L'Aquila, morì in un incidente stradale, scagionato il fidanzato
Il giudice: la ragazza cadde da sola con il motorino, Gizzi era lontano dal luogo della tragedia
L’AQUILA. Per quasi due anni ha dovuto difendersi dall’accusa di avere causato l’incidente nel quale perse la vita la fidanzata, Claudia Ottaviani, in quel tragico 9 agosto del 2015 nel territorio comunale di San Benedetto in Perillis dove la donna cadde mentre era in sella al suo motorino.
Nei giorni scorsi, però, Germano Gizzi è stato scagionato da omicidio colposo su richiesta della stessa Procura.
Ma si è trattato di un cammino assai tortuoso e il giovane ha rischiato, inizialmente, un’incriminazione molto più seria di quella ipotizzata.
Dopo l’incidente, infatti, fu presentata una denuncia, per vederci chiaro, da parte dei familiari della vittima. E, in effetti, il quadro probatorio era molto confuso e da approfondire.
Venne portata all’attenzione dei carabinieri la registrazione di una telefonata di Gizzi, ultima persona ad aver visto la vittima prima della tragedia, nella quale lamentava di aver subìto il danneggiamento al paraurti della sua macchina causato, a suo dire, dall’investimento di una pecora.
I militari sequestrarono l’auto, anche perché presentava tracce biologiche ematiche. Il rischio, per l’incolpevole Gizzi, era quello di essere accusato di aver causato, per dolo o colpa, l’incidente stradale senza, peraltro avvisare nessuno. Ma poi è stata fatta giustizia. Il consulente della Procura ha concluso che il motorino sul quale viaggiava la vittima non presentava segni di contatto con altri veicoli.
Ma c’è stata un’altra prova che ha escluso le responsabilità di Gizzi. L’incidente, infatti, è avvenuto alle 5,31 del 9 agosto ma, alle 5,53, Gizzi risultava aver effettuato un prelievo con la propria tessera bancomat in uno sportello all’Aquilone per poi timbrare il cartellino di presenza per l’Asm, dove lavora, alle 5,53, «a una distanza spaziale e temporale incompatibile, quindi, con la sua eventuale presenza sul luogo del sinistro», scrive il pm Roberta D’Avolio, nella richiesta di archiviazione accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale Guendalina Buccella.
Nel corso del procedimento l’indagato è stato assistito dall’avvocato Angela Maria Marinangeli mentre le indagini sono state fatte dai carabinieri della stazione di Navelli e della Compagnia di Sulmona.
L’incidente stradale, tra l’altro, si verificò lungo il tracciato sul quale si sarebbe corsa, poche ore dopo, la celebre Cronoscalata delle svolte di Popoli.(g.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Nei giorni scorsi, però, Germano Gizzi è stato scagionato da omicidio colposo su richiesta della stessa Procura.
Ma si è trattato di un cammino assai tortuoso e il giovane ha rischiato, inizialmente, un’incriminazione molto più seria di quella ipotizzata.
Dopo l’incidente, infatti, fu presentata una denuncia, per vederci chiaro, da parte dei familiari della vittima. E, in effetti, il quadro probatorio era molto confuso e da approfondire.
Venne portata all’attenzione dei carabinieri la registrazione di una telefonata di Gizzi, ultima persona ad aver visto la vittima prima della tragedia, nella quale lamentava di aver subìto il danneggiamento al paraurti della sua macchina causato, a suo dire, dall’investimento di una pecora.
I militari sequestrarono l’auto, anche perché presentava tracce biologiche ematiche. Il rischio, per l’incolpevole Gizzi, era quello di essere accusato di aver causato, per dolo o colpa, l’incidente stradale senza, peraltro avvisare nessuno. Ma poi è stata fatta giustizia. Il consulente della Procura ha concluso che il motorino sul quale viaggiava la vittima non presentava segni di contatto con altri veicoli.
Ma c’è stata un’altra prova che ha escluso le responsabilità di Gizzi. L’incidente, infatti, è avvenuto alle 5,31 del 9 agosto ma, alle 5,53, Gizzi risultava aver effettuato un prelievo con la propria tessera bancomat in uno sportello all’Aquilone per poi timbrare il cartellino di presenza per l’Asm, dove lavora, alle 5,53, «a una distanza spaziale e temporale incompatibile, quindi, con la sua eventuale presenza sul luogo del sinistro», scrive il pm Roberta D’Avolio, nella richiesta di archiviazione accolta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale Guendalina Buccella.
Nel corso del procedimento l’indagato è stato assistito dall’avvocato Angela Maria Marinangeli mentre le indagini sono state fatte dai carabinieri della stazione di Navelli e della Compagnia di Sulmona.
L’incidente stradale, tra l’altro, si verificò lungo il tracciato sul quale si sarebbe corsa, poche ore dopo, la celebre Cronoscalata delle svolte di Popoli.(g.g.)
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