La patata del Fucino ottiene il marchio Igp dall’Unione Europea

Pepe: risultato strategico per l’economia agricola marsicana Riconosciute le peculiarità delle coltivazioni nell’ex lago

CELANO. La patata del Fucino ottiene il marchio Igp (Indicazione geografica protetta). Dopo 3 anni di lavoro è arrivato il riconoscimento europeo che premia le peculiarità del prodotto. Oltre un milione e mezzo di quintali di patate ogni anno vengono raccolte nella piana dell’ex lago e distribuite in tutta Italia. Dal 2012, Mario Nucci, referente per il Ministero, e Battista Bianchi, agronomo, hanno lavorato intensamente per portare la patata del Fucino fino in Europa. «Abbiamo avuto il riconoscimento su tutte le varietà di patate», ha commentato Nucci, referente per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, «le patate del Fucino hanno delle caratteristiche particolari che le rendono uniche. Per questo è stato riconosciuto il marchio Igp. Sicuramente ci saranno delle ripercussioni sul mercato e i soci dell’Associazione marsicana produttori di patate potranno inoltre usufruire dei nuovi finanziamenti per il Psr. Ora è importante unirsi e fare squadra. I battitori liberi non andranno da nessuna parte». Soddisfatti anche il presidente dell’Associazione marsicana produttori patate, Rodolfo Di Pasquale, e il direttore, Sante Del Corvo, che ieri mattina hanno saputo della registrazione della Igp Patata del Fucino sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

«Si tratta di un importante riconoscimento», ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche agricole, Dino Pepe, «strategico per l’economia agricola fucense e più in generale per l’intero territorio regionale. L’Indicazione geografica protetta indica quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o un’altra caratteristica dipende dall’origine e la cui produzione, trasformazione e elaborazione, avviene in un’area geografica determinata, nel caso specifico il Fucino che con i suoi 13.500 ettari contribuisce a generare oltre il 30 per cento del Pil agricolo regionale».

Per Confagricoltura il riconoscimento Igp della patata del Fucino «è il coronamento di una stagione irripetibile. Ora occorre avviare un vasto programma per migliorare alcuni aspetti legati al marchio Igp: l’aggregazione dell’offerta, una campagna promozione su larga scala, la gestione intelligente del marchio, la riconoscibilità del prodotto. Contestualmente occorre affrontare e risolvere i problemi legati al miglioramento delle tecniche di produzione, delle strutture di conservazione, alle problematiche fitosanitarie, al reperimento dei tuberi-semi.Con l’uso accorto delle risorse previste dal nuovo Psr si potranno raggiungere questi obiettivi».

Eleonora Berardinetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA