La mani di Mafia Capitale sui rifiuti
Ombre sulla Marsica, uno dei consorzi coinvolti nelle indagini romane ha tentato la scalata societaria all’Aciam
AVEZZANO. Volevano mettere le mani anche sui rifiuti della Marsica, tentando la scalata all’Aciam (Azienda consorziale di igiene ambientale marsicana), tramite la Segen, società al 100% pubblica. È il consorzio di Cesena Formula Ambiente (società cooperativa sociale), fino al 2012 presieduta da Salvatore Buzzi, al centro dell’inchiesta ribattezzata “Mondo di mezzo” che ha provocato un terremoto politico-giudiziario che a quanto pare non si è abbattuto solo su Roma. Oltre a Buzzi nell’inchiesta sono stati arrestati anche due componenti del cda, Alessandra Garrone e Carlo Maria Guarany, oltre a un componente del collegio dei revisori, Paolo Di Nicco. Ieri pomeriggio su richiesta della direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma il nucleo di polizia tributaria ha sequestrato altre due società cooperative riconducibili a Buzzi. Una delle due è la “29 Giugno servizi società cooperativa di produzione e lavoro”, al 49,4% all’interno del Consorzio Formula Ambiente. Si tratta dello stesso consorzio che si è aggiudicato il bando "Servizio di igiene urbana nei Comuni di Ovindoli, Lucoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo", con un ribasso del 16%. Dal 1° dicembre Formula Ambiente ha iniziato a lavorare a Ovindoli. Al Comune ancora non è stato inviato il certificato antimafia emesso dalla prefettura. Formula Ambiente ha tentato la scalata anche all’Aciam. Il consorzio è entrato in azione quando la Iren ambiente holding, società per azioni di Reggio Emilia, ha messo in vendita il 29,10% (si tratta di 670mila euro) delle quote private all’interno dell’Aciam. Il presidente Maurizio Franchini ha scritto una lettera alla Segen, presieduta da Fernando Capone, che deteneva solo lo 0,01% delle quote private. Illustrando l’operazione dava disponibilità all’acquisto delle quote e «a fronte del conferimento in denaro necessario a finanziare l’acquisizione delle quote, il Consorzio Formula Ambiente avrebbe interesse ad indicare, nelle forme di legge, la persona dell’amministratore delegato di Aciam; per converso, la Segen si dovrebbe obbligare a cedere al Consorzio, a titolo gratuito, una parte del pacchetto azionario acquisito, pari al 22,10% del monte azionario». La Segen si è anche rivolta al tribunale dell’Aquila per far sequestrare le quote e bloccare il loro acquisto da parte dell’imprenditore locale Umberto Di Carlo, ma non è riuscita nel suo intento. La vicenda ha avuto un grande impatto nell’opinione pubblica marsicana.
Magda Tirabassi
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