Intecs, nuovo allarme per i 124 lavoratori
I sindacati: «La creazione di una nuova società potrebbe far saltare i contratti di solidarietà»
L’AQUILA. Un nuovo allarme per il laboratorio di ricerca Intecs, dove lavorano 124 persone e di cui si sta già occupando un tavolo di crisi regionale istituito dal vicepresidente Giovanni Lolli. La creazione di una newco, annunciata dall’azienda, apre timori sul futuro utilizzo del contratto di solidarietà, l’ammortizzatore sociale attivato per gran parte del personale. Una situazione di incertezza, che va ad aggiungersi al quadro negativo registrato da tempo, in attesa di un piano industriale in grado di risollevare le sorti del sito, nato dalle ceneri della Technolabs. «L’azienda», rendono noto le Rsu e la Fiom provinciale, «ha comunicato a tutte le Rsu e le Rsa che verrà avviata ufficialmente la procedura che porterà alla costituzione della newco. Dopo aver dichiarato che l’integrazione tra l’ex-Technolabs e l’Intecs è fallita, l’azienda ha confermato quanto dichiarato nei mesi passati e cioè che le attività che rimarranno in Intecs saranno l’intera ex-Technolabs (con beni materiali e immateriali), Its e staff. Ha inoltre aggiunto che, poiché con ogni probabilità la newco non potrà beneficiare del contratto di solidarietà, oltre a tutti i debiti, la Intecs dovrà ospitare tutti i vuoto-lavoro. Ci si chiede», sottolineano i sindacati, «come verrà utilizzato il contratto di solidarietà attualmente in corso, in considerazione del fatto che, alla luce di queste informazioni, la platea dei lavoratori in cds potrebbe ridimensionarsi e che solo all’Aquila già oggi siamo ben al di sopra del limite di scarico del 60% delle ore lavorabili. Il rischio che si configura è che la newco potrebbe non poter utilizzare il contratto di solidarietà, non avendo l’anzianità necessaria e Intecs potrebbe non poterlo utilizzare per il superamento del limite del 60%». Dopo l’ultimo tavolo istituzionale, la Intecs si era impegnata a presentare un progetto in grado di far tornare al lavoro tutto il personale: a fronte di un piano industriale credibile, Regione e Comune potrebbero intervenire con gli strumenti di carattere finanziario, afferenti ai fondi comunitari. «Vorremmo sapere», aggiungono le Rsu e la Fiom, «come si rapporta l’operazione della newco rispetto agli impegni presi con il vicepresidente Lolli e quindi è opportuno che tale situazione sia portata a conoscenza del tavolo di crisi regionale». Attualmente c’è un forte ricorso agli ammortizzatori sociali, tramite i contratti di solidarietà, con solo 38 dipendenti su 124 in servizio. I rappresentanti dei lavoratori hanno denunciato a suo tempo anche il trasferimento di personale e macchinari dallo stabilimento di proprietà in altri spazi del polo elettronico, presi in affitto.
Romana Scopano
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