La Comunità montana rischia la soppressione
Montagna marsicana, scaduto il termine per l’adesione da parte dei Comuni In pericolo i servizi sociali dell’ente a favore di bambini, disabili e anziani
AVEZZANO. Il destino della Comunità montana "Montagna marsicana" sembra segnato. Ai 32 Comuni che ne fanno parte la Regione aveva dato tempo fino al 30 aprile per costituirsi in Unione dei comuni montani ed evitare così la soppressione dell'Ente. Nessuno si è mosso.
PROROGA. È stata così concessa una proroga di altri sei mesi. Se entro il 30 ottobre l'Unione continuerà a rimanere sulla carta, la Comunità montana verrà messa in liquidazione. Siamo quasi a luglio e non è accaduto ancora nulla. A convincere i Comuni a dare impulso allo sviluppo del territorio, non sono bastate finora neppure le rassicurazioni della Regione di mettere a disposizione delle Unioni consistenti risorse.
Temendo di perdere la propria autonomia, i Comuni preferiscono procedere in ordine sparso. Ignorando che, dal 1° gennaio 2014, i Comuni fino a 3.000 abitanti, appartenenti a comunità montane, hanno l'obbligo di gestire in forma associata le funzioni fondamentali (servizi pubblici, urbanistica, protezione civile, raccolta rifiuti, servizi sociali, edilizia scolastica, polizia municipale, catasto), al fine di assicurare il contenimento della spesa pubblica. L'Unione dei comuni eliminerebbe la frammmentazione delle funzioni, assicurerebbe ai cittadini servizi più efficienti e si abbatterebbe la spesa pubblica. Ma i Comuni, purtroppo, non riescono a guardare oltre i loro piccoli interessi. A scapito ovviamente della collettività.
ACCORPAMENTO. Nella Marsica fino a due anni fa le Comunità montane erano tre: la Marsica Uno, la Valle del Giovenco e la Valle Roveto. Il primo luglio 2011, in attuazione di un decreto regionale, sono state accorpate in un unico Ente, retto da un commissario, Stefano Di Rocco. Il 3 settembre 2012, il consiglio, costituito dai sindaci di tutti i Comuni, a eccezione di Avezzano, che ne è fuori, ha eletto presidente Maurizio Di Marco Testa, primo cittadino di Tagliacozzo. Dell'esecutivo fanno parte Aurelio Maurizi (Castellafiume), Lucilla Lilli (Cappadocia), Aurelio Rossi (Ortona dei Marsi), Roberto Tony Gismondi (Balsorano).
L'Ente, i cui amministratori non percepiscono indennità, né gettoni di presenza, gestisce solo i servizi sociali per anziani, minori e disabili.
UNIONE. A gennaio, la Regione con una legge ha individuato in Abruzzo otto ambiti territoriali, omogenei per area geografica. Tra essi la comunità montana "Montagna marsicana", che risulta essere la più vasta della Regione. Poiché, per legge, dell'Unione non possono far parte più di 16 Comuni, per quanto riguarda la Marsica, c'è la possibilità di costituire più Unioni. Se questo, come appare probabile, non avverrà, allo scadere dell'ennesima proroga, il presidente della Regione disporrà, con un proprio decreto, la soppressione della Comunità montana e nominerà un commissario liquidatore. Patrimonio e personale dell'Ente, anziché all'Unione dei comuni, verranno trasferiti alla Regione. E le cooperative alle quali la Comunità montana ha affidato i servizi sociali, e nelle quali operano oltre 200 persone, che fine faranno?
PATRIMONIO. La "Montagna marsicana" dispone di un patrimonio consistente: le tre sedi (Avezzano, a Pescina e a Civitella Roveto); il canile consortile di Sante Marie; il parco della Sponga a Canistro; la grotta di Beatrice Cenci a Verrecchie; i camping di Oricola, Roccacerro e Zompo lo Schioppo, a Morino; i bocciodromi di Luco dei Marsi e di Castellafiume; l'ostello di Collelongo e un albergo a Morino. Il valore si aggira sui 20 milioni.
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