Inverardi rettore il giorno dopo tra auguri e veleni
Gli oppositori di di Orio vogliono che l’uscente si dimetta In vista convivenza difficile fino alla scadenza di ottobre
L’AQUILA. Dovranno convivere per quattro mesi. Ma, se il buongiorno si vede dal mattino, potrebbe trattarsi di una convivenza piuttosto difficile.
Sommersa di sms, mail, lettere, messaggi su twitter (il suo social network preferito), Paola Inverardi, neoeletta rettore dell’Ateneo aquilano, dice di non aver ricevuto gli auguri solo da una persona, Ferdinando di Orio, il rettore uscente. «Non voglio maliziare, sarà stato occupato», sorride. «Prima o poi chiamerà». Una telefonata che potrebbe pesare non poco a di Orio, che ha appoggiato Maria Grazia Cifone nell’ultimo turno di votazioni e precedentemente il suo prorettore Francesco Vegliò, che si è ritirato dopo il secondo spoglio. Che, in fondo, questo passaggio non sia propriamente indolore per il rettore uscente lo dimostra anche la volontà di restare in carica fino al primo ottobre, giusto in tempo, magari, per inaugurare la sede ristrutturata di Ingegneria a Roio.
«Me lo impedisce la legge, subentrerebbe al mio posto il prorettore», ha detto, ma i suoi oppositori non ne sono così convinti. Lo stesso Sergio Tiberti, suo avversario anche nelle aule di tribunale, vorrebbe le dimissioni immediate dell’uscente: «Quello che dice non è affatto vero», afferma. «Sta facendo esattamente come Luigi Bignardi nove anni fa, un atteggiamento su cui allora ebbe tanto da ridire. Se dovesse subentrare, anche Vegliò potrebbe dimettersi». Non gliela darà vinta, di Orio, per cui solo a ottobre prenderà legalmente il comando la Inverardi, preferita a larga maggioranza dall’Ateneo aquilano, anche come espressione di un malessere diffuso nei confronti dell’ultima governance di Ateneo. In questo lasso di tempo i due saranno però costretti a confrontarsi. Cosa che con queste premesse, appunto, potrebbe non essere facile. Eppure lo stesso di Orio aveva detto, poche ore prima dello spoglio dei voti, di stimare entrambe le colleghe candidate a sostituirlo. Fair play ha dimostrato la Cifone, che ha inviato, subito dopo l’elezione, una mail alla vincitrice: «Le auguro un proficuo lavoro nell’interesse dell’Ateneo».
«Sono molto contenta del risultato ottenuto», ha detto ieri, a urne chiuse, la sconfitta. «Aver mantenuto un buon pacchetto di consensi, e averlo visto crescere, è la dimostrazione del fatto che il progetto in cui continuo a credere ha un alto valore. È facile, in queste occasioni saltare sul carro del vincitore». La Cifone allontana anche le voci sulle presunte manovre del rettore uscente per prendere il suo posto come direttore del dipartimento di Medicina. «Non sono una che si dimette. Questa cosa mi fa sorridere, anche perché nessuno me lo ha chiesto. Anzi, ho la stanza piena di fiori dei colleghi che erano preoccupati del fatto che potessi diventare rettore e lasciare la direzione del Dipartimento. Abbiamo persino brindato alla scongiurata eventualità». A complimentarsi con la Inverardi per e-mail è stato anche il prorettore Vegliò: «Auguro di poter lavorare proficuamente per il bene del nostro Ateneo e di tutte le sue componenti. Grazie anche a tutti per i dibattiti e i confronti accesi e costruttivi». Anche il neoeletto rettore ha risposto telematicamente ringraziando tutti e soprattutto «Grazia, Angelo e Francesco per aver condiviso con me il desiderio di impegnarsi per costruire il futuro del nostro Ateneo in questa città». Oggi il nuovo rettore prenderà una pausa e raggiungerà il Molise per stare un po’ a contatto con la natura. Alle lotte in Ateneo ci penserà da lunedì.
Michela Corridore
©RIPRODUZIONE RISERVATA