L'Aquila, addio al partigiano Umberto Cialente: combattente per la Libertà
E' morto a 94 anni il papà dell'ex sindaco, tanti i messaggi di cordoglio. Sfuggì alla Gestapo, combattè con la Banda della Duchessa
L'AQUILA. La città piange il partigiano Umberto Cialente, Croce al merito di guerra, padre dell'ex sindaco Massimo. E' morto questa notte a 94 anni, da uomo libero, lasciando cristalline le immagini dei suoi ricordi e delle tante emozioni.
Tanti i messaggi di cordoglio e solidarietà. Il sindaco Pierluigi Biondi esprime in una nota a titolo personale e a nome dell'intera municipalità aquilana sentite condoglianze e sincera vicinanza a Massimo Cialente e ai familiari.
La deputata pd Stefania Pezzopane esprime dolore e vicinanza. "Umberto era un uomo buono", aggiunge, "sempre attento, vigile e presente nella vita della sua città. 94 anni spesi bene, va via un uomo libero, un giovane Partigiano combattente. Un esempio per tutti noi".
Umberto Cialente, oltre ad essere stato decorato con la Croce al merito di guerra per il conflitto 1940-1945, ha ricevuto il diploma Alexander d’onore di "Combattente per la Libertà d’Italia". Subito dopo il 25 luglio, poco più che 17enne aderì ai GAP col compito di rastrellare armi nelle caserme abbandonate della milizia e dell’esercito e nasconderle in un sotterraneo in via Roma, nei pressi dell’abitazione di Pierino Ventura. Quando cominciarono i primi arresti, sfuggì alla Gestapo e salì in montagna unendosi alla Banda della Duchessa.
In uno scontro sui piani di Arcinazzo venne ferito da una baionetta alla spalla destra. Solo dopo 10 giorni riuscì a ricevere le cure di un veterinario con ago e filo da un materasso. Seguendo il fronte bellico continuò a combattere risalendo sino alle Alpi Apuane, in Garfagnana, per tornare all’Aquila nel novembre 1944.