L'Aquila, acquisti senza gara: ex manager Asl a giudizio per 3 milioni
La procura contabile cita gli ex dirigenti Silveri, Andreassi, Pezzopane, Colitti e Cavalli: "illegittima rinegoziazione" di forniture per i laboratori analisi di L'Aquila e Avezzano
L’AQUILA. L’ex direttore generale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Giancarlo Silveri, e altri quattro dirigenti della struttura sanitaria, sono stati citati in giudizio dalla procura della Corte dei conti per quasi 3,2 milioni di euro da risarcire allo Stato.
La vicenda risale ai periodi 2013/2014 per l’acquisto di materiali (reagenti in particolare) e macchinari per l’esecuzione di test di laboratorio analisi all’Aquila e Avezzano. E prende piede da un ricorso al Tar presentato dall’azienda Beckman Coulter srl, per la concessione, nel 2013, della proroga di fornitura da parte della Asl n. 1 a un’altra ditta. Il Tar allora non concesse la sospensiva richiesta.
I quasi 3,2 milioni di euro vengono contestati dalla Corte dei conti per il 50% a Fabrizio Andreassi, 55 anni, di San Demetrio, che all’epoca era dirigente del Servizio acquisti della Asl 1 – quindi colui che ha preso le decisioni –, ruolo dal quale si è dimesso, per cui la Azienda sanitaria è in cerca di un sostituto (sono arrivate 30 domande), per un totale di 1.594.977,65 euro; il 5% a Massimo Pezzopane, 56 anni, dell’Aquila, in qualità di responsabile del procedimento, per un totale di 159.497,76 euro; e il 15% ciascuno, per 478.493,29 euro, a carico di Giancarlo Silveri, 73 anni, originario di Asciano (Siena) e candidato sindaco al Comune dell’Aquila nelle ultime elezioni; Libero Colitti, 67 anni, originario di Campobasso, ex direttore sanitario; e Silvia Cavalli, 45 anni il 3 settembre, ex direttore amministrativo.
Questi i fatti.
La procura della Corte dei conti regionale ha ricevuto un esposto il 24 settembre 2013 nel quale è stata «circostanziatamente evidenziata l’illegittima “rinegoziazione”, da parte della Asl n. 1, del contratto di fornitura di materiali di consumo per i laboratori analisi dell’Aquila e Avezzano, senza che fosse stata espletata alcuna gara, risalendo l’ultima – secondo gli esponenti – al 1997». Così recita il dispositivo del vice procuratore generale Roberto Leoni, depositato l’8 agosto. La magistratura contabile contesta ai cinque dirigenti di non avere espletato prima del 2013 la gara di appalto per l’assegnazione della fornitura di macchinari e reagenti per l’esecuzione dei test di laboratorio. Secondo quanto stabilito dai carabinieri, ai quali la procura contabile aveva delegato le indagini, la Asl non avrebbe dovuto concedere, nel 2013, la proroga a una delle aziende, ma avrebbe dovuto procedere direttamente con una nuova gara, facendo risparmiare così allo Stato i 3,2 milioni di euro, che sarebbero la differenza di costi lievitati tra la nuova gara, poi espletata nel 2014, e l’epoca della rinegoziazione del contratto con l’azienda Abbott srl. L’udienza è fissata al 16 gennaio 2018.
La difesa è di tutt’altro parere. «Qualcuno non ha letto le memorie inviate dalle nostre difese», afferma l’ex direttore generale Silveri. «Le gare per questo settore non venivano indette dal 1997. Le ditte fornitrici erano tre, una per ogni ospedale: L’Aquila, Avezzano, che comprendeva anche Tagliacozzo e Pescina, e Sulmona-Castel di Sangro. Naturalmente i costi erano più elevati perché il volume delle forniture, così divise per ciascun laboratorio, era più basso e, di conseguenza, i costi maggiori. Quando, nel 2014, è stata indetta la gara, l’ordine è stato unificato e aumentando notevolmente la quantità, c’è stato un grosso risparmio. La Corte dei conti ci imputa questo: dovevamo fare prima la gara, in modo da risparmiare subito, anziché concedere la proroga. Ma non abbiamo potuto farlo perché bisognava aspettare la scadenza di tutti e tre i contratti e Regione, nella razionalizzazione dei costi, stava riorganizzando i laboratori analisi, tanto che quelli di Tagliacozzo e Pescina sono stati chiusi. Dopo la riorganizzazione, abbiamo proceduto alla gara».
Sull’argomento, il Centro ha provato a interpellare il manager attuale Rinaldo Tordera, ma non ha risposto se non con un sms dicendo di essere impegnato in una riunione con il Com a Sulmona per gli incendi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda risale ai periodi 2013/2014 per l’acquisto di materiali (reagenti in particolare) e macchinari per l’esecuzione di test di laboratorio analisi all’Aquila e Avezzano. E prende piede da un ricorso al Tar presentato dall’azienda Beckman Coulter srl, per la concessione, nel 2013, della proroga di fornitura da parte della Asl n. 1 a un’altra ditta. Il Tar allora non concesse la sospensiva richiesta.
I quasi 3,2 milioni di euro vengono contestati dalla Corte dei conti per il 50% a Fabrizio Andreassi, 55 anni, di San Demetrio, che all’epoca era dirigente del Servizio acquisti della Asl 1 – quindi colui che ha preso le decisioni –, ruolo dal quale si è dimesso, per cui la Azienda sanitaria è in cerca di un sostituto (sono arrivate 30 domande), per un totale di 1.594.977,65 euro; il 5% a Massimo Pezzopane, 56 anni, dell’Aquila, in qualità di responsabile del procedimento, per un totale di 159.497,76 euro; e il 15% ciascuno, per 478.493,29 euro, a carico di Giancarlo Silveri, 73 anni, originario di Asciano (Siena) e candidato sindaco al Comune dell’Aquila nelle ultime elezioni; Libero Colitti, 67 anni, originario di Campobasso, ex direttore sanitario; e Silvia Cavalli, 45 anni il 3 settembre, ex direttore amministrativo.
Questi i fatti.
La procura della Corte dei conti regionale ha ricevuto un esposto il 24 settembre 2013 nel quale è stata «circostanziatamente evidenziata l’illegittima “rinegoziazione”, da parte della Asl n. 1, del contratto di fornitura di materiali di consumo per i laboratori analisi dell’Aquila e Avezzano, senza che fosse stata espletata alcuna gara, risalendo l’ultima – secondo gli esponenti – al 1997». Così recita il dispositivo del vice procuratore generale Roberto Leoni, depositato l’8 agosto. La magistratura contabile contesta ai cinque dirigenti di non avere espletato prima del 2013 la gara di appalto per l’assegnazione della fornitura di macchinari e reagenti per l’esecuzione dei test di laboratorio. Secondo quanto stabilito dai carabinieri, ai quali la procura contabile aveva delegato le indagini, la Asl non avrebbe dovuto concedere, nel 2013, la proroga a una delle aziende, ma avrebbe dovuto procedere direttamente con una nuova gara, facendo risparmiare così allo Stato i 3,2 milioni di euro, che sarebbero la differenza di costi lievitati tra la nuova gara, poi espletata nel 2014, e l’epoca della rinegoziazione del contratto con l’azienda Abbott srl. L’udienza è fissata al 16 gennaio 2018.
La difesa è di tutt’altro parere. «Qualcuno non ha letto le memorie inviate dalle nostre difese», afferma l’ex direttore generale Silveri. «Le gare per questo settore non venivano indette dal 1997. Le ditte fornitrici erano tre, una per ogni ospedale: L’Aquila, Avezzano, che comprendeva anche Tagliacozzo e Pescina, e Sulmona-Castel di Sangro. Naturalmente i costi erano più elevati perché il volume delle forniture, così divise per ciascun laboratorio, era più basso e, di conseguenza, i costi maggiori. Quando, nel 2014, è stata indetta la gara, l’ordine è stato unificato e aumentando notevolmente la quantità, c’è stato un grosso risparmio. La Corte dei conti ci imputa questo: dovevamo fare prima la gara, in modo da risparmiare subito, anziché concedere la proroga. Ma non abbiamo potuto farlo perché bisognava aspettare la scadenza di tutti e tre i contratti e Regione, nella razionalizzazione dei costi, stava riorganizzando i laboratori analisi, tanto che quelli di Tagliacozzo e Pescina sono stati chiusi. Dopo la riorganizzazione, abbiamo proceduto alla gara».
Sull’argomento, il Centro ha provato a interpellare il manager attuale Rinaldo Tordera, ma non ha risposto se non con un sms dicendo di essere impegnato in una riunione con il Com a Sulmona per gli incendi.
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