L'Aquila, le associazioni difendono Tordera
Dopo l’addio alla Carispaq: «Perdiamo un manager di grandi qualità»
L'AQUILA. Dal mondo imprenditoriale si leva una voce unanime: «Con l’uscita di scena del direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, L’Aquila perderà un grande manager. Un uomo di cultura, sensibile alle esigenze delle aziende, delle istituzioni e della gente. Un aquilano di adozione, che molto ha dato, anche a livello personale e umano, a questa città».
E se il divorzio tra la banca cittadina e l’ex Dg della Carispaq è ormai cosa fatta, lo stesso non può dirsi per il legame con le associazione di categoria. Tutte pronte, attraverso i loro rappresentanti, a difendere l’operato di Tordera. «Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto» dichiara il presidente della Confcommercio dell’Aquila, Roberto Donatelli «la Cassa di Risparmio, sotto la sua direzione, ha dimostrato grande apertura nei confronti delle nostre imprese, stipulando una serie di convenzioni con Ascomfidi. Su questo non c’è nulla da eccepire. Tordera si è dimostrato un direttore attento al territorio e alle esigenze della città, anche dopo il sisma del 6 aprile 2009. Ha consentito alla Carispaq di essere una banca attiva, al di là dei numeri e delle esigenze di profitto».
Per Antonio Cappelli, direttore provinciale dell’Unione industriali, non vi sono dubbi: «La città perde un grande manager, che era riuscito abilmente a tirare fuori la Carispaq dalla tragedia del ’99, quando la banca rischiava di saltare. Ha fatto tanto per gli aquilani. Mi lega a Rinaldo Tordera un’amicizia personale, oltre che un rapporto professionale. Un direttore che ha saputo offrire tante opportunità agli imprenditori locali. Un uomo corretto, onesto, che si rendeva conto dei problemi della gente e delle imprese. E li faceva propri, cercando le soluzioni migliori. Oltre che un buon manager, si è perfettamente integrato con il territorio, senza risparmiarsi».
E di «una direzione generale che ha lasciato il segno» parla Angelo Taffo, presidente regionale di Confartigianato: «Ha aperto la banca al mondo delle imprese, lavorando bene con i nostri Confidi. E’ stato un timoniere illuminato, che ha saputo valorizzare molti aspetti della vita cittadina, dimostrando particolare attenzione alla cultura, allo sport, al sociale. Esprimo solidarietà e stima a Tordera, per la sua disponibilità a livello personale e per una professionalità e una sensibilità acuta che sono appannaggio di pochi».
Positivo anche il giudizio di Francesco Manni, direttore dell’Ance (associazione costruttori), sui dodici anni di Tordera alla guida della Carispaq: «Il ruolo di banca cittadina è stato interpretato appieno. Da forestiero, Tordera si è messo a disposizione delle istituzioni, delle categorie, dei cittadini, mantenendo un rapporto proficuo con le associazioni di categoria. Era e rimarrà un aquilano».
E se il divorzio tra la banca cittadina e l’ex Dg della Carispaq è ormai cosa fatta, lo stesso non può dirsi per il legame con le associazione di categoria. Tutte pronte, attraverso i loro rappresentanti, a difendere l’operato di Tordera. «Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto» dichiara il presidente della Confcommercio dell’Aquila, Roberto Donatelli «la Cassa di Risparmio, sotto la sua direzione, ha dimostrato grande apertura nei confronti delle nostre imprese, stipulando una serie di convenzioni con Ascomfidi. Su questo non c’è nulla da eccepire. Tordera si è dimostrato un direttore attento al territorio e alle esigenze della città, anche dopo il sisma del 6 aprile 2009. Ha consentito alla Carispaq di essere una banca attiva, al di là dei numeri e delle esigenze di profitto».
Per Antonio Cappelli, direttore provinciale dell’Unione industriali, non vi sono dubbi: «La città perde un grande manager, che era riuscito abilmente a tirare fuori la Carispaq dalla tragedia del ’99, quando la banca rischiava di saltare. Ha fatto tanto per gli aquilani. Mi lega a Rinaldo Tordera un’amicizia personale, oltre che un rapporto professionale. Un direttore che ha saputo offrire tante opportunità agli imprenditori locali. Un uomo corretto, onesto, che si rendeva conto dei problemi della gente e delle imprese. E li faceva propri, cercando le soluzioni migliori. Oltre che un buon manager, si è perfettamente integrato con il territorio, senza risparmiarsi».
E di «una direzione generale che ha lasciato il segno» parla Angelo Taffo, presidente regionale di Confartigianato: «Ha aperto la banca al mondo delle imprese, lavorando bene con i nostri Confidi. E’ stato un timoniere illuminato, che ha saputo valorizzare molti aspetti della vita cittadina, dimostrando particolare attenzione alla cultura, allo sport, al sociale. Esprimo solidarietà e stima a Tordera, per la sua disponibilità a livello personale e per una professionalità e una sensibilità acuta che sono appannaggio di pochi».
Positivo anche il giudizio di Francesco Manni, direttore dell’Ance (associazione costruttori), sui dodici anni di Tordera alla guida della Carispaq: «Il ruolo di banca cittadina è stato interpretato appieno. Da forestiero, Tordera si è messo a disposizione delle istituzioni, delle categorie, dei cittadini, mantenendo un rapporto proficuo con le associazioni di categoria. Era e rimarrà un aquilano».
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