le due parti un maxi-emendamento, studiato a seguito di una sospensione dei lavori di mezz’ora richiesta, a fine mattinata, dalla minoranza e concessa dal presidente del consiglio Carlo Benedetti dopo una rissa verbale con vari improperi, con il capo dell’opposizione Giorgio De Matteis.
Pochi accorgimenti che sembrano aver messo d’accordo tutti. La delibera tornerà in consiglio per il piano economico depurato da «voci non coerenti con l’azione amministrativa»; il personale in esubero delle partecipate verrà ricollocato nella nuova società che gestirà il Progetto Case; dovranno essere accelerate le procedure per destinare gli alloggi tornati vuoti a studenti, giovani coppie e operai impegnati nella ricostruzione. Nel maxi-emendamento è confluito anche un ordine del giorno presentato dal Pd, nel senso di prevedere una partecipazione pubblica in quota di maggioranza. La delibera è stata approvata con 15 voti favorevoli e 10 di astensione. Tra questi Ettore Di Cesare (Appello per L’Aquila), il quale ha spiegato, in una nota: «Non sarebbe meglio affidare in appalto il servizio a un soggetto esterno? Perché creare un nuovo carrozzone e quindi nuovi costi per affitti, cda e via discorrendo, a carico degli abitanti di Case e Map?». In realtà uno dei motivi principali addotti dall’amministrazione è la volontà di ricollocare i lavoratori in esubero di altre società partecipate (Sed e Centro turistico Gran Sasso, in particolare). Mantenere tali lavoratori alle rispettive società comunali, tuttavia, costa «1,6 milioni di euro all’anno, che gravano sull’intera comunità. Buttali via».
Soddisfatto l’assessore al Patrimonio Alfredo Moroni: «Si prevede un partenariato pubblico-privato, di tipo istituzionale e nel rispetto dei parametri comunitari, attraverso l’affidamento a una società attualmente partecipata dal Comune, da selezionare tramite una procedura di evidenza pubblica. Sulla base della delibera è demandata all’amministrazione, anche con l’ausilio di un servizio di advisor o per mezzo di idonei consulenti, la definizione del piano economico-finanziario, oltre a quella degli atti di gara e di un piano di azione. Ai fini della gestione, verrà comunque prevista la possibilità di compartecipazione alla copertura economico-finanziaria dei costi del servizio da parte dell’amministrazione comunale, in favore di assegnatari degli alloggi appartenenti a fasce sociali deboli o a categorie svantaggiate». Intanto, nel documento, si prevede una spesa media da parte degli abitanti delle Case di 2,08 euro al metro quadrato e per i Map di 1,9 euro.
PAGANICA. La frazione avrà un centro sanitario, come previsto da un protocollo d’intesa sottoscritto nel 2010 dal Dipartimento di Protezione civile, dal Comune dell’Aquila, dall’Amministrazione dei beni di uso civico di Paganica e San Gregorio, dall’Asl, dalla X Circoscrizione e dalla Onlus «Salviamo Paganica». Il consiglio ha approvato all’unanimità la delibera, di cui era relatore l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, sulla variazione di destinazione d’uso di alcuni terreni di Paganica per la realizzazione del centro.
Michela Corridore
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