L'Italia in lutto piange i morti d'Abruzzo
Composto dolore ai funerali di Stato, 205 bare e tante autorità
L'AQUILA - Un dolore silenzioso e composto in una giornata di sole e calma di vento: i parenti delle vittime del sisma che ha sconvolto l'Abruzzo hanno accompagnato così i solenni funerali di 205 delle 289 persone rimaste sotto le macerie la notte del 6 aprile scorso.
Duecentocinque bare allineate su quattro file nell'ampio piazzale della caserma della Guardia di Finanza a Coppito dell'Aquila, molte sormontate da quelle piccole e bianche dei bambini morti con uno dei genitori; il più giovane Antonio, cinque mesi, in una cassa di meno di mezzo metro, posta sopra quella della madre Darinca.
Il piazzale è stato trasformato per l'occasione in una grande chiesa a cielo aperto, e affollato fin dalle prime ore del mattino da almeno 1600 congiunti delle vittime - che hanno a lungo sciamato tra le bare, accarezzandole, abbracciandole, coprendole di fiori - e dalle numerosissime autorità civili e religiose convenute nel piccolo centro subito fuori dell'Aquila per questo Venerdì santo di dolore dignitoso.
Sulle venti casse dei piccoli, un giocattolo, un numero di identificazione, il nome, un'orchidea, un fiore giallo. Su quelle dei più grandi una foto, la maglia della squadra preferita, una rosa.
La cerimonia, cui hanno assistito almeno cinquemila persone, è cominciata alle 11.00, subito dopo l'arrivo delle autorità: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il leader dell'opposizione Dario Franceschini con Piero Fassino, Paolo Ferrero, Rosy Bindi, Paolo Cento e Lorenzo Cesa; per il governo anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni e i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. Tutt'intorno decine e decine di volontari con le loro casacche gialle e arancioni, quasi a voler contrastare il diffuso viola del lutto.
Il segretario del Papa, padre Georg Gaenswein, ha aperto la cerimonia leggendo il messaggio del Pontefice all'Abruzzo terremotato, che ha invitato a "non cedere allo sconforto", a "continuare a sperare". "Questo è il momento dell'impegno in sintonia con lo Stato", ha scritto il Papa rilevando di aver "notato una crescente onda di solidarietà " e sottolineando che "anche la Santa Sede intende fare la sua parte".
E' stata poi la volta del segretario di Stato vaticano, monsignor Tarcisio Bertone, che, dopo la lettura del Vangelo di Giovanni del venerdì Santo, ha pronunciato la sua omelia nella quale ha elogiato l' "Italia solidale e fraterna" che si è riunita attorno alle bare e ha esortato "a riprendere il cammino". Berlusconi ha spesso girato tra i parenti delle vittime, confortandoli e abbracciandoli. Molti di loro, esausti dopo la quarta notte di scosse passata nella tendopoli, si sono scambiati il segno di pace senza un grido, nè un eccesso. E si sono messi in fila per fare la comunione.
Dopo un breve intervento, l'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari ha aiutato Bertone ad aspergere e benedire le 205 vittime. Poi il brevissimo rito per i morti islamici nel quale l'imam Mohammed Nour ha evocato l' "unità di tutti di fronte all'unico dio".
Più in là, nelle città ferite, il lavoro dei volontari, formiche tra i cumuli delle macerie, e le squadre anti sciacalli, per garantire ai sopravvissuti la dignità di un futuro. E ancora scosse, anche durante il funerale, quasi tutte strumentali, una sola di magnitudo 2.5.
Duecentocinque bare allineate su quattro file nell'ampio piazzale della caserma della Guardia di Finanza a Coppito dell'Aquila, molte sormontate da quelle piccole e bianche dei bambini morti con uno dei genitori; il più giovane Antonio, cinque mesi, in una cassa di meno di mezzo metro, posta sopra quella della madre Darinca.
Il piazzale è stato trasformato per l'occasione in una grande chiesa a cielo aperto, e affollato fin dalle prime ore del mattino da almeno 1600 congiunti delle vittime - che hanno a lungo sciamato tra le bare, accarezzandole, abbracciandole, coprendole di fiori - e dalle numerosissime autorità civili e religiose convenute nel piccolo centro subito fuori dell'Aquila per questo Venerdì santo di dolore dignitoso.
Sulle venti casse dei piccoli, un giocattolo, un numero di identificazione, il nome, un'orchidea, un fiore giallo. Su quelle dei più grandi una foto, la maglia della squadra preferita, una rosa.
La cerimonia, cui hanno assistito almeno cinquemila persone, è cominciata alle 11.00, subito dopo l'arrivo delle autorità: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il leader dell'opposizione Dario Franceschini con Piero Fassino, Paolo Ferrero, Rosy Bindi, Paolo Cento e Lorenzo Cesa; per il governo anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni e i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. Tutt'intorno decine e decine di volontari con le loro casacche gialle e arancioni, quasi a voler contrastare il diffuso viola del lutto.
Il segretario del Papa, padre Georg Gaenswein, ha aperto la cerimonia leggendo il messaggio del Pontefice all'Abruzzo terremotato, che ha invitato a "non cedere allo sconforto", a "continuare a sperare". "Questo è il momento dell'impegno in sintonia con lo Stato", ha scritto il Papa rilevando di aver "notato una crescente onda di solidarietà " e sottolineando che "anche la Santa Sede intende fare la sua parte".
E' stata poi la volta del segretario di Stato vaticano, monsignor Tarcisio Bertone, che, dopo la lettura del Vangelo di Giovanni del venerdì Santo, ha pronunciato la sua omelia nella quale ha elogiato l' "Italia solidale e fraterna" che si è riunita attorno alle bare e ha esortato "a riprendere il cammino". Berlusconi ha spesso girato tra i parenti delle vittime, confortandoli e abbracciandoli. Molti di loro, esausti dopo la quarta notte di scosse passata nella tendopoli, si sono scambiati il segno di pace senza un grido, nè un eccesso. E si sono messi in fila per fare la comunione.
Dopo un breve intervento, l'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari ha aiutato Bertone ad aspergere e benedire le 205 vittime. Poi il brevissimo rito per i morti islamici nel quale l'imam Mohammed Nour ha evocato l' "unità di tutti di fronte all'unico dio".
Più in là, nelle città ferite, il lavoro dei volontari, formiche tra i cumuli delle macerie, e le squadre anti sciacalli, per garantire ai sopravvissuti la dignità di un futuro. E ancora scosse, anche durante il funerale, quasi tutte strumentali, una sola di magnitudo 2.5.