Irruzione con pistola nel centro profughi
In due hanno costretto gli ospiti a inginocchiarsi, un giovane gambiano è stato ferito con una coltellata al fianco
SULMONA. Hanno fatto irruzione nel palazzo di corso Ovidio brandendo una pistola e un coltello e sotto la minaccia delle armi hanno fatto inginocchiare i migranti presenti. Momenti concitati e di terrore culminati con il ferimento di un giovane gambiano finito in ospedale con una coltellata al fianco. Brutto episodio di violenza ieri nel centro di accoglienza di Sulmona gestito dall’Asp Casa Santa dell’Annunziata.
A raccontare i momenti drammatici dell’aggressione è il giovane gambiano rimasto ferito al fianco sinistro e dimesso in nottata dall’ospedale con 7 giorni di prognosi. «Sono venuti qui con una pistola chiedendo di parlare con Alì, il responsabile di noi migranti di Sulmona. Ci hanno ordinato di entrare e di inginocchiarci. Non era facile sottrarsi ai loro ordini, con una pistola puntata in faccia e la paura di essere uccisi. Sono stati momenti tremendi e per evitare di morire sono stato pronto ad afferrare le braccia di uno di loro facendogli cadere di mano sia la pistola sia il coltello. Il suo amico ha raccolto il coltello riuscendo a ferendomi a un fianco».
Si alza la maglietta ancora sporca di sangue mostrando la ferita. «Potevamo anche reagire pesantemente, 27 contro 2, non avrebbero avuto scampo. Non lo abbiamo fatto per evitare conseguenze più gravi per tutti».
Ieri mattina la polizia è riuscita a individuare e a rintracciare i due aggressori uno di Sulmona e l’altro senza fissa dimora, entrambi denunciati per lesioni aggravate e detenzione e porto abusivo d’arma. Recuperati anche la pistola, risultata una scacciacani, e il coltello. Il fascicolo però resta aperto perché, sullascorta dell’operazione eseguita dalla squadra Mobile dell’Aquila, che ha portato a nove misure cautelari, potrebbero esserci ulteriori sviluppi con la vicenda sulmonese che presenterebbe ancora zone d’ombra sia sulle modalità con cui sarebbe avvenuta l’aggressione sia sul movente.
Al momento vengono escluse problematiche a sfondo razziale così come ragioni legate allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il vertici della struttura di accoglienza parlano di episodio isolato e disdicevole, anche se i due aggressori sia sui social che parlando con conoscenti, avrebbero accennato all’esistenza di un presunto mercato di stupefacenti all’interno del centro di accoglienza sulmonese. Accuse che la polizia sta appunto verificando.«Il fatto è a dir poco deplorevole, si tratta comunque di un episodio isolato, per quanto brutto. Aggressione improvvisa e inaspettata, per fortuna senza gravi conseguenze, messa in atto da due persone già note alle forze dell'ordine, di cui una senza fissa dimora», afferma il presidente dell’Asp-Casa Santa dell’Annunziata, Armando Valeri. «In questi ultimi mesi, peraltro, si sta compiendo e realizzando con successo uno sforzo di integrazione dei nostri ospiti, attraverso l’opera assidua di ben 11 professionisti – mediatori culturali, interpreti, psicologi e avvocati – che sono presenti ogni giorno nella struttura. Il centro di accoglienza», conclude Valeri annunciando una querela nei confronti dei due aggressori, «è da sempre un ambiente tranquillo, anche a detta dei residenti che vivono nel centro storico cittadino».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A raccontare i momenti drammatici dell’aggressione è il giovane gambiano rimasto ferito al fianco sinistro e dimesso in nottata dall’ospedale con 7 giorni di prognosi. «Sono venuti qui con una pistola chiedendo di parlare con Alì, il responsabile di noi migranti di Sulmona. Ci hanno ordinato di entrare e di inginocchiarci. Non era facile sottrarsi ai loro ordini, con una pistola puntata in faccia e la paura di essere uccisi. Sono stati momenti tremendi e per evitare di morire sono stato pronto ad afferrare le braccia di uno di loro facendogli cadere di mano sia la pistola sia il coltello. Il suo amico ha raccolto il coltello riuscendo a ferendomi a un fianco».
Si alza la maglietta ancora sporca di sangue mostrando la ferita. «Potevamo anche reagire pesantemente, 27 contro 2, non avrebbero avuto scampo. Non lo abbiamo fatto per evitare conseguenze più gravi per tutti».
Ieri mattina la polizia è riuscita a individuare e a rintracciare i due aggressori uno di Sulmona e l’altro senza fissa dimora, entrambi denunciati per lesioni aggravate e detenzione e porto abusivo d’arma. Recuperati anche la pistola, risultata una scacciacani, e il coltello. Il fascicolo però resta aperto perché, sullascorta dell’operazione eseguita dalla squadra Mobile dell’Aquila, che ha portato a nove misure cautelari, potrebbero esserci ulteriori sviluppi con la vicenda sulmonese che presenterebbe ancora zone d’ombra sia sulle modalità con cui sarebbe avvenuta l’aggressione sia sul movente.
Al momento vengono escluse problematiche a sfondo razziale così come ragioni legate allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il vertici della struttura di accoglienza parlano di episodio isolato e disdicevole, anche se i due aggressori sia sui social che parlando con conoscenti, avrebbero accennato all’esistenza di un presunto mercato di stupefacenti all’interno del centro di accoglienza sulmonese. Accuse che la polizia sta appunto verificando.«Il fatto è a dir poco deplorevole, si tratta comunque di un episodio isolato, per quanto brutto. Aggressione improvvisa e inaspettata, per fortuna senza gravi conseguenze, messa in atto da due persone già note alle forze dell'ordine, di cui una senza fissa dimora», afferma il presidente dell’Asp-Casa Santa dell’Annunziata, Armando Valeri. «In questi ultimi mesi, peraltro, si sta compiendo e realizzando con successo uno sforzo di integrazione dei nostri ospiti, attraverso l’opera assidua di ben 11 professionisti – mediatori culturali, interpreti, psicologi e avvocati – che sono presenti ogni giorno nella struttura. Il centro di accoglienza», conclude Valeri annunciando una querela nei confronti dei due aggressori, «è da sempre un ambiente tranquillo, anche a detta dei residenti che vivono nel centro storico cittadino».
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