L'Aquila, muore dopo il ricovero: chiesti 9 milioni alla Asl
La parte offesa contesta presunte negligenze nelle terapie L'Azienda sanitaria: «Controversia del tutto infondata»
L'AQUILA. Un maxi risarcimento è stato chiesto alla Asl dell'Aquila dai familiari di un operaio aquilano che alcuni anni fa morì dopo il ricovero in ospedale: la somma per la quale, tramite l'avvocato Maurizio Scicchitano è stata avanzata richiesta davanti al giudice civile del tribunale, è addirittura di nove milioni e 500mila euro. Una somma, per danni morali e materiali, che secondo i legali della controparte è perlomeno spropositata per una serie di ragioni.
I fatti risalgono ad alcuni anni fa quando un operaio aquilano, colpito da ictus, venne ricoverato al San Salvatore ma dopo alcuni giorni di degenza, purtroppo, morì. Nella richiesta di danni presentata dalla moglie del defunto e dai suoi sei figli si sostiene che ci sarebbero state delle negligenze da parte dei medici che lo curarano. Naturalmente il manager della Asl, Giancarlo Silveri, tramite l'avvocato Domenico de Nardis, ha contestato non solo l'entità della somma ma soprattutto il fatto che essa sia dovuta. Analoga anche la difesa dei medici chiamati in causa, assistiti dagli avvocati Ferdinando Paone, Riccardo Lopardi e Lanfranco Massimi. Secondo le difese, infatti, le cure erano state prestate nel migliore dei modi secondo i protocolli previsti per tali patologie. Va anche detto che l'uomo aveva già contratto una brutta malattia cardiaca e nonostante questo svolgeva un lavoro da operaio molto pesante che mal si conciliava con il suo stato di salute non ottimale. Le difese, sostenute anche dall'assicurazione Ina Assitalia, patrocinata dall'avvocato Matteo Mungari, hanno contestato, come riferito, anche la somma richiesta che deve essere parametrata, a loro dire, anche al reddito del defunto, che percepiva un salario dignitoso ma nulla di più. Sempre secondo il collegio difensivo la tendenza governativa e giurisprudenziale è quella comunque di contenere entro determinati limiti i risarcimenti. Dopo alcuni rinvii dovuti a motivi procedurali la controversia civile è stata aggiornata al 2 febbraio del prossimo anno. Il magistrato designato a decidere è Bianca Maria Serafini (foto a destra) che tratta diverse cause nelle quali è in giudizio una amministrazione pubblica o una azienda con capitali anche pubblici. La vicenda, contrariamente ad altre similari, non presenta profili di natura penale.
I fatti risalgono ad alcuni anni fa quando un operaio aquilano, colpito da ictus, venne ricoverato al San Salvatore ma dopo alcuni giorni di degenza, purtroppo, morì. Nella richiesta di danni presentata dalla moglie del defunto e dai suoi sei figli si sostiene che ci sarebbero state delle negligenze da parte dei medici che lo curarano. Naturalmente il manager della Asl, Giancarlo Silveri, tramite l'avvocato Domenico de Nardis, ha contestato non solo l'entità della somma ma soprattutto il fatto che essa sia dovuta. Analoga anche la difesa dei medici chiamati in causa, assistiti dagli avvocati Ferdinando Paone, Riccardo Lopardi e Lanfranco Massimi. Secondo le difese, infatti, le cure erano state prestate nel migliore dei modi secondo i protocolli previsti per tali patologie. Va anche detto che l'uomo aveva già contratto una brutta malattia cardiaca e nonostante questo svolgeva un lavoro da operaio molto pesante che mal si conciliava con il suo stato di salute non ottimale. Le difese, sostenute anche dall'assicurazione Ina Assitalia, patrocinata dall'avvocato Matteo Mungari, hanno contestato, come riferito, anche la somma richiesta che deve essere parametrata, a loro dire, anche al reddito del defunto, che percepiva un salario dignitoso ma nulla di più. Sempre secondo il collegio difensivo la tendenza governativa e giurisprudenziale è quella comunque di contenere entro determinati limiti i risarcimenti. Dopo alcuni rinvii dovuti a motivi procedurali la controversia civile è stata aggiornata al 2 febbraio del prossimo anno. Il magistrato designato a decidere è Bianca Maria Serafini (foto a destra) che tratta diverse cause nelle quali è in giudizio una amministrazione pubblica o una azienda con capitali anche pubblici. La vicenda, contrariamente ad altre similari, non presenta profili di natura penale.
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