L'Aquila, il vescovo sposta i parroci e dà caccia alle talpe

Petrocchi non gradisce le fughe di notizie e intanto avvia il riassetto della Curia. Scambio di preti tra Filetto e le frazioni di montagna di Montereale

L’AQUILA. Parroci senza macchina che lasciano i fedeli senza messa. Altri che, tornati da esperienze, spirituali s’intende, all’estero, rivogliono i vecchi incarichi. Altri ancora che si assentano per lunghi periodi senza lasciare traccia. C’è questo, e molto altro, nei dossier della Curia sui casi più spinosi delle parrocchie dell’arcidiocesi aquilana. Dossier sui quali sono al lavoro ormai da giorni il nuovo metropolita Giuseppe Petrocchi e il vicario generale Giovanni D’Ercole.

Pian piano il nuovo presule, opportunamente consigliato, sta muovendo le prime pedine. È presto per dire se sarà davvero rivoluzione. L’unica cosa certa, per ora, è che, se rivoluzione sarà, essa avverrà, o meglio si vorrebbe che avvenisse, nel silenzio. E nella riservatezza. Un richiamo alla continenza verbale (tipo la lapide teramana col celebre motto a lo parlare agi mesura) è stato rivolto, in maniera bonaria ma ferma, in occasione di un recente ritiro del clero. Lì il presule ha fatto capire di essere a conoscenza dell’esistenza di alcune «talpe» e di non gradire, per il futuro, le «fughe di notizie». Ha anche detto, in altra sede, che la realtà ecclesiale aquilana è complessa e che, per raccontarla, ci vogliono «cautela e preparazione». In attesa che si realizzino gli auspici episcopali ecco i primi spostamenti. Don Antonio Iurlaro lascia Filetto e Pescomaggiore per andare a Ville di Fano, Verrico, Castiglione e Santa Vittoria, frazioni montane di Montereale. Dall’Alto Aterno approda a Filetto e Pescomaggiore don John Jairo Sepulveda Calle.

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