Incidente per un guard rail che sporge La Cassazione: "L'Anas risarcisca i familiari"

Dopo una battaglia legale durata 17 anni i familiari di un fornaio saranno risarciti dall’Anas perchè l’incidente fu causato da un guard rail che sporgeva sulla statale 17

L'AQUILA. I familiari di un fornaio, Cesare Visconti morto in un incidente stradale nel 1994, hanno vinto la loro battaglia legale durata 17 anni: saranno risarciti dall'Anas perchè l'incidente fu causato da un guard rail che sporgeva sulla statale 17 vicino a San Gregorio. Lo ha deciso la Cassazione.

Cesare Visconti morì nel furgone che si schiantò contro il guard rail posizionato in maniera giudicata pericolosa. Per effetto dell'urto la lamiera trapassò l'abitacolo uccidendo il 60enne di San Demetrio. Fu avviato un procedimento per ottenere il risarcimento dei danni ma sia in primo grado che in Corte di appello l'Anas non fu ritenuta responsabile in quanto si partiva anche dal presupposto che non è possibile controllare tutta la rete viaria vista la sua dimensione.

Con una sentenza rivoluzionaria la Cassazione ha stravolto l'orientamento usuale che poggiava sulla impossibilità della sorveglianza. I giudici, infatti, hanno affermato che la responsabilità della custodia, prevista dall'articolo 2051 del codice civile, si applica a tutti i gestori di strada aperte al pubblico transito con riferimento a situazioni di pericolo legate alla struttura o alle pertinenze. L'articolo afferma che «Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che si provi il caso fortuito».

«La funzione del guard rail» scrive la Cassazione, «è di impedire al conducente di uscire di strada. Rispetto a tale funzione non può essere considerata una condotta abnorme quella del conducente che impatta contro il guard rail il quale è posto funzionalmente ad attutire le conseguenze di impatti violenti». Ne consegue che la barriera non era adeguata ad assolvere la sua funzione.

La Cassazione ha poi ordinato alla Corte di appello di liquidare un risarcimento ai familiari della vittime rappresentati dall'avvocato Dario Visconti. Una situazione, questa, che come dinamica sembra somigliare a quella che il 6 aprile ha provocato la morte delle due ragazze di Scoppito, Pamela Mattei e Maria Grazia Rotili visto che il guard rail è penetrato nell'abitacolo della loro auto uccidendole.

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