Ingiusta detenzione: per il caso Strassil si torna in Appello
L’AQUILA. Una vertenza infinita quella fra Carlo Strassil, ingegnere romano di 78 anni, e il ministero delle Finanze in relazione al risarcimento danni per ingiusta detenzione. La vicenda era già...
L’AQUILA. Una vertenza infinita quella fra Carlo Strassil, ingegnere romano di 78 anni, e il ministero delle Finanze in relazione al risarcimento danni per ingiusta detenzione. La vicenda era già approdata, nel 2022, in Cassazione, che aveva annullato una prima decisione della Corte d’appello dell’Aquila in quanto la somma risarcitoria fu considerata troppo bassa (6.000 euro). La Corte d’appello nel 2023 si era di nuovo pronunciata ma anche questa seconda decisione è stata oggetto di ricorso in Cassazione. I giudici della Suprema Corte pochi giorni fa l’hanno di nuovo annullata rimandando gli atti in Appello per una terza decisione. La prima sentenza della Cassazione (2022) affermava che l’ordinanza di secondo grado (2019) andava «annullata con rinvio alla Corte di appello dell’Aquila, affinché, previa valutazione delle specificità, positive o negative, del caso di specie, valuti l’opportunità di integrare o meno il risultato del calcolo, rivalutando i profili lavorativi e considerando altresì gli eventuali ulteriori pregiudizi (se adeguatamente documentati), al fine di rendere la decisione più equa possibile». Dunque si torna alla Corte d’appello dell’Aquila. Strassil era stato coinvolto in un’indagine della Procura su appalti “sospetti” nell’ambito della ricostruzione post sisma ed era finito ai domiciliari dal 26 ottobre al 20 novembre 2012. Alla fine però era stato prima prosciolto da alcune delle accuse e poi assolto da altre perché «il fatto non sussiste». Da qui la richiesta di risarcimento danni per l’ingiusta detenzione, nonché per il «pregiudizio subito da Strassil per effetto della pubblicazione della notizia dell’arresto su vari organi d’informazione». (g.p.)
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