L'Aquila, giunta Biondi in bilico per 41 voti: «Io non ho paura»
Il centrodestra alle prese col riconteggio delle schede in undici sezioni I big pronti a lasciare gli scranni a Villa Gioia per un seggio a Roma o in Regione
L’AQUILA. Una giunta in...quarantena. Sono 41 i voti che il centrosinistra sconfitto conta di riuscire a recuperare per ribaltare il risultato elettorale (con l’attribuzione della maggioranza dei seggi a chi ha perso) che ha riportato la destra al potere dopo il decennio di Massimo Cialente. E anche se l’esito del ricorso è cosa lunga – il che vuol dire che la vicenda, tra Tar e Consiglio di Stato, potrebbe trascinarsi almeno fino al 2019 – la decisione del Tar di ricontare le schede in 11 sezioni può avere ripercussioni sull’immediato nello scenario politico cittadino. Le prime fibrillazioni per la giunta Biondi potrebbero ulteriormente alimentare le velleità di candidatura alle Regionali e alle Politiche per alcuni esponenti di spicco del centrodestra, ai quali potrebbe stare troppo stretto il traballante scranno di Villa Gioia. Nell’altra parte del campo, invece, la lunga coda delle primarie Pietrucci-Di Benedetto potrebbe dar vita ad altri strappi in un Pd ancora in cerca di una dimensione dopo la disfatta delle Comunali.
«MEGLIO IL VOTO». «Non capisco davvero dove i ricorrenti vogliano andare a parare», afferma il sindaco Pierluigi Biondi. «Puntare all’anatra zoppa significa consegnare la città all’ingovernabilità nonostante la chiarissima volontà degli aquilani espressa al ballottaggio. Certamente non mi presterò a governi “inciucisti” o in continua fibrillazione. Meglio il ritorno al voto, a quel punto, non ho paura di misurarmi di nuovo con gli elettori, così potremo dimostrare di non aver “vinto per caso” come afferma qualcuno. Per le Regionali e le Politiche», prosegue il sindaco, «non potrò che essere lieto se la città dell’Aquila potrà contare di rappresentanti del centrodestra in parlamento o in Regione, tanto più – lo dico ironicamente – che le cariche non sarebbero incompatibili. Il ricorso non ha assolutamente indebolito la spinta propulsiva, anzi. Continuiamo a viaggiare a grande velocità e con estrema serenità. E nei prossimi giorni lo dimostreremo alla città con iniziative molto importanti».
GRANDI MANOVRE. Liris, De Matteis, D’Eramo, Imprudente, quattro colonne portanti dell’attuale architrave, sono tra i papabili per l’Emiciclo e il parlamento. I salviniani non hanno rinunciato al ruolo di primo partito della coalizione. Fratelli d’Italia potrebbe schierare Giorgio De Matteis al proporzionale. Non è un mistero, poi, che pezzi del Pd facciano il tifo per Liris a Roma, con Pietrucci che avrebbe, così, il via libera per il bis alla Regione senza un contendente di peso. Altro sogno di una parte dei rottamatori Pd sarebbe una Pezzopane soccombente nella sfida col medesimo Liris. Sullo sfondo c’è lo scontro generazionale nel Pd, ormai esploso in tutta la sua evidenza come si è già visto nel voto dei circoli. Il nuovo disegno dei collegi uninominali (L’Aquila, Avezzano Alto Sangro, senza la Valle Peligna, annessa a Pescara) e l’abbinamento con Teramo per il proporzionale, con 4 seggi, rimescola ulteriormente le carte. Forza Italia, ad esempio, è ancora più forte nel Teramano, da dove è probabile che usciranno i nomi degli eletti. Di conseguenza, all’uninominale potrebbe profilarsi una sfida Liris-Pezzopane. A meno che la senatrice Pd si sposti sul proporzionale lasciando sul campo Di Benedetto per sfidare la destra faccia a faccia. E la minoranza Pd? Cialente e il suo ex vicesindaco Pietro Di Stefano stanno con Cuperlo, alla cui corrente Sinistra Dem toccherebbe un posto buono al proporzionale. Ma anche questa, per l’ex sindaco, è una corsa a ostacoli in quanto in provincia la minoranza orlandiana esprime il marsicano Michele Fina, braccio destro del ministro Andrea Orlando. Uno scontro, questo, già evidenziato alle primarie di aprile scorso per la segreteria nazionale. E il posto per la maggioranza è della Pezzopane. Negli altri partiti, può puntare alla riconferma a Palazzo Madama la senatrice 5 Stelle Enza Blundo. A sinistra del Pd, i nomi in lizza per Regione e Parlamento sono quelli di Fabio Ranieri e Giustino Masciocco per la lista unica Mdp-Sinistra italiana e di Enrico Perilli per Rifondazione comunista.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«MEGLIO IL VOTO». «Non capisco davvero dove i ricorrenti vogliano andare a parare», afferma il sindaco Pierluigi Biondi. «Puntare all’anatra zoppa significa consegnare la città all’ingovernabilità nonostante la chiarissima volontà degli aquilani espressa al ballottaggio. Certamente non mi presterò a governi “inciucisti” o in continua fibrillazione. Meglio il ritorno al voto, a quel punto, non ho paura di misurarmi di nuovo con gli elettori, così potremo dimostrare di non aver “vinto per caso” come afferma qualcuno. Per le Regionali e le Politiche», prosegue il sindaco, «non potrò che essere lieto se la città dell’Aquila potrà contare di rappresentanti del centrodestra in parlamento o in Regione, tanto più – lo dico ironicamente – che le cariche non sarebbero incompatibili. Il ricorso non ha assolutamente indebolito la spinta propulsiva, anzi. Continuiamo a viaggiare a grande velocità e con estrema serenità. E nei prossimi giorni lo dimostreremo alla città con iniziative molto importanti».
GRANDI MANOVRE. Liris, De Matteis, D’Eramo, Imprudente, quattro colonne portanti dell’attuale architrave, sono tra i papabili per l’Emiciclo e il parlamento. I salviniani non hanno rinunciato al ruolo di primo partito della coalizione. Fratelli d’Italia potrebbe schierare Giorgio De Matteis al proporzionale. Non è un mistero, poi, che pezzi del Pd facciano il tifo per Liris a Roma, con Pietrucci che avrebbe, così, il via libera per il bis alla Regione senza un contendente di peso. Altro sogno di una parte dei rottamatori Pd sarebbe una Pezzopane soccombente nella sfida col medesimo Liris. Sullo sfondo c’è lo scontro generazionale nel Pd, ormai esploso in tutta la sua evidenza come si è già visto nel voto dei circoli. Il nuovo disegno dei collegi uninominali (L’Aquila, Avezzano Alto Sangro, senza la Valle Peligna, annessa a Pescara) e l’abbinamento con Teramo per il proporzionale, con 4 seggi, rimescola ulteriormente le carte. Forza Italia, ad esempio, è ancora più forte nel Teramano, da dove è probabile che usciranno i nomi degli eletti. Di conseguenza, all’uninominale potrebbe profilarsi una sfida Liris-Pezzopane. A meno che la senatrice Pd si sposti sul proporzionale lasciando sul campo Di Benedetto per sfidare la destra faccia a faccia. E la minoranza Pd? Cialente e il suo ex vicesindaco Pietro Di Stefano stanno con Cuperlo, alla cui corrente Sinistra Dem toccherebbe un posto buono al proporzionale. Ma anche questa, per l’ex sindaco, è una corsa a ostacoli in quanto in provincia la minoranza orlandiana esprime il marsicano Michele Fina, braccio destro del ministro Andrea Orlando. Uno scontro, questo, già evidenziato alle primarie di aprile scorso per la segreteria nazionale. E il posto per la maggioranza è della Pezzopane. Negli altri partiti, può puntare alla riconferma a Palazzo Madama la senatrice 5 Stelle Enza Blundo. A sinistra del Pd, i nomi in lizza per Regione e Parlamento sono quelli di Fabio Ranieri e Giustino Masciocco per la lista unica Mdp-Sinistra italiana e di Enrico Perilli per Rifondazione comunista.
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