La rapina nella gioielleria Ranieri: «Criminali esperti venuti da fuori»
Si batte la pista del mercato nero degli orologi Rolex, i ricettatori potrebbero non essere dell’Aquilano Dalla videosorveglianza gli inquirenti cercano tracce di sopralluoghi effettuati nei giorni precedenti
L’AQUILA. Ricettatori arrivati da fuori provincia. Si batte la pista del mercato nero per cercare di dare un volto e un nome ai banditi che il 27 gennaio scorso hanno messo a segno il colpo alla gioielleria Ranieri di corso Vittorio Emanuele, all’Aquila, portando via diversi orologi Rolex. Sulle indagini, che proseguono serrate, vige il massimo riserbo investigativo.
I prestigiosi orologi che escono dalla casa madre con un numero di matricola univoco per ogni singolo modello e una volta rubati non possono che essere piazzati sul mercato nero, sia in Italia che all’estero. In caso di furto, infatti, quel numero finisce in un database consultabile in tutto il mondo. Se uno di questi orologi dovesse riapparire, anche fra molti anni, chi lo possiede rischia una denuncia per ricettazione. L’attività investigativa, coordinata dalla procura dell’Aquila, è svolta dalla Squadra mobile. Gli inquirenti, che hanno ascoltato diversi testimoni, stanno cercando di ricostruire i fatti e la dinamica della rapina attraverso la minuziosa analisi delle numerose telecamere della zona. Si passano al setaccio anche le immagini dei giorni precedenti. Il sospetto, infatti, è che i professionisti possano aver studiato “la preda” facendo sopralluoghi giorni prima.
La dinamica del colpo suggerisce che non si tratta di dilettanti, ma di esperti del crimine. Sono riusciti a entrare approfittando della porta aperta per far passare due ragazze conosciute dal personale del locale. Dimostrando sicurezza e conoscenza dei meccanismi, uno dei due si è avvicinato al commesso e gli ha intimato con la pistola di consegnare il badge che comanda l’apertura delle vetrine con gli orologi di maggior valore. Dopo aver fatto inginocchiare commesso e clienti, hanno arraffato alcuni orologi e sono fuggiti a piedi. Hanno raggiunto piazza Nove Martiri dove probabilmente li aspettava un complice a bordo dell’auto della fuga. Sono stati alcuni passanti a lanciare l’allarme con le auto della polizia arrivate di gran carriera, sgommando e bloccando i portici. Scene insolite per la città.
La rapina armata alla gioielleria ha fruttato un bottino di circa 100mila euro, composto esclusivamente di orologi di valore. Dalla fine degli anni Sessanta, infatti, la gioielleria Ranieri di corso Vittorio Emanuele vanta di essere rivenditore autorizzato Rolex, il primo d’Abruzzo e uno dei primi del Centro Italia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I prestigiosi orologi che escono dalla casa madre con un numero di matricola univoco per ogni singolo modello e una volta rubati non possono che essere piazzati sul mercato nero, sia in Italia che all’estero. In caso di furto, infatti, quel numero finisce in un database consultabile in tutto il mondo. Se uno di questi orologi dovesse riapparire, anche fra molti anni, chi lo possiede rischia una denuncia per ricettazione. L’attività investigativa, coordinata dalla procura dell’Aquila, è svolta dalla Squadra mobile. Gli inquirenti, che hanno ascoltato diversi testimoni, stanno cercando di ricostruire i fatti e la dinamica della rapina attraverso la minuziosa analisi delle numerose telecamere della zona. Si passano al setaccio anche le immagini dei giorni precedenti. Il sospetto, infatti, è che i professionisti possano aver studiato “la preda” facendo sopralluoghi giorni prima.
La dinamica del colpo suggerisce che non si tratta di dilettanti, ma di esperti del crimine. Sono riusciti a entrare approfittando della porta aperta per far passare due ragazze conosciute dal personale del locale. Dimostrando sicurezza e conoscenza dei meccanismi, uno dei due si è avvicinato al commesso e gli ha intimato con la pistola di consegnare il badge che comanda l’apertura delle vetrine con gli orologi di maggior valore. Dopo aver fatto inginocchiare commesso e clienti, hanno arraffato alcuni orologi e sono fuggiti a piedi. Hanno raggiunto piazza Nove Martiri dove probabilmente li aspettava un complice a bordo dell’auto della fuga. Sono stati alcuni passanti a lanciare l’allarme con le auto della polizia arrivate di gran carriera, sgommando e bloccando i portici. Scene insolite per la città.
La rapina armata alla gioielleria ha fruttato un bottino di circa 100mila euro, composto esclusivamente di orologi di valore. Dalla fine degli anni Sessanta, infatti, la gioielleria Ranieri di corso Vittorio Emanuele vanta di essere rivenditore autorizzato Rolex, il primo d’Abruzzo e uno dei primi del Centro Italia.
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