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L'allarme: "Vogliono bruciare rifiuti nel forno del cementificio di Cagnano"

I consiglieri di opposizione contro l’intesa tra Comune e Regione L’appello: ritirare la delibera perché ci sono rischi per la salute dei lavoratori

CAGNANO AMITERNO. «La Sacci è tornata all’attacco per bruciare i rifiuti nel forno del cementificio di Cagnano Amiterno. Lo ha fatto con l’ausilio di un verbale firmato dal sindaco Donato Circi e protocollo d’intesa approvato dalla giunta regionale nel novembre 2014». Lo affermano, in una nota, alcuni residenti e i consiglieri di opposizione Iside Di Martino, Berardino Romano, Leda Di Nicola, Fulvio D’Alessandro, i quali chiedono la revoca della delibera regionale. «Cosa ben strana», si legge in una nota, «da parte della nuova giunta, che da una parte blocca le centrali a biomasse mentre dall’altra non si fa assalire da alcun dubbio nel permettere l’incenerimento di rifiuti camuffati dietro la sigla di Css (Combustibile solido secondario).

Tutto è stato fatto da parte dell’amministrazione comunale, in spregio a qualsiasi cautela non informando i cittadini, tra i primi quelli delle frazioni di San Giovanni, San Pelino e Corruccioni, i sindaci di Barete e Pizzoli che sono nell’area di ricaduta delle polveri e neppure il consiglio comunale che avrebbe dovuto essere informato di quanto si stava facendo. È noto come i cementifici per loro natura possano alterare la qualità dell’ambiente e a Cagnano si sa benissimo, dopo anni di lotta per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini della frazione di San Giovanni dove il cementificio è praticamente immerso nell’abitato che lo circonda».

«Questa situazione di criticità», proseguono, «la si vuole aggravare con l’introduzione dei rifiuti trattati che brucerebbero al posto del tradizionale combustibile. In sostanza ci si prepara a far diventare i forni dei cementifici degli inceneritori di rifiuti, cambiandone in sostanza lo scopo produttivo. E questo avviene con il livello occupazionale in forte calo e con il mancato recupero ambientale delle cave, ridotte a luoghi da paesaggio lunare, mentre se ne vogliono aprire di nuove senza un preventivo progetto di risanamento del vecchio e, in progressione con gli scavi, a seguire anche del nuovo».

«Mentre la Commissione Europea chiede agli Stati membri il completo abbandono del ricorso all’incenerimento nel prossimo decennio», conclude la nota, «la Sacci, la Regione e il Comune di Cagnano marciano nella direzione opposta dimostrando cecità e disprezzo per la salute di chi lavora e di chi è rimasto ad abitare le nostre zone. L’utilizzo del Css nei cementifici prevede l’inglobamento di ceneri tossiche nel cemento con rischi per la salute dei lavoratori».

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