L’ospedale in emergenza
Prestazioni aumentate del 25% dopo tagli e terremoto.
AVEZZANO. Aumentano del 25% le prestazioni all’ospedale di Avezzano, ma il personale e la struttura, già carenti, rimangono gli stessi. Dopo i danni al San Salvatore dell’Aquila dovuti al terremoto e i tagli negli ospedali di Tagliacozzo e Pescina ora è emergenza. Al pronto soccorso le prestazioni giornaliere sono passate dalle 130 del 2008 alle 170 attuali. Sindacati e lavoratori, ieri in Comune, sono stati ricevuti dal sindaco. Secondo Floris quello di Avezzano è «un ospedale da rottamare».
LA PROTESTA. Davanti al Comune, alle 11 in punto, c’erano i rappresentanti di ogni reparto dell’ospedale e di tutte le realtà lavorative del settore sanitario, dai medici agli infermieri, fino agli operatori socio sanitari. Il gruppo è stato accompagnato dal segretario provinciale della Cgil funzione pubblica, Dario Angelucci, e dal responsabile aziendale del sindacato, Antonio Ginnetti. Sono stati ricevuti dal sindaco Antonio Floris nella sala riunioni del primo piano.
LE CARENZE. Ginnetti ha segnalato al primo cittadino, che è anche presidente del Comitato ristretto dei sindaci, la carenza cronica di personale. «In tutti i reparti», secondo la Cgil, «ci sono difficoltà che possono essere risolte solo con nuove assunzioni. «La Asl», aggiunge Ginnetti, «ci aveva promesso nuove assunzioni e la pubblicazione di un avviso pubblico che recentemente è scomparso anche dal sito internet dell’azienda». A Ortopedia è rimasto un solo operatore socio sanitario per 28 posti.
PRONTO SOCCORSO. Oltre alle problematiche strutturali, ci sono gravi carenze di personale. Spesso rimangono di turno solo due infermieri che svolgono anche attività di 118. Quando c’è un intervento di soccorso, nel reparto resta una sola unità. Inoltre negli ultimi tempi, dalle 130 prestazioni medie giornaliere si è passati a 170.
NIENTE PRIVACY. La situazione strutturale del San Filippo e Nicola è drammatica. I pazienti, infatti, sono costretti a stare in quattro dentro camere di pochi metri. Ci sono inoltre bagni comuni per uomini e donne. Il problema, però, non è stato mai risolto perché sarebbe necessario rivedere l’intera distribuzione delle camere.
NUOVO OSPEDALE. Alla luce della situazione illustrata dai lavoratori e dalle parti sociali, l’unica soluzione sembra essere quella più volte prospettata di un nuovo ospedale per un investimento di 30 milioni di euro. Una ipotetica ristrutturazione comporterebbe una spesa di gran lunga superiore. Per la Cgil, però, «non si può neanche continuare così ed è necessario intervenire per non mettere a rischio la salute dei pazienti». Il Comune, per la realizzazione dell’opera, ha messo a disposizione 35mila metri quadrati di terreno ed è pronto agli espropri, ma fino a oggi non si è mai discusso del progetto in termini concreti. Per ora il sindaco ha sostenuto che «una commissione comunale costituita ad hoc per la sanità sta lavorando alacremente e nei prossimi giorni fornirà i risultati dell’attività svolta».
LA PROTESTA. Davanti al Comune, alle 11 in punto, c’erano i rappresentanti di ogni reparto dell’ospedale e di tutte le realtà lavorative del settore sanitario, dai medici agli infermieri, fino agli operatori socio sanitari. Il gruppo è stato accompagnato dal segretario provinciale della Cgil funzione pubblica, Dario Angelucci, e dal responsabile aziendale del sindacato, Antonio Ginnetti. Sono stati ricevuti dal sindaco Antonio Floris nella sala riunioni del primo piano.
LE CARENZE. Ginnetti ha segnalato al primo cittadino, che è anche presidente del Comitato ristretto dei sindaci, la carenza cronica di personale. «In tutti i reparti», secondo la Cgil, «ci sono difficoltà che possono essere risolte solo con nuove assunzioni. «La Asl», aggiunge Ginnetti, «ci aveva promesso nuove assunzioni e la pubblicazione di un avviso pubblico che recentemente è scomparso anche dal sito internet dell’azienda». A Ortopedia è rimasto un solo operatore socio sanitario per 28 posti.
PRONTO SOCCORSO. Oltre alle problematiche strutturali, ci sono gravi carenze di personale. Spesso rimangono di turno solo due infermieri che svolgono anche attività di 118. Quando c’è un intervento di soccorso, nel reparto resta una sola unità. Inoltre negli ultimi tempi, dalle 130 prestazioni medie giornaliere si è passati a 170.
NIENTE PRIVACY. La situazione strutturale del San Filippo e Nicola è drammatica. I pazienti, infatti, sono costretti a stare in quattro dentro camere di pochi metri. Ci sono inoltre bagni comuni per uomini e donne. Il problema, però, non è stato mai risolto perché sarebbe necessario rivedere l’intera distribuzione delle camere.
NUOVO OSPEDALE. Alla luce della situazione illustrata dai lavoratori e dalle parti sociali, l’unica soluzione sembra essere quella più volte prospettata di un nuovo ospedale per un investimento di 30 milioni di euro. Una ipotetica ristrutturazione comporterebbe una spesa di gran lunga superiore. Per la Cgil, però, «non si può neanche continuare così ed è necessario intervenire per non mettere a rischio la salute dei pazienti». Il Comune, per la realizzazione dell’opera, ha messo a disposizione 35mila metri quadrati di terreno ed è pronto agli espropri, ma fino a oggi non si è mai discusso del progetto in termini concreti. Per ora il sindaco ha sostenuto che «una commissione comunale costituita ad hoc per la sanità sta lavorando alacremente e nei prossimi giorni fornirà i risultati dell’attività svolta».