L'Aquila, giovane edilecade e muore nel cantiere

E' morto a solo 25 anni mentre era al lavoro in un cantiere dell'Aquila. Andrea di Pietrantonio, titolare di una piccola impresa edile pescarese, si è schiantato al suolo precipitando da un carrello elevatore. Dall'inizio dell'anno sono già 9 le vittime di incidenti sul lavoro.

L’AQUILA. Scivola dalla pedana del montacarichi sulla quale stava lavorando e precipita per venti metri sotto gli occhi atterriti dei suoi operai: così è morto Andrea Di Pietrantonio, giovane imprenditore pescarese titolare di una ditta che si occupa di rifacimenti di tetti e solai. La tragedia si è consumata ieri alle 8,30 nel condominio «Il Pino», in via Marconi, contrada Cianfarano, nella immediata periferia dell’Aquila. Inutili i soccorsi del 118 visto che Di Pietrantonio, che lascia la moglie e un bimbo di sei mesi, è morto sul colpo. Aveva solo 25 anni.
LA TRAGEDIA.
L’impresa, la cui denominazione porta le iniziali della vittima (ADP), aveva iniziato i lavori di manutenzione e coibentazione del tetto del condominio e, tramite l’elevatore, si stava trasportando ai piani alti la lana di vetro, un materiale isolante termico e acustico dopo avere rimosso del materiale di risulta.

L’elevatore era fermo al quinto piano quando Di Pietrantonio ha messo un piede in fallo ed è caduto nel vuoto. Dei tre operai che erano al lavoro due erano sul montacarichi e un terzo era nel palazzo.

Tutti, in preda al panico, si sono precipitati nel piazzale nella speranza di trovare ancora vivo il giovane ma, purtroppo, la disperazione ha preso il sopravvento: le urla degli operai hanno richiamato numerosi condomini accorsi nel piazzale teatro della tragedia dove sono arrivate a sirene spiegate l’ambulanza del 118 e le volanti della polizia.

Gli investigatori, di intesa con il magistrato, sono riusciti a ridurre i tempi di rimozione della salma.

LE INDAGINI. Sono due le inchieste formalmente aperte. Sul posto, infatti, si sono subito portati gli agenti della squadra mobile coordinati dal loro dirigente, Salvatore Gava e gli ispettori della Asl che sovrintendono alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Entrambi rimetteranno le loro differenti relazioni alla procura della Repubblica e in particolare al sostituto procuratore Tullia Monteleone.

LE CAUSE. Un fatto sarebbe stato subito accertato dai rilievi e si tratta, forse, della causa principale che ha generato la tragedia. L’elevatore era privo di un parapetto posteriore al quale il 25enne avrebbe potuto comunque aggrapparsi. Ma si fanno anche delle altre ipotesi che potrebbero contribuire a fare luce sull’incidente sul lavoro.

Infatti le indagini mirano a verificare se il giovane possa essere caduto a causa di una ipotetica scossa elettrica o un malore. Ma si tratta di ipotesi che potranno trovare o meno conferme solo dall’autopsia che è stata disposta dal magistrato e che potrebbe farsi oggi o domani.

INTERROGATORI. Gli operai, sotto choc e ancora increduli della tragedia, sono stati sommariamente interrogati dagli agenti della squadra mobile. Secondo quanto si è appreso avrebbero ribadito che il giovane è scivolato ma senza riuscire a entrare più di tanto nei dettagli. Sono stati poi ascoltati informalmente come persone informate sui fatti anche alcuni condomini e lo stesso amministratore del fabbricato.

SEQUESTRO. Il montacarichi è stato messo sotto sequestro giudiziario dalla polizia e gli ispettori della Asl hanno effettuato intorno alla struttura dei rilievi con l’amperometro, ovvero lo strumento per misurare l’intensità della corrente elettrica. L’intento era quello di accertare dispersioni come pure di verificare se fosse corretta la messa a terra per lo scarico.

Il carrello, è stato poi fatto scendere a terra e questo ha involontariamente impedito ad alcune automobili parcheggiate nel garage di uscire. Al riguardo è stata fatta una istanza alla procura al fine di trovare una soluzione prima possibile.

I REATI. Le ipotesi di reato non sono state formalizzate ma le indicazioni della polizia sono l’omicidio colposo e la violazione di norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ovvero la legge 626 del 1994.

Dall’inizio dell’anno dodici vittime

L’AQUILA.
Dodici vittime di cui undici in Abruzzo e uno fuori regione, in Veneto. Questo il bilancio degli incidenti mortali sul lavoro avvenuti dall’inizio dell’anno.
Una sequenza di tragedie che sembra inarrestabile nonostante gli allarmi lanciati a più riprese dai sindacati e i proclami istituzionali di maggiori controlli nei cantieri che vengono annunciati anche in occasione della festa del primo maggio ma che non portano i frutti sperati.

La prima vittima sul lavoro nel 2007 è stato un 81enne di Torano, Gennarino Nepa, morto il 15 gennaio dopo essere stato travolto dal suo trattore. Poi c’è stato il decesso di un 70enne di Roseto, Serafino Marini, un autotrasportatore morto il 22 gennaio schiacciato da un blocco di carta del peso di 600 chili caduto dal camion.

Dopo una settimana a morire è stato un giovane operaio di Martinsicuro, Roberto Celani, stritolato da un tornio. Gennaio 2007 è stato un mese orribile quanto a incidenti sul lavoro visto che il 30 è deceduto un 47enne di Avezzano, Fernando Fiocchetta, ucciso da un albero che stava tagliando nel Fucino. Il 12 aprile si è verificata una tragedia a Rapino dove Nunzio Rotunno, di 66 anni, è morto schiacciato dal suo trattore.

Pochi giorni dopo, il 17 aprile, anche nell’Aquilano c’è stata una tragedia sul lavoro con la morte di un teramano di 26 anni, Luca Ferri, ucciso da una scarica elettrica in un cantiere edile di Tornimparte.
Il 2 giugno scorso un operaio originario di Miglianico, Francesco Della Grazia, è morto vicino al casello autostradale di Rovigo dopo essere stato travolto da un tir mentre stava collocando segnali stradali. La lista delle tragedie si allunga con un incidente avvenuto il 12 giugno, quando un agricoltore di Lanciano, Matteo Di Ciano, 68 anni, è morto finendo con il trattore nel burrone. Sempre un uomo di 68 anni, Piero Maccabei, di Assisi, operaio edile è morto nel Teramano il 15 giugno dopo essere stato schiacciato da un muletto.

Il 10 agosto ancora una tragedia sul lavoro: Renato Amiconi, di 29 anni, è deceduto nella esplosione di una casamatta a Cerchio, nella Marsica. Infine un operaio molisano, Mario Ferrari, è morto a 55 anni, il 2 settembre a Lentella (Chieti) dopo essere caduto da un ponteggio. Ieri, infine, l’ultima tragedia all’Aquila con la morte del giovane imprenditore pescarese, Andrea Di Pietrantonio.