La Biometano: centrale in funzione dal 2024 

Parla il manager Peraino dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Appello ai sindaci: «Ora collaboriamo»

COLLARMELE. La Biometano Energy conta di realizzare l’impianto a biogas entro la primavera del 2024. Lo afferma Claudio Peraino che oltre a far parte della società ne è anche il portavoce.
«Ora che anche il Consiglio di Stato ci ha dato ragione», spiega l’imprenditore triestino, «riprenderemo subito i contatti con le banche, con le quali avevamo fatto dei pre-accordi, per ottenere i finanziamento che ci consentiranno di realizzare la struttura. Il tempo che in questi casi occorre per il disbrigo delle pratiche si aggira sui 2-3 mesi. Un altro anno se ne andrà per la costruzione dell’impianto. Dunque tra marzo e aprile del 2024 la centrale a biogas, che dovrà sorgere nel comune di Collarmele, potrà entrare in funzione. Vi lavoreranno complessivamente una ventina di persone. Ci auguriamo», prosegue Peraino, «che tra noi e le amministrazioni comunali, con le quali, almeno per i prossimi 20 anni, dovremo lavorare insieme, si instauri un clima di fattiva e proficua collaborazione».
I sindaci dei tre Comuni – Collarmele, San Benedetto dei Marsi e Pescina – che in questi tre anni, insieme a un comitato civico, si sono battuti in tutte le sedi per impedire che il progetto presentato dalla Biometano Energy venisse attuato, non hanno certo fatto salti di gioia nell’apprendere che il loro ricorso è stato rigettato dal Consiglio di Stato. Interpellati a commentare l’esito della vicenda, soltanto il primo cittadino di Collarmele, Antonio Mostacci, non si è tirato indietro.
«Abbiamo fatto tutto ciò che era nei nostri poteri», dichiara, «per contrastare la realizzazione di un impianto che, a nostro parere, avrebbe arrecato un danno all’ambiente e all’attività agricola del Fucino. Il Consiglio di Stato, al quale spettava la decisione finale, però, ha ritenuto infondati i motivi del nostro ricorso. Prendiamo pertanto atto della sentenza, emessa da un giudice terzo, e nel contempo assicuriamo i nostri concittadini che vigileremo perché la società che dovrà realizzare l’impianto rispetti tutti gli impegni che ha preso».
Per capire le ragioni della sentenza del Consiglio di Stati vale la pena riportarne un brano: «Il legislatore ha individuato a monte, nell’esercizio della propria discrezionalità politica, nel bilanciamento dei vari interessi in gioco, l'interesse ambientale come prevalente rispetto al potere di pianificazione territoriale, riconoscendo la superiore valenza degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili».