La procura sequestra dieci negozi a Pile
Apposti i sigilli all'edificio che li ospita in via Nurzia, scoppia la protesta dei commercianti (foto): già pronto un ricorso al tribunale del riesame. I negozianti: "Ma perché ci hanno fatto aprire?"
L'AQUILA. È stato eseguito l'annunciato sequestro di un nuovo complesso a destinazione commerciale che si trova in via Ulisse Nurzia a Pile. L'operazione è stata fatta ieri e poggia su presunti abusi di natura edilizia che sarebbero stati riscontrati. Furiosi i commercianti. Infatti in quel palazzo, edificato di recente, ci sono una decina di attività imprenditoriali e studi professionali che avevano aperto da poco mentre altre attività erano sul punto di farlo. Del resto nei prossimi giorni ci sarebbe dovuta essere una cerimonia di inaugurazione di una nuova impresa commerciale lì ubicata.
«Non è possibile», dicono i commercianti, «che ci abbiano permesso di aprire le nostre attività per poi dirci che lì non ci potevamo stare. Da questa città la gente se ne deve andare in quanto non merita nulla». L'indagine è stata fatta dalla polizia provinciale che ha una sede a pochi metri dallo stabile sequestrato. «La cosa che ci sorprende ancora di più», dicono ancora i commercianti, «è che i piani alti del palazzo dovevano ospitare alcuni uffici della Provincia che non sono mai stati sistemati forse perchè si sapeva che esisteva un'indagine. Ma allora perchè non lo hanno detto pure a noi in maniera da poterci ricollocare altrove e non investire qui?».
Ora, contro la discussa decisione della procura ci sarà un ricorso al tribunale del riesame per ottenere il dissequestro. I legali che seguono questa vicenda sono Rita Bucchiarone, Guido Fioravanti e Stefano Rossi. «Comunque», aggiungono i commercianti, «potevano almeno darci la custodia del bene cosa che ci avrebbe permesso di continuare a lavorare».
Tutta la zona di via Ulisse Nurzia, dopo il sisma, è diventata un polo di attività a vasto raggio. In quella zona si sono insediati studi professionali, laboratori artigianali, negozi di vario genere, un consorzio agrario, e da quelle parti si trova anche la sede dell'Aquila calcio. Alcuni tra i residenti e commercianti, sia pure senza voler far polemiche, hanno anche sostenuto che se quell'edificio è fuori norma potrebbe esserlo, allo stesso modo, anche la stessa sede della Provincia, quindi della polizia provinciale, data la vicinanza tra i due palazzi.
«Non è possibile», dicono i commercianti, «che ci abbiano permesso di aprire le nostre attività per poi dirci che lì non ci potevamo stare. Da questa città la gente se ne deve andare in quanto non merita nulla». L'indagine è stata fatta dalla polizia provinciale che ha una sede a pochi metri dallo stabile sequestrato. «La cosa che ci sorprende ancora di più», dicono ancora i commercianti, «è che i piani alti del palazzo dovevano ospitare alcuni uffici della Provincia che non sono mai stati sistemati forse perchè si sapeva che esisteva un'indagine. Ma allora perchè non lo hanno detto pure a noi in maniera da poterci ricollocare altrove e non investire qui?».
Ora, contro la discussa decisione della procura ci sarà un ricorso al tribunale del riesame per ottenere il dissequestro. I legali che seguono questa vicenda sono Rita Bucchiarone, Guido Fioravanti e Stefano Rossi. «Comunque», aggiungono i commercianti, «potevano almeno darci la custodia del bene cosa che ci avrebbe permesso di continuare a lavorare».
Tutta la zona di via Ulisse Nurzia, dopo il sisma, è diventata un polo di attività a vasto raggio. In quella zona si sono insediati studi professionali, laboratori artigianali, negozi di vario genere, un consorzio agrario, e da quelle parti si trova anche la sede dell'Aquila calcio. Alcuni tra i residenti e commercianti, sia pure senza voler far polemiche, hanno anche sostenuto che se quell'edificio è fuori norma potrebbe esserlo, allo stesso modo, anche la stessa sede della Provincia, quindi della polizia provinciale, data la vicinanza tra i due palazzi.
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