L’ultimo applauso per l’attore Nettino

Commozione ai funerali di Di Gregorio. Il ricordo di Cialente: «Con lui se ne va un pezzo di storia»

L’AQUILA. Sono stati celebrati ieri mattina da padre Bruno Cipriani, nella chiesa-tenda di Santa Maria del Soccorso, al cimitero, i funerali di Nettino Di Gregorio, attore di teatro dialettale molto noto in città, che si è spento all’età di 87 anni.

Nel giorno dell’addio a uno dei personaggi di quell’Aquila che non c’è più, arriva il ricordo del sindaco Massimo Cialente.

«Con Nettino», scrive in una nota il sindaco, «se ne va un pezzo di storia della nostra città. Portatore di aquilanità genuina, fatta di energia e saggezza spesso condita con quel pizzico di ironia che non faceva mai mancare il sorriso, era un esperto conoscitore “dell’altro”, e questa peculiarità riusciva a riempire il palcoscenico del suo teatro. Lo ricordo con somma tenerezza nelle sue performance che hanno lasciato il segno nel lungo e importante cammino teatrale percorso nella città dell’Aquila. Ricordo, in particolare, un episodio che, a mio parere, ne delinea la sua personalità artistica. In una rappresentazione teatrale dialettale, Nettino ebbe delle difficoltà a causa di una porta che dava sul palcoscenico e che non si apriva. Cercò di forzarne l’apertura fino a riuscire nel suo intento. Conquistato il palcoscenico, fu talmente bravo con la sua inimitabile mimica, che il pubblico pensò che l’episodio fosse previsto nel copione e gli tributò un lungo e appassionato applauso. Questo era l’attore Nettino: un ottimo interprete, la cui capacità di improvvisare era fiore all’occhiello della carriera artistica. Ma Nettino lo ricordo anche come grande uomo di spirito, profondo conoscitore della vita degli aquilani, delle abitudini, dei vizi e dei pregi che ci contraddistinguono. Metteva in scena ciò che assorbiva nella vita di tutti i giorni, e se lo incontravo passeggiando nei suoi adorati vicoli riusciva a trasmettermi una positività che permeava il resto della mia giornata. Ci mancherà Nettino, ci mancheranno i sorrisi che elargiva e quelli che suscitava. Ci mancherà, in particolar modo, quel proficuo seme che tanto ha influenzato la profonda rinascita culturale della città insieme a tanti altri indimenticati e indimenticabili personaggi aquilani».

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