Inverardi s’insedia oggi e taglia i 20 pro rettori
Mossa in discontinuità con la gestione-di Orio: solo un vicario e due delegati Tra i papabili Alesse, Signorelli e Giacomelli. Rettorato all’ex ospedale?
L’AQUILA. Stamani, per la prima volta, porterà le sue cose nella stanza da rettore, alla Reiss Romoli. Finora Paola Inverardi non ha voluto farlo. Forse per scaramanzia, oppure per non sentirsi invadente nei confronti del rettore uscente Ferdinando di Orio che invece ha già liberato scrivania e cassetti. Il passaggio di consegne, a dire il vero, c’è stato durante il senato accademico di venerdì scorso, ma solo da oggi la Inverardi è a tutti gli effetti il rettore dell’Università aquilana. Un giorno importante per lei, dunque, come ribadirà nella lettera preparata ieri sera ma che solo stamani invierà a tutto l’Ateneo via mail. «Cambierà molto rispetto al passato», assicura. «Il mio è un modo diverso di impostare il lavoro». Il neo-rettore, tuttavia, non si sbottona: «È importante che in primo luogo sia informata la comunità scientifica di ogni decisione». L’unica cosa certa è che Inverardi pensa a una struttura «molto più leggera», come la definisce, rispetto a quella di di Orio: «Ci saranno solo un pro rettore vicario e altre due figure apicali. Per il resto lavoreremo con gli organi e le commissioni. Non c’è bisogno di troppi pro rettori delegati, che finora erano una ventina». Sui nomi, tuttavia, non vuole pronunciarsi. Negli ambienti universitari però da giorni circola quello di Edoardo Alesse (sfidante di Di Orio nel 2004), molto vicino alla Inverardi durante la competizione elettorale. Potrebbe essere lui il prossimo vicario. Intanto, proprio ieri Alfio Signorelli ha inviato una lettera interna al personale d’Ateneo per annunciare le sue dimissioni da direttore del Dipartimento di Scienze Umane. Una decisione che è stata per molti un fulmine a ciel sereno. «La rettrice entrante ha sollecitato la mia disponibilità a entrare a far parte di una ristretta cerchia di suoi collaboratori, con la delega alle attività culturali», ha spiegato Signorelli, che dunque potrebbe rappresentare una delle figure apicali di cui ha parlato la stessa Inverardi, magari come pro rettore delegato alle attività culturali. Certo è che il dipartimento di Scienze umane dovrà presto tornare alle urne per scegliere il nuovo direttore. La voce che circola insistentemente è che il candidato del nuovo rettore sarà il professor Simone Gozzano. L’altra figura apicale sarebbe invece quella del professor Roberto Giacomelli che potrebbe essere nominato pro rettore con delega ai rapporti con l’Asl. Attese, infine, le scelte riguardo ai delegati in materia di didattica e ricerca, trasferimento tecnologico e orientamento e servizi agli studenti. Molti i cambiamenti da affrontare anche in materia di edilizia universitaria per il prossimo rettore: in primis il ritorno di una parte della facoltà di Ingegneria nella sede storica di Roio, dal 9 ottobre. Il polo dovrà essere fornito di servizi e mezzi di trasporto adeguati per ridurre i disagi. Bisognerà poi decidere il da farsi sulla struttura appena acquistata dell’ex ospedale San Salvatore. «Stiamo discutendo su varie ipotesi», spiega Inverardi. «Vorremmo fare una pianificazione urbana insieme a tutti i soggetti interessati della città. Bisognerà pensare anche allo sviluppo di un tessuto di servizi a breve/medio termine». La struttura non potrà essere destinata solo ad aule e laboratori. In forse anche la possibilità di portare un altro dipartimento nell’ex ospedale. Si pensa a una mensa e ad altri servizi per gli studenti. Non è escluso che il San Salvatore possa ospitare anche il rettorato. «Bisognerà studiare un progetto che tenga conto anche delle altre sedi in centro», spiega Inverardi. «L’Ateneo, comunque, continuerà a essere strutturato su tre poli: il centro, Coppito e Roio».
Michela Corridore
©RIPRODUZIONE RISERVATA