L’Aquila capitale delle aziende Under 35
I dati di Unioncamere: in provincia il più alto numero (16% del totale) di imprenditori “in erba”
L’AQUILA. L’Aquila, Crotone e Vibo Valentia sono le province italiane con più imprenditori “in erba”. In provincia dell’Aquila ci sono 3329 imprese Under 35, pari al 16,2 per cento del totale delle imprese operanti sul territorio, con un saldo di 97 ditte al secondo trimestre 2015. Più staccate le altre province abruzzesi: Pescara 3867 (10,7% del totale, saldo 152); Teramo 3723 (10,4% del totale, saldo 98); Chieti 4008 ( 8,8%, saldo 101).
La graduatoria è stata stilata da Unioncamere che ha reso noti i risultati dei suoi studi. Tra aprile e giugno sono nate 300 imprese Under 35 al giorno. Di queste, 4 su 10 si trovano al Sud. Un’impresa su dieci (600mila in tutta Italia) è guidata da giovani e negli ultimi tre mesi oltre la metà della crescita di imprese (54%) è venuta proprio dagli Under 35.
Secondo i dati, Unioncamere, tra i giovani in cerca di occupazione ci sono quelli che se la creano da soli aprendo un'impresa. «Sembra questo», sostiene Unioncamere in una nota, «lo scenario di quest’estate 2015, divisa tra la speranza dei più che la ripresa dell’economia finalmente si consolidi, riprendendo a produrre opportunità di lavoro, e la voglia di tanti altri di dare corpo a un’idea diventando imprenditori di se stessi».
Tra aprile e giugno le nuove imprese aperte da giovani con meno di 35 anni di età sono state quasi 32mila (in media 300 al giorno, sabato e domenica inclusi), pari a un terzo di tutte le aperture di nuove imprese nel trimestre. Al netto delle chiusure rilevate nello stesso periodo (circa 11mila), l’esercito delle imprese giovanili nel secondo trimestre dell’anno si è dunque arricchito di oltre 20mila unità, arrivando a sfiorare il valore di 600mila aziende. In termini assoluti il contributo che i giovani hanno dato alla crescita della base imprenditoriale, tra aprile e giugno, è stato del 54% (a tanto ammonta la quota di imprese Under 35 rispetto al saldo trimestrale complessivo). «Un contributo che appare ancora più significativo», commenta Unioncamere, «se si guarda alla sua intensità: il tasso di crescita trimestrale dell'imprenditoria giovanile, infatti, ha messo a segno un +3,6% a fronte dello 0.6% del complesso delle imprese. Che la risposta dell’impresa alla ricerca di un lavoro sia tra le principali motivazioni di questa crescita, è confermato dalla prevalenza di micro-iniziative (nel 76% dei casi le neo-imprese giovanili nascono nella forma di impresa individuale) e dalla quota con sede al Sud: le nuove iniziative dei giovani meridionali rappresentano infatti il 40,6% del totale delle nuove imprese in quell'area del paese, con punte superiori o vicine a questa quota in Calabria, Campania e Sicilia. Un primato, quello dell’imprenditorialità dei giovani del Mezzogiorno, che viene confermato se si osserva l'incidenza di nuove imprese giovanili sulla popolazione di persone con meno di 35 anni residenti nelle regioni italiane (in Campania il rapporto ogni 1000 giovani residenti nascono 3,2 imprese).