Inchiesta Roccaraso, il processo va avanti

Il processo a carico di Massimiliano Mancini, il poliziotto abruzzese che indagò sul sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, morto suicida in carcere nel 2004

ROCCARASO. Il processo in corso a Campobasso a carico di Massimiliano Mancini, il poliziotto abruzzese che indagò sul sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, morto poi suicida in carcere nel 2004, va avanti e non subisce una battuta d'arresto. In apertura dell'udienza di questa mattina infatti le parti - accusa, difesa e parti civili -  hanno prestato il loro consenso al rinnovamento del collegio giudicante, un passaggio questo dovuto al pensionamento, avvenuto alla fine dello scorso anno, del giudice Mario Iapaolo.

L'avvenuta modifica consentiva alle parti di non dare il via libera alla prosecuzione causando così l'azzeramento del processo e rendendo nulle tutte le udienze fin qui celebrate, ma questo rischio è stato dunque scongiurato. Superata questa fase è proseguito l'esame dell'imputato.

Per ore Massimiliano Mancini, che è accusato di abuso d'ufficio (il processo si tiene in Molise perché nella vicenda fu coinvolto un magistrato) ha risposto alle domande degli avvocati e non sono mancati, come del resto anche in passato, momenti di tensione. "Nelle informative inviate alla procura - si è difeso il poliziotto - abbiamo sempre riportato quello che veniva fuori dai nostri accertamenti, e niente altro. Abbiamo sempre seguito le indicazioni del pm, è chiaro che in una indagine così complessa e così grande qualcosa può sfuggire. Io mi difenderò fino alla morte. Sono stato leale".

Mancini secondo l'accusa avrebbe ingigantito gli elementi a carico del sindaco e manipolato gli atti che portarono poi all'arresto di Valentini.

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