L'Aquila, smontata la gru che minacciava le case 

Dopo 48 ore di lavoro ripristinata la sicurezza per le 30 famiglie sfollate. La causa è il cedimento del terreno per infiltrazioni

L’AQUILA. Una notte in più in albergo, ospitate all’hotel Canadian, per le trenta famiglie sfollate a causa del pericolo di crollo di una gru in un cantiere per la ricostruzione post sisma, tra via Angioina e via del Falco, nella zona tra San Domenico, via Sallustio e Fontesecco. L’area, per due giorni interessata dall’operazione di smontaggio della gru, è stata interdetta dal sindaco Pierluigi Biondi, con un’ordinanza nel pomeriggio di giovedì, quando sono state allontanate le famiglie per motivi di sicurezza.
LA GRU INCLINATA. Dopo due giorni di lavori, prima per stabilizzare la gru che si è inclinata, minacciando gli edifici circostanti, molti dei quali già ricostruiti e abitati da poco, il Consorzio Di Vincenzo & Strever ieri, con tecnici e operai impegnati per quasi 48 ore di fila – tra attività e sorveglianza, quest’ultima insieme agli agenti della polizia municipale, nonostante la Fiera dell’Epifania – sono riusciti a smontare la gru e a rimettere l’area in sicurezza. Da stamani, se non ci saranno state complicazioni nella notte, il sindaco ritirerà l’ordinanza di sgombero e di interdizione al traffico delle zone interessate: da via Buccio di Ranallo lungo tutto il perimetro di San Domenico e Fontesecco.
Ma andiamo per ordine.
L’ALLARME. Giovedì, intorno alle 9, il responsabile del cantiere della Di Vincenzo & Strever scendendo da via Sallustio, ha notato che nel posizionamento della gru qualcosa non andava. Si è precipitato a fare le misurazioni insieme ai tecnici e in effetti c’era un problema: la gru, alta 46 metri, si era inclinata leggermente su un lato. Una inclinazione di 10 centimetri, che proiettata lungo l’asse della torre, faceva pendere la gru di circa un metro.
LE INFILTRAZIONI. L’inclinazione, ha spiegato poi il responsabile del cantiere, è stata dovuta non al cedimento del basamento della struttura, ma del terreno, dovuto probabilmente a infiltrazioni di acqua e neve. L’impianto della gru, quindi, non presentava alcun difetto di montaggio. L’operazione di smantellamento doveva iniziare e concludersi entro la notte tra giovedì e ieri.
COMPLICAZIONI. Ma c’è stata una complicazione: togliere i contrappesi poteva costituire un pericolo per lo sbilanciamento della gru. E nonostante l’arrivo da Chieti di un braccio da 500 tonnellate, l’impresa non ha potuto fare nulla, perché c’era la necessità di un altro braccio per imbracare la struttura e evitare oscillazioni.
SECONDO BRACCIO. Il secondo braccio, da 200 teonnellate, è arrivato nel pomeriggio da Recanati, dopo il tentativo andato a vuoto (per il guasto al computer) di farne arrivare uno da Roma entro le 10 del mattino. Il secondo braccio è stato posizionato in piazza San Domenico e da lì è stata stabilizzata la gru ed è iniziato lo smontaggio.
FINO A NOTTE. L’operazione è andata avanti fino a notte. «Per fortuna nessuna conseguenza e nessun intralcio alla Fiera», ha detto l’assessore alle Opere pubbliche, Guido Liris. «Ci dispiace per il disagio dei residenti». In base al rapporto di polizia e vigili urbani, non è esclusa l’apertura di un’inchiesta.
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