COCULLO
La pioggia non ferma il rito dei serpari
Nonostante il maltempo folla per la tradizionale processione di San Domenico
COCULLO - Dopo il freddo, che ha già complicato la cattura dei serpenti, oggi è arrivata anche la pioggia, forte ed incessante, ma a Cocullo è stata comunque grande festa in onore di San Domenico. Un rito antichissimo che richiama da sempre un gran numero di fedeli e di turisti. Il serparo è la figura principale del rito, colui che raccoglie i serpenti, non velenosi, che adornano la statua del santo esposta in processione sulla piazza del borgo. La tradizione narra che il santo, cavandosi il dente e donandolo alla popolazione prima di andare via da Cocullo, fece scaturire una fede che andò a soppiantare il culto pagano della Dea Angizia, protettrice dai veleni, tra cui quello dei serpenti. A questa dea venivano offerte, all’inizio della primavera, delle serpi come atti propiziatori. La ricerca e cattura dei serpenti spetta appunto ai serpari, con le stesse tecniche tramandate dai loro antenati.
Il programma è iniziato alle 10.30 con il corteo in costume per l’offerta dei ciambellati; alle 11 la santa messa officiata dal vescovo di Sulmona-Valva, monsignor Michele Fusco, a cui è seguita la processione dei serpari con l’esposizione del santo coperto di serpi. Nel pomeriggio, alle 16.30, il conferimento del riconoscimento ai serpari e in serata, dalle 21.30, concerto bandistico lirico- sinfonico della premiata banda Regione Lazio, diretta dal maestro Carlo Morelli.