L’Aquila, tentata truffa coi fondi Giovanardi Il Comune dell'Aquila non si costituisce parte civile
Il processo per la tentata truffa da 12 milioni di euro sui fondi per il sociale messi a disposizione dal governo Berlusconi attraverso l’allora sottosegretario Giovanardi: tra i testimoni citati dal pm l’arcivescovo, il presidente della regione
L’AQUILA. Il Comune dell’Aquila ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo sulla tentata truffa su 9 dei 12 milioni di fondi per il sociale messi a disposizione, dopo il sisma del 2009, dal governo Berlusconi attraverso l’allora sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi. È quanto si è appreso nell’aula del Tribunale aquilano dove testimoni illustri hanno sfilato oggi per la prima udienza dibattimentale del processo. In aula anche il sindaco, Massimo Cialente, e l’assessore comunale Stefania Pezzopane, la quale nel giugno scorso, aveva invece annunciato la costituzione dell’ente. Le parti civili ammesse dal giudice Giuseppe Grieco sono la presidenza del Consiglio dei ministri, l’Arcidiocesi dell’Aquila (per uno solo degli imputati) e il Comune di Torre dè Passeri (Pescara). Unico imputato presente in aula il medico aquilano Gianfranco Cavaliere. Assente l’altro, Fabrizio Traversi che, secondo la Procura dell’Aquila, sarebbe la «mente» del raggiro mancato.
Le accuse I due sono accusati di falso poichè, per conseguire ingiusto profitto, avrebbero tratto in errore il Dipartimento per le Politiche della famiglia, che aveva stanziato la somma, e il commissario delegato per la ricostruzione al fine di ottenere 12 milioni, somma in seguito ridotta a 9. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Pescara. Secondo le accuse, il sodalizio criminale avrebbe promosso la costituzione della Fondazione «Abruzzo solidarietà e sviluppo Onlus» (ritenuta vicina alla Curia) e di altre associazioni e fondazioni, raggirando soggetti privati e istituzionali «mediante mendaci informazioni circa le finalità della Fondazione stessa».
Molinari e Chiodi in aula come testimoni. Tra i testimoni presenti in aula, citati dal pm Antonietta Picardi nell’ambito dell’inchiesta «Attenti a quei due», l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari, il presidente della Regione ed ex commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, il vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, il presidente di Confartigianato Abruzzo, Angelo Taffo. Nella lista dei testi dell’accusa anche il vescovo ausiliare dell’Aquila, Giovanni D’Ercole, assolto in udienza preliminare dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio, per avere svelato a Traversi l’esistenza dell’inchiesta in corso. Il pm Picardi sull’assoluzione ha presentato appello. Tra i testimoni anche Pierluigi Biondi, sindaco di Villa Sant’Angelo (L’Aquila); Augusto Ippoliti, collaboratore del vescovo D’Ercole; Annamaria Giorgi, direttore dell’Eiem (Ente italiano per la montagna, organo disciolto della presidenza del Consiglio); Antonio Morgante, della segreteria Presidenza della Regione Abruzzo; Nicola Ferrigni, presidente di Eurispes Abruzzo, prosciolto in udienza preliminare.
Già condannato il sindaco di San Demetrio. Con rito abbreviato è già stato condannato il sindaco di San Demetrio nè Vestini (L’Aquila), Silvano Cappelli: un anno per falso in quanto ’capofilà di altri sindaci dell’area del ’craterè e soggetto proponente del progetto «L’Aquila Città Territorio», depositato il 6 agosto 2010 presso la struttura commissariale e la presidenza del Consiglio dei ministri, «non riuscendo nell’intento - scrive il pm nella chiusura delle indagini preliminari - per ragioni estranee alla loro volontà». Gli imputati Traversi e Cavaliere rispondono anche del reato di falso ideologico, poichè «in concorso tra loro e approfittando della qualifica del sindaco Cappelli, attestavano falsamente partenariati istituzionali e professionali nel progetto denominato "L’Aquila Città Territorio"».
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