La nuova città ecosostenibile
Ricostruzione dei condomìni, il Collettivo 99 lancia la sfida sul risparmio
L’AQUILA. Ricostruire la città in modo ecocompatibile non solo è fattibile ma si possono risparmiare tanti soldi. E’ la sfida lanciata, tramite un progetto inviato alle istituzioni, da Collettivo 99, Comitato 3,32 e Cna. Una proposta spuntata da un convegno tenuto all’Aquila.
Da studi presentati dai professionisti del Collettivo 99 risulta che ad esempio per un condominio di 560 mq, costruito negli anni ’60 e classificato E per i danni del sisma, una spesa di 120mila euro per la sua riqualificazione energetica (miglioramento dell’efficienza e produzione di energia da fonti alternative) porterebbe a un risparmio per lo Stato in termini di riduzione economica dell’incentivo concesso ed emissioni di Co2 di 15mila euro; e per le famiglie residenti nell’edificio risparmi di 13mila euro grazie alla riduzione della spesa per la riqualificazione energetica contestuale alla riparazione dei danni, economia sui consumi di gas ed elettricità.
Inoltre, come hanno spiegato i componenti di AzzeroCO2 (Associazione per lo sviluppo di energia da fonti rinnovabili), «il costo dell’intervento potrebbe essere ancora minore se si formassero gruppi di acquisto di decine di condomini, che potrebbero ottenere prezzi di mercato più bassi, visto l’alto quantitativo di pannelli fotovoltaici, di materiali isolanti che verrebbe richiesto». «Se questo miglioramento della prestazione energetica di un edificio» dicono i promotori dell’iniziativa «venisse favorito da sistemi di certificazione riconosciuti dal mercato, ciò implicherebbe una crescita del valore dell’immobile».
Nell’incontro, è stato approfondito l’impatto economico ed occupazionale che potrebbe avere lo sviluppo di una diffusa riqualificazione degli edifici all’Aquila: con l’aiuto della società «Energetica» di Roma sono state affrontate le possibili ricadute sugli studi di progettazione, imprese edili, artigianato, impiantisti, sui certificatori i quali sono pronti, grazie anche al supporto della Cna a riconvertirsi a questo crescente mercato, che costituisce uno degli assi portanti della «green economy» ovvero economia verde.
Ed infine ci sono alcune imprese produttrici di pannelli solari, di materiali isolanti che hanno manifestato interesse ad aderire ad un accordo di programma, dove a fronte di un impegno dello Stato a finanziare questa proposto si impegnerebbero ad aprire siti produttivi in zona con ricadute occupazionali, come è stato sottolineato in modo perentorio anche da una rappresentante della Fillea-Cgil.
I Comitati la Cna hanno una semplice idea: «definire una proposta organica, assieme agli altri attori interessati in cui siano definiti i principali elementi (edifici oggetto dell’intervento, costi, risparmi, benefici economici, sociali ed ambientali) e portarla all’attenzione delle istituzioni della ricostruzione. Il tutto per individuare risorse e avviare una storica rivoluzione nel processo di ristrutturazione che davvero farebbe dell’Aquila un modello mondiale».
Da studi presentati dai professionisti del Collettivo 99 risulta che ad esempio per un condominio di 560 mq, costruito negli anni ’60 e classificato E per i danni del sisma, una spesa di 120mila euro per la sua riqualificazione energetica (miglioramento dell’efficienza e produzione di energia da fonti alternative) porterebbe a un risparmio per lo Stato in termini di riduzione economica dell’incentivo concesso ed emissioni di Co2 di 15mila euro; e per le famiglie residenti nell’edificio risparmi di 13mila euro grazie alla riduzione della spesa per la riqualificazione energetica contestuale alla riparazione dei danni, economia sui consumi di gas ed elettricità.
Inoltre, come hanno spiegato i componenti di AzzeroCO2 (Associazione per lo sviluppo di energia da fonti rinnovabili), «il costo dell’intervento potrebbe essere ancora minore se si formassero gruppi di acquisto di decine di condomini, che potrebbero ottenere prezzi di mercato più bassi, visto l’alto quantitativo di pannelli fotovoltaici, di materiali isolanti che verrebbe richiesto». «Se questo miglioramento della prestazione energetica di un edificio» dicono i promotori dell’iniziativa «venisse favorito da sistemi di certificazione riconosciuti dal mercato, ciò implicherebbe una crescita del valore dell’immobile».
Nell’incontro, è stato approfondito l’impatto economico ed occupazionale che potrebbe avere lo sviluppo di una diffusa riqualificazione degli edifici all’Aquila: con l’aiuto della società «Energetica» di Roma sono state affrontate le possibili ricadute sugli studi di progettazione, imprese edili, artigianato, impiantisti, sui certificatori i quali sono pronti, grazie anche al supporto della Cna a riconvertirsi a questo crescente mercato, che costituisce uno degli assi portanti della «green economy» ovvero economia verde.
Ed infine ci sono alcune imprese produttrici di pannelli solari, di materiali isolanti che hanno manifestato interesse ad aderire ad un accordo di programma, dove a fronte di un impegno dello Stato a finanziare questa proposto si impegnerebbero ad aprire siti produttivi in zona con ricadute occupazionali, come è stato sottolineato in modo perentorio anche da una rappresentante della Fillea-Cgil.
I Comitati la Cna hanno una semplice idea: «definire una proposta organica, assieme agli altri attori interessati in cui siano definiti i principali elementi (edifici oggetto dell’intervento, costi, risparmi, benefici economici, sociali ed ambientali) e portarla all’attenzione delle istituzioni della ricostruzione. Il tutto per individuare risorse e avviare una storica rivoluzione nel processo di ristrutturazione che davvero farebbe dell’Aquila un modello mondiale».
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