Inseguì e filmò l’orsa Bambina, la Procura lo manda a processo 

Il 62enne risponde di maltrattamento di animali per aver spaventato il plantigrado e il suo cucciolo Episodio nel giugno 2023, prima udienza il prossimo febbraio. Per l’accusa ha stressato gli animali

ROCCARASO. Aveva inseguito l’orsa Bambina e il suo cucciolo in auto immortalando la scena per poi pubblicarne il video sui social. Protagonista della vicenda è G.C., 62enne di Rivisondoli, che è stato citato in giudizio dalla Procura di Sulmona per maltrattamento di animali. L’uomo dovrà presentarsi davanti al giudice il prossimo 10 febbraio per la prima udienza del processo. I fatti, avvenuti a Roccaraso, risalgono al 27 giugno 2023. Secondo l’accusa l’automobilista aveva inseguito e filmato con il cellulare l’animale e uno dei suoi cuccioli, «determinando condizioni di stress con cambiamenti significativi delle condizioni fisiologiche ed etologiche del plantigrado». Atteggiamenti questi, sempre secondo l’imputazione, «potenzialmente idonei a cagionare pericoli per l’esemplare e per l'incolumità pubblica». Il 62enne era stato identificato e denunciato dai carabinieri forestali del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise che avevano ricevuto numerose segnalazioni sulla diffusione del video pubblicato su Facebook. I militari, su disposizione del procuratore della repubblica, Luciano D’Angelo, avevano acquisito il filmato e sequestrato il telefono del 62enne assieme al veicolo che l’uomo aveva utilizzato per inseguire e spaventare l’orsa con il suo cucciolo. Il video in questione, girato nella parte alta di Roccaraso, in via Dante, ritraeva mamma Bambina, alquanto smarrita, che cercava di proteggere il suo cucciolo, fuggendo dall’inseguimento dell’automobile. I due animali, a causa dell’episodio, non erano stati più avvistati nella zona per un lungo periodo. Sulla vicenda le associazioni animaliste avevano messo una taglia da 500 euro per chi avrebbe fornito indicazioni utili per il riconoscimento dell’automobilista. A risolvere il caso erano stati i forestali che, dopo aver esaminato il telefonino del 62enne, avevano ascoltato anche alcune persone che avevano visto e commentato il video su Facebook. Ora il 62enne rischia una condanna da tre a diciotto mesi di carcere più una multa da 5mila a 30mila euro. E una eventuale condanna potrebbe fare giurisprudenza. La vicenda infatti apre nuovi scenari e rischia di mettere seriamente nei guai gli amanti dei selfie, come rimarca l’avvocato, Cristiano Ceriello, che rappresenta il Partito animalista italiano. Il raggruppamento si costituirà parte civile nel processo ed è pronto a dare battaglia. «Tolleranza zero per chi commette questi reati così futili contro animali innocenti», commenta Ceriello. Il 62enne, inseguendo l’orsa e il suo cucciolo, aveva violato anche l’ordinanza del sindaco Francesco Di Donato. (a.d.a.)
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