Incendi all'Aquila, si rafforza la pista degli inneschi dolosi / VIDEO
Dieci mezzi aerei e 220 uomini impegnati con l'esercito per l'emergenza roghi che assedia la città da tre giorni
L'AQUILA. Sono in corso le indagini dei carabinieri forestali dell'Aquila sugli incendi scoppiati nelle frazioni di Arischia e Cansatessa. Si rafforza l'ipotesi Prende degli inneschi di origine dolosa, per le modalità e i tempi di propagazione delle fiamme, ma non c'è conferma da parte di inquirenti e protezione civile r egionale, che mantengono il massimo riserbo. Il fuoco su entrambi i fronti, Arischia e Cansatessa, è partito nelle ore più calde della giornata, dall'alto e in posizioni tali che le fiamme potessero sfruttare l'effetto incanalamento delle valli, aiutate a propagarsi dal vento incessante, viene sottolineato.
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Dieci mezzi aerei e 220 uomini impegnati. Sette canadair, tre elicotteri, 80 Vigili del Fuoco, 40 militari del IX Reggimento Alpini, 70 volontari di protezione civile, 30 dipendenti comunali e 4 pattuglie della Polizia municipale in azione da stamani sui fronti degli incendi che stanno colpendo la zona ovest dell'Aquila e che, pur essendo monitorati e controllati, destano preoccupazione tra operatori e cittadini. A censire le squadre di lavoro sul fronte c'è l'unità di crisi locale dei vigili del fuoco dei comandi di Teramo e L' Aquila. Il Comune ha censito, attraverso il Coc (Centro operativo Comunale) 13 famiglie a ridosso della linea del fuoco che potrebbero essere spostate in alloggi provvisori in caso di minaccia reale alle abitazioni. A fare il punto della situazione è il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, che ha appena effettuato un primo sopralluogo a Cansatessa, per poi recarsi al comando regionale dei Vigili del Fuoco. «Le energie in campo sono straordinarie e la mobilitazione è ampia e sentita. I dipendenti comunali dalle 6 hanno ripreso a lavorare sulla linea tagliafuoco - spiega il sindaco - mentre abbiamo completato il censimento delle famiglie che risiedono a ridosso dei punti critici nel caso dovesse rendersi necessaria un'evacuazione. Anche in questo caso siamo pronti a intervenire con abitazioni sostitutive. Lo sforzo è enorme e il contatto con le sale operative di Vigili del Fuoco, Regione e Prefettura è costante. Purtroppo le condizioni climatiche e il territorio impervio non favoriscono l'attenuazione del pericolo»
Venerdì, è arrivato anche l'esercito all'Aquila, per dare sostegno alle operazioni di spegnimento delle fiamme su un fronte di fuoco di circa 500 metri di lunghezza. Gli uomini del Nono Reggimento Alpini dell'Aquila, sono stati inviati dalla prefettura su richiesta della Protezione Civile regionale e stanno impiegando i grandi mezzi per contenere il fronte di fuoco
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Venerdì 31 luglio. Paura neri centri abitati, a Pettino il fuoco è arrivato a ridosso delle case. A Cansatessa, i Canadair stanno scaricando dietro la collina e in via delle Gazzetelle, un professionista che risiede sulla strada della frazione aquilana è stato invitato a uscire dalla sua abitazione. Le squadre di soccorso sono salite fin sotto i piloni dell'alta tensione. Il grosso del fronte di fuoco è dietro.
Parco, in fumo cento ettari. «Nel rogo di Arischia sono andati in fumo circa 100 ettari di bosco di Pino nero, frutto di un rimboschimento effettuato negli anni Trenta. Questa mattina il rogo è stato in pratica risolto. Si tratta di una zona A2 del parco quindi a cavallo dei confini. Abbiamo già capito il punto di innesco l'orario e il luogo da dove è partito l'incendio. Ora però ci dà più problemi incendio di Cansatessa che è comunque fuori dal parco». Così il presidente del Parco Nazionale Gran sasso Laga Tommaso Navarra spiega cosa sta succedendo nell'aquilano. «Su Arischia» chiarisce «ci siamo fatti le idee chiare, in quella zona non abbiamo avuto problemi col Parco, c'è una forte tradizione di protezione della natura».
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