L'Aquila, prete denunciato per il furto a Collemaggio
Don Ruggero Badiale prestò servizio all'Aquila. Secondo i carabinieri fu lui a rubare sedici anni fa il dipinto di Celestino V dalla basilica
L’AQUILA. Parroco denunciato anche per il furto di un dipinto di Celestino V nella parrocchia della basilica di Collemaggio all’Aquila. Avvenne nel 1992. Dopo sedici anni i carabinieri hanno trovato e denunciato il presunto reposnabile di quello e di altri furti. Si tratta di don Ruggero Badiale, in passato in servizio proprio all’Aquila, finito nei guai insieme ad in collaboratore ed ad un commerciante bresciano per ricettazione di oggetti sacri e opere d’arte.
Nella sua abitazione a Borghetto D’Arroscia, in provincia di Imperia, e nella cappella della casa di riposo “Opera cuore immacolato di Maria”, di cui è presidente del consiglio direttivo, sono stati rinvenuti ben 70 oggetti di arte sacra rubati nel corso del tempi in diverse parrocchie italiane tra cui il dipinto raffigurante “San Pietro Celestino con attributi papali”, trafugato dalla Basilica di Collemaggio all’Aquila. L'operazione è dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale e dei colleghi di Pieve di Teco (Imperia). I militari sono arrivati a lui dopo aver ricostruito il "viaggio" della reliquia di San Giustino, patrono di Paganica, rubata nel 1992 dalla locale parrocchia. Era in una casa d'aste parigina, arrivava da un antiquario di Montecarlo che l'aveva acquistata da un commerciante bresciano che l'aveva avuta da don Badiale. È emerso che in alcune parrocchie affidate al prete erano avvenuti furti di opere d'arte. Le perquisizioni al sacerdote hanno permesso di sequestrare i beni. Si tratta di oggetti del XVIII e XIX secolo, alcuni rubati dalla Chiesa di Borghetto D'Arroscia e da alcune parrocchie imperiesi, nonché il dipinto raffigurante "San Pietro Celestino con attributi papali" trafugato dalla basilica di Collemaggio dell'Aquila, ma anche un reliquario del XVIII secolo rubato nel 2012 dalla chiesa di Comunanza (Ascoli) e una navicella di fine XVIII secolo rubata nel 2012 dalla chiesa di San Terenziano di Gorro Borgo Val di Taro (Parma).