L'AQUILA
L'Aquila abbraccia Papa Francesco / VIDEO + FOTOGALLERY
Il pontefice arrivato a bordo di una Fiat 500 bianca. Il saluto in dialetto aquilano: "Jemonnanzi", poi la visita nel Duomo e il passaggio a bordo della papamobile tra due ali di folla. Terminata la Santa Messa, il papa ha aperto la Porta Santa
Papa Francesco è arrivato all'Aquila. C'è stato un cambio di programma per Il volo del Santo Padre: le condizioni meteo sulla città con una leggera nebbia hanno fatto spostare l'atterraggio previsto allo stadio in Piazza d'Armi. In perfetto orario il Santo Padre è arrivato a bordo della Fiat bianca in una piazza in festa. Papa Francesco ha salutato le autorità che lo attendevano e poi con una sedia a rotelle ha raggiunto il palco.
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A bordo di una Fiat 500 L bianca, il Papa, seduto vicino al conducente con il finestrino aperto, ha salutato con la mano i fedeli in festa: piazza gremita e tante bandierine del Vaticano. Di fronte al Duomo ancora inagibile è stato accolto dal cardinale Petrocchi e dal presidente della Regione Marsilio.
Il Papa chiede per la ricostruzione post-terremoto all'Aquila "collaborazione", "sinergia" e "un impegno lungimirante". "La rinascita personale e collettiva è dono della Grazia ed è anche frutto dell'impegno di ciascuno e di tutti. È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro". Serve l'impegno di "tutti, tutti insieme, sottolineare questo, tutti insieme".
Il Papa, nell'incontro con i familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile del 2009, ha espresso la sua vicinanza e ha sottolineato la grande capacità di questo popolo di rialzarsi: "Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l'urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione", ha detto Papa Francesco. "Le parole non bastano a lenire il dolore. Il dolore c'è le belle parole aiutano ma il dolore rimane. Con le parole non se ne va il dolore. Soltanto la vicinanza, l'amicizia, l'affetto, camminare insieme, aiutarci come fratelli e andare avanti. O siamo un popolo di Dio - ha sottolineato Papa Francesco - o non si risolvono i roblemi e i dolori come questo".
"C'era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva - ha proseguito il Papa - è dono della Grazia ed è anche frutto dell'impegno di ciascuno e di tutti".
"A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l'intera cittadinanza. Jemonnanzi!": così Papa Francesco ha salutato gli aquilani.
Papa Francesco, nell’omelia della Messa all’Aquila, ha ricordato Celestino V, il Pontefice passato alla storia per la sua rinuncia. “Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come ‘colui che fece il gran rifiuto’, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del ‘no’ – ha sottolineato Papa Francesco -, è stato l’uomo del ‘sì’. Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili”. “Proprio perché sono tali, gli umili appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano completamente nel Signore e conoscono la sua volontà”. E, ancora: “Non potevamo atterrare, c’era nebbia fitta, tutto scuro, non si poteva, il pilota dell’elicottero girava, girava, e alla fine ha visto un piccolo buco ed è entrato lì, è risuscito, un maestro. Con la nostra miseria succede lo stesso”, ha spiegato il Pontefice. “Giriamo, giriamo, e alle volte il Signore fa un piccolo buco: mettiti lì dentro, sono le piaghe del Signore”, è “la misericordia che viene nella mia, nella tua, nella nostra miseria”.
Con tre colpi bastone, con il bastone d'ulivo del Getsemani, consegnatogli dal sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, Papa Francesco ha aperto la Porta Santa . "Apritemi le porte della giustizia" , ha detto il Pontefice prima dell'apertura secondo la preghiera rituale a cui viene risposto: "Voglio entrarvi e rendere grazie al Signore". "È questa la porta del Signore" ha detto ancora il Papa per sentirsi rispondere: "Per essa entrano i giusti". Dunque, le parole finali: "Entrerò nella tua casa, Signore" a cui è stato replicato: "Mi prostrerò in adorazione del tuo santo tempio".
Papa Francesco è ripartito dall'Aquila in elicottero da Piazza d'Armi per fare ritorno a Roma. Il Pontefice, dopo aver visitato la basilica di Collemaggio, a seguito dell'apertura della Porta Santa, era ripartito da Collemaggio a bordo della 500L bianca.
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Il Papa, accompagnato dal cardinale Giuseppe Petrocchi, è entrato nel Duomo per "una visita privata" considerato che, dopo il terremoto del 2009, la chiesa non è ancora agibile: papa Francesco indossa un casco di protezione bianco a lui donato dai vigili del fuoco.
Procedendo quasi a passo d'uomo, la papamobile ha raggiunto dalla piazza Duomo il viale di Collemaggio per fare il suo ingresso nel piazzale tra due ali di folla. Da qui Papa Francesco presiede la Santa Messa che precede il rito di apertura della Porta Santa. Grande entusiasmo dei fedeli presenti. Sul palco anche l'Orchestra del Conservatorio "Alfredo Casella" con le principali corali cittadine tra cui la Schola Cantorum.
Il Papa chiede al popolo dell'Aquila di fare "tesoro" delle proprie sofferenze per capire il dolore degli altri. "Cari fratelli e care sorelle, voi avete sofferto molto a causa del terremoto, e come popolo state provando a rialzarvi e a rimettervi in piedi. Ma chi ha sofferto deve poter fare tesoro - ha detto il Pontefice nell'omelia della Messa a Collemaggio - della propria sofferenza, deve comprendere che nel buio sperimentato gli è stato fatto anche il dono di capire il dolore degli altri. Voi potete custodire il dono della misericordia perché conoscete cosa significa perdere tutto, veder crollare ciò che si è costruito, lasciare ciò che vi era più caro, sentire lo strappo dell'assenza di chi si è amato. Voi potete custodire la misericordia perché avete fatto l'esperienza della miseria".
"L'Aquila accoglie con gioia immensa il Papa, ci commuove la sua presenza, e abbiamo certezza che l'Aquila ha un posto speciale nel cuore del Papa". E' un passaggio del discorso del cardinal Petrocchi che ha accolto Francesco sul palco di Piazza Duomo. "Davanti a lei - ha proseguito - una delegazione di familiari delle vittime delle tragico terremoto, di detenuti, tante associazioni tra cui Agesci e Salus popolo aquilano. A nome della Chiesa aquilana le rivolgiamo un grazie, alto come le nostre montagne mi è sembrato poco, vorrei arrivasse al cielo. Grazie alla sua presenza speriamo che la Perdonanza sia fermento di riconciliazione per tutto il mondo".
Papa Francesco alle 7.50 di questa mattina è partito dall'eliporto vaticano per recarsi a L'Aquila. Il pontefice con la papa mobile attraverserà il viale di Collemaggio per arrivare alla basilica. Per salutare il Papa qui non sarà necessario avere il biglietto. Alla 10 dopo aver celebrato la messa e recitato l’Angelus aprirà la porta Santa. Verso le 13 dovrebbe concludersi la visita del Santo Padre.
Centro blindato e inaccessibile alle auto. Negozi chiusi nel perimetro della visita. Ci saranno aree per parcheggi e navette per accompagnare i fedeli. Partiranno ogni 10 minuti dalle 5.30 alle 9 e ogni 20 dalle 9 alle 16. Sono state distribuite in vari punti, dall’Aquilone sino al terminal di Collemaggio.