La prima beffa è per i metalmeccanici
La denuncia della Fiom-Cgil: «Detrazioni già riprese in molte fabbriche».
L’AQUILA. Un’amara sorpresa, per i lavoratori delle imprese aquilane e della provincia: nella busta paga di novembre, erogata in questi giorni, è riapparsa la detrazione dell’Irpef. Questo vuol dire stipendi più leggeri, all’incirca di 400 euro, per operai e impiegati. E in anticipo - rispetto alla data che si presupponeva fosse quella del 31 dicembre - che finora resta fissata per la sospensione dal pagamento dell’imposta nei Comuni del cratere e dell’intera provincia dell’Aquila. La denuncia arriva dai rappresentanti sindacali della Fiom-Cgil.
«Ci risulta che molte aziende aquilane, e in particolare quelle che sono iscritte a Confindustria e che operano sia nel settore metalmeccanico che in altri», sottolinea Alfredo Fegatelli, rappresentante della Fiom-Cgil, «hanno già ripreso a detrarre l’Irpef dalle buste paga dei lavoratori. Senza alcun preavviso e mentre si è ancora in attesa di una eventuale proroga del governo, per i comuni terremotati, della sospensione dei pagamenti di questa imposta».
«La situazione», riprende Fegatelli, «è destinata a diventare più grave il prossimo mese se non arriverà un provvedimento immediato da parte del governo, gennaio 2010 si dovrà anche cominciare a restituire gli importi finora sospesi. E per i lavoratori aquilani si tratterà di un vero salasso, visto che da quella data riprenderanno anche i pagamenti di mutui e bollette».
Secondo la Fiom, si profilano «mesi di povertà», soprattutto per i tanti lavoratori che sono attualmente in cassa integrazione e per coloro che ci andranno da gennaio.
«Senza più l’esenzione dall’Irpef, e dovendo restituire le rate pregresse», precisa Fegatelli, «i cassintegrati percepiranno intorno ai 600 euro al mese. Moltissime famiglie si troveranno ad affrontare la fortissima crisi economica e occupazionale che ha colpito il territorio aquilano. Il governo deve muoversi subito e le aziende devono chiarire come mai la detrazione dell’Irpef è già partita, senza alcun preavviso».
Stando alle stime ufficiali, gli aquilani dovrebbero rimborsare allo Stato all’incirca 600 milioni di euro, sia per l’Irpef, che per contributi pensionistici e previdenziali non versati.
Sono due gli emendamenti alla Finanziaria presentati per la proroga dell’esenzione dal pagamento delle tasse in Abruzzo, secondo il modello adottato in Marche e Umbria: uno firmato dalla maggioranza e uno dall’opposizione. Due le priorità: il prolungamento della sospensione delle tasse per altri sei mesi (in Umbria furono 18) e la modifica della legge che impone la restituzione in 24 rate, e a partire da gennaio, di tali tasse. I due emendamenti prevedono entrambi lo slittamento dei tempi per la restituzione, in 120 rate e solo per il 40% del dovuto.
PAGAMENTI IN RITARDO. Centinaia di lavoratori e lavoratrici sono finiti in cassa integrazione dopo il terremoto dello scorso 6 aprile. Il ricorso a questa possibilità ha consentito a molte aziende di far fronte alla terribile situazione occupazionale post-sisma. «I pagamenti dovuti sono però gravemente arretrati», evidenzia Stefano Frezza di Sinistra critica, «in molti casi infatti sono stati corrisposte solo le mensilità di aprile e maggio. È necessario ed urgente che l’Inps proceda a una rapida erogazione degli arretrati».
«Ci risulta che molte aziende aquilane, e in particolare quelle che sono iscritte a Confindustria e che operano sia nel settore metalmeccanico che in altri», sottolinea Alfredo Fegatelli, rappresentante della Fiom-Cgil, «hanno già ripreso a detrarre l’Irpef dalle buste paga dei lavoratori. Senza alcun preavviso e mentre si è ancora in attesa di una eventuale proroga del governo, per i comuni terremotati, della sospensione dei pagamenti di questa imposta».
«La situazione», riprende Fegatelli, «è destinata a diventare più grave il prossimo mese se non arriverà un provvedimento immediato da parte del governo, gennaio 2010 si dovrà anche cominciare a restituire gli importi finora sospesi. E per i lavoratori aquilani si tratterà di un vero salasso, visto che da quella data riprenderanno anche i pagamenti di mutui e bollette».
Secondo la Fiom, si profilano «mesi di povertà», soprattutto per i tanti lavoratori che sono attualmente in cassa integrazione e per coloro che ci andranno da gennaio.
«Senza più l’esenzione dall’Irpef, e dovendo restituire le rate pregresse», precisa Fegatelli, «i cassintegrati percepiranno intorno ai 600 euro al mese. Moltissime famiglie si troveranno ad affrontare la fortissima crisi economica e occupazionale che ha colpito il territorio aquilano. Il governo deve muoversi subito e le aziende devono chiarire come mai la detrazione dell’Irpef è già partita, senza alcun preavviso».
Stando alle stime ufficiali, gli aquilani dovrebbero rimborsare allo Stato all’incirca 600 milioni di euro, sia per l’Irpef, che per contributi pensionistici e previdenziali non versati.
Sono due gli emendamenti alla Finanziaria presentati per la proroga dell’esenzione dal pagamento delle tasse in Abruzzo, secondo il modello adottato in Marche e Umbria: uno firmato dalla maggioranza e uno dall’opposizione. Due le priorità: il prolungamento della sospensione delle tasse per altri sei mesi (in Umbria furono 18) e la modifica della legge che impone la restituzione in 24 rate, e a partire da gennaio, di tali tasse. I due emendamenti prevedono entrambi lo slittamento dei tempi per la restituzione, in 120 rate e solo per il 40% del dovuto.
PAGAMENTI IN RITARDO. Centinaia di lavoratori e lavoratrici sono finiti in cassa integrazione dopo il terremoto dello scorso 6 aprile. Il ricorso a questa possibilità ha consentito a molte aziende di far fronte alla terribile situazione occupazionale post-sisma. «I pagamenti dovuti sono però gravemente arretrati», evidenzia Stefano Frezza di Sinistra critica, «in molti casi infatti sono stati corrisposte solo le mensilità di aprile e maggio. È necessario ed urgente che l’Inps proceda a una rapida erogazione degli arretrati».