L'Aquila, cani sbranarono il gatto: proprietario condannato
Deve pagare 2mila euro ai vicini di casa, riconosciuto il ristoro del patimento di una sofferenza per la perdita dell'animale domestico
L'AQUILA. Il proprietario di due cani che sbranarono e uccisero un gatto è stato condannato a pagare 2mila euro alla famiglia proprietaria del felino. La condanna è stata applicata dal giudice di pace Gabriella Rosci Il fatto avvenne otto anni fa nella periferia della città quando due grossi cani di razza boxer uscirono dal recinto dov'erano custoditi e e si lanciarono nel giardino dei vicini dove si trovava il gatto di dieci anni. Vani risultarono i tentativi del proprietario del gatto di strapparlo dalle grinfie dei due boxer. Ci provò anche con l'uso di una forca. Ma niente. Il micio di razza pura morì lasciando i tre componenti della famiglia nello sconforto.
A sostenere il diritto al risarcimento del danno causato dalla perdita dell’animale d’affezione, sulla sorta del filone giurisprudenziale maggioritario, è stata l'avvocato aquilano Carlotta Ludovici . Nel corso della causa è stato accertato che il cancello del recinto dei cani era stato lasciato aperto. Il giudice di pace ha riconosciuto il diritto al ristoro del patimento di una sofferenza per la perdita affettiva subita a causa della morte violenta dell’animale domestico, oltre alle spese di lite. "E' interessante vedere come ci sia sempre più attenzione per la tutela degli animali soprattutto se si tratta di animali di affezione", commenta l'avvocato Ludovici. "La sentenza infatti rappresenta un precedente di estrema importanza, sia perché ha riconosciuto il danno non patrimoniale, oltre al valore materiale del gatto, ma anche in quanto la somma liquidata è considerevole e vuole essere da monito per chi maltratta in qualsiasi modo e con qualunque mezzo questi esseri indifesi".