L’odissea di Virginia studentessa autistica senza un insegnante
La 20enne costretta a restare in corridoio durante le lezioni Il padre Dario protesta: «È una storia di umana sofferenza»
L’AQUILA. Quando entra a scuola alle 8.30 Virginia Verzulli, studentessa 20enne del Liceo musicale, si siede su una sedia lungo i corridoi e aspetta la campanella della fine delle lezioni. Le lezioni degli altri compagni di scuola, s’intende, perché lei resta a girovagare nel corridoio senza meta. Per lei nessuna lezione o attività didattica. Virginia è bella. Ha i capelli mori e corti come li portano tante ragazze della sua età. Ha un sorriso ampio che ti apre il cuore e che sa di felicità. Ma cos’ha questa ragazza, allora, di diverso dai suoi compagni per non poter entrare in aula? Virginia ha una cosa e gliene manca un’altra: ha una disabilità mentale che si chiama autismo. E non ha un docente di sostegno. Il 14 settembre scorso, primo giorno di scuola, il padre Dario, che è anche presidente dell’Autismo Abruzzo onlus, l’ha accompagnata al Liceo musicale e … voilà: anche quest’anno, per l’ennesima volta, non c’era il sostegno. All’assistente scolastica di Virginia, inoltre, è vietato condurre la studentessa in classe. E Virginia si vede sfilare davanti a sé i compagni di scuola mentre lei resta seduta nel corridoio. La sua storia è solo il simbolo di tante, troppe situazioni simili. Soltanto nel suo istituto, nelle stesse condizioni c’è un altro studente autistico. E chissà quanti altri all’Aquila e in Abruzzo. «Ogni mille studenti ci sono almeno 3-4 alunni con autismo medio-grave», spiega Verzulli. Al di là dei numeri, qui ci sono storie di umana sofferenza, di sforzi delle famiglie per integrare nella società i loro ragazzi autistici dalle mille risorse, per insegnargli a essere autonomi perché un domani dovranno cavarsela da soli. A chi si appoggeranno? Non allo Stato se le condizioni sono quelle che si presentano nel mondo della scuola. «Secondo la riforma della Buona scuola il dirigente scolastico ha l’autorità per risolvere immediatamente qualsiasi problema e quindi può nominare il primo insegnante di sostegno libero. Non è possibile che al quarto giorno di scuola non ci sia ancora un insegnante a cui mia figlia ha diritto», riferisce Dario, «non si capisce qual è la causa, cosa dipende dalla Buona scuola e cosa da un sistema che non funziona». Verzulli è andato due volte all’Ufficio scolastico provinciale: per i funzionari sulla carta è tutto a posto «e invece qua l’insegnante non si vede». Verzulli ieri si è rivolto al difensore civico, mentre oggi sporgerà una denuncia ai carabinieri predisposta dal legale della onlus (a disposizione per tutta la regione) Giovanni Legnini, cugino omonimo del vicepresidente del Csm. Una battaglia di Davide contro Golia, «ma se non siamo noi i primi a combattere queste ingiustizie, chi deve farlo?».
Una storia apparentemente senza colpe, come spesso succede quando è la burocrazia a dominare sulla vita reale delle persone. «Venire qui tutte le mattine e vedere mia figlia all’angoletto mentre tutto intorno resta immobile mi distrugge», aggiunge Dario, che fa la spola tra Liceo musicale e uffici (con perdita di ore di lavoro). L’interruzione del piano didattico crea, inoltre, danni all’educazione dei giovani che hanno una disabilità mentale come Virginia: «Per le persone con autismo è fondamentale avere una continuità dei punti di riferimento e delle attività, altrimenti si azzerano gli sforzi fatti da tutti noi e da lei per prima».
Marianna Gianforte
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