La senatrice Pezzopane: «Totalmente estranea»
Questa la replica a Capogna: «Io indagata? Non ne so niente»
L’AQUILA. «Pronto, senatrice?». La telefonata del Centro la raggiunge a Palazzo Madama, mentre l’assemblea ha ripreso l’esame del disegno di legge sulla tortura. Le sarà sembrata tale l’esser finita sui giornali per un verbale in cui un imprenditore ciociaro, Angelo Capogna, amministratore della Saridue srl (società che nella Marsica ha gestito la pubblica illuminazione in sette Comuni al centro di un’inchiesta) l’accusa di aver preso soldi sottobanco, in due tranche da 5mila euro l’una, durante la campagna per le Provinciali 2010 (perse a vantaggio del celanese Antonio Del Corvo). Capogna aggiunge di aver ricevuto la promessa di lavorare all’Aquila, ma poi di non aver avvitato neppure una lampadina. La senatrice smentisce a tutto campo, e accetta di rispondere alle domande del Centro.
Cosa sa di questa storia?
«Una vicenda inquietante. Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Non ho nessuna notizia ufficiale di questa vicenda. Tutto appreso dai giornali. Gira un verbale i cui contenuti ho appreso dalla stampa».
Conosce Gianfranco Tedeschi che l’avrebbe messa in contatto col grande accusatore?
«Tedeschi è un sindaco noto. Nel 2010 mi sembra impossibile che possa aver supportato la mia campagna, perché non eravamo molto in sintonia».
In che senso?
«Non si candidò per me, a Cerchio presi pochissimi voti».
Quindi Tedeschi era contro di lei? Era un suo nemico?
«Con lui non c’era un rapporto di sinergia né di grande collaborazione. Io feci appello a tutti i sindaci e chiesi a tutti di candidarsi, perché era una campagna difficile. In molti accettarono, come Berardinetti e Lolli. Tedeschi no. Io la presi male, per lui e per altri che non si impegnarono come avrei voluto».
E che accadde?
«Il risultato a Cerchio fu bruttissimo e balzò agli occhi di tutti. Ho sempre avuto un rapporto costante e corretto con tutti i sindaci, in particolare con un sindaco Pd, ma lui non si attivò».
Capogna dice di averla incontrata due volte e di averle consegnato denaro. Cosa risponde?
«Smentisco tutto. Apprendo dalla stampa di questo signore col quale non ricordo di aver mai trattato, il che non significa che io non possa averlo incontrato in campagna elettorale, per di più post-terremoto, tra le migliaia di persone e di imprese. Ma non mi ricordo questa circostanza: sono passati 7 anni. Quel che dice lo dovrà dimostrare».
Eppure lui dice di averla incontrata in presenza di testimoni....
«Chiama a testimoniare i parenti? Ripeto: sono totalmente estranea ai contenuti di queste dichiarazioni».
Perché Capogna l’accusa?
«Non comprendo perché questa persona mi abbia chiamato in causa. Non so quali siano le finalità, quale il ritorno personale o politico. So solo che siamo in campagna elettorale. Questo lo so per certo, ad Avezzano e all’Aquila. E che tutta questa vicenda è inquietante, anche per la modalità con cui è venuta allo scoperto. Hanno i verbali, che dovrebbero essere nelle mani delle autorità preposte».
Come gestì i contributi elettorali?
«Tramite mandatario, secondo la legge. Ho sempre registrato tutte le donazioni, senza nessuna esclusione, da chiunque le avessi ricevute. Anche quelle da 200 euro. Le carte sono state depositate in Provincia come prevede la legge, non ho nulla a casa, dopo 7 anni...e poi non ho mai gestito personalmente queste cose ma sempre tramite mandatario. Se lui ha ritenuto di dire che ha dato questi fondi senza registrazione, avrebbe compiuto un reato. Voglio che ogni aspetto venga chiarito. A 25 anni ho fatto la mia prima campagna elettorale, ho sempre registrato tutto con assoluta trasparenza».
Denuncerà Capogna?
«Due anni fa pare che questo tipo abbia fatto queste dichiarazioni. In due anni non ho avuto alcuna contezza che ci fosse una persona che avesse dichiarato cose risalenti a 7 anni fa. Tirare fuori un verbale da un fascicolo e darlo alla stampa vuol dire fare uno sfregio a quella che, da vie traverse, pare un’indagine. E poi c’è dell’altro».
Cosa?
«Questa persona da anni denuncia altre persone e non so se è stato dimostrato qualcosa di quello che ha detto».
Cosa farà domani?
«Mi tutelo. Devo capire se sono davvero indagata perché cerco un atto che lo testimoni. Poi devo avere le carte ufficiali in cui questa persona dice certe cose».
Si sente amareggiata?
«Ho fatto decine di campagne elettorali. Ora esce fuori uno che da 2 anni denuncia mezzo Abruzzo e mi mette dentro una vicenda di 7 anni fa. In questa storia non mi convince nulla: il fatto, la circostanza, la tempistica. Come sono uscite queste carte? Una settimana dopo le intercettazioni di Cialente».
La notizia è anche sui giornali sportivi.
«Sono un personaggio nazionale. Ho avuto tanta solidarietà, dal Senato, dal partito, dalla segreteria regionale, tanti assessori, Pietrucci, Lolli, Cialente (il sindaco ha scritto su Facebook: «Un abbraccio. Denuncialo», ndr). E gli amici. La gente è con me».
Un complotto? O un abbaglio?
«Se costui riteneva di aver fatto cose contro la legge, le racconta dopo tutti questi anni? E perché? Qual è il fine? Cosa c’è dietro? Non riesco a capire, ma siccome abbiamo una magistratura seria e preparata attendo con fiducia».
Il caso danneggia la campagna del centrosinistra?
«La campagna elettorale no, le persone sì. Ma tutti si renderanno presto conto della strumentalità di una storia di 7 anni fa, di un verbale di due anni fa e che esce oggi. Bisognava aspettare la campagna elettorale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Cosa sa di questa storia?
«Una vicenda inquietante. Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Non ho nessuna notizia ufficiale di questa vicenda. Tutto appreso dai giornali. Gira un verbale i cui contenuti ho appreso dalla stampa».
Conosce Gianfranco Tedeschi che l’avrebbe messa in contatto col grande accusatore?
«Tedeschi è un sindaco noto. Nel 2010 mi sembra impossibile che possa aver supportato la mia campagna, perché non eravamo molto in sintonia».
In che senso?
«Non si candidò per me, a Cerchio presi pochissimi voti».
Quindi Tedeschi era contro di lei? Era un suo nemico?
«Con lui non c’era un rapporto di sinergia né di grande collaborazione. Io feci appello a tutti i sindaci e chiesi a tutti di candidarsi, perché era una campagna difficile. In molti accettarono, come Berardinetti e Lolli. Tedeschi no. Io la presi male, per lui e per altri che non si impegnarono come avrei voluto».
E che accadde?
«Il risultato a Cerchio fu bruttissimo e balzò agli occhi di tutti. Ho sempre avuto un rapporto costante e corretto con tutti i sindaci, in particolare con un sindaco Pd, ma lui non si attivò».
Capogna dice di averla incontrata due volte e di averle consegnato denaro. Cosa risponde?
«Smentisco tutto. Apprendo dalla stampa di questo signore col quale non ricordo di aver mai trattato, il che non significa che io non possa averlo incontrato in campagna elettorale, per di più post-terremoto, tra le migliaia di persone e di imprese. Ma non mi ricordo questa circostanza: sono passati 7 anni. Quel che dice lo dovrà dimostrare».
Eppure lui dice di averla incontrata in presenza di testimoni....
«Chiama a testimoniare i parenti? Ripeto: sono totalmente estranea ai contenuti di queste dichiarazioni».
Perché Capogna l’accusa?
«Non comprendo perché questa persona mi abbia chiamato in causa. Non so quali siano le finalità, quale il ritorno personale o politico. So solo che siamo in campagna elettorale. Questo lo so per certo, ad Avezzano e all’Aquila. E che tutta questa vicenda è inquietante, anche per la modalità con cui è venuta allo scoperto. Hanno i verbali, che dovrebbero essere nelle mani delle autorità preposte».
Come gestì i contributi elettorali?
«Tramite mandatario, secondo la legge. Ho sempre registrato tutte le donazioni, senza nessuna esclusione, da chiunque le avessi ricevute. Anche quelle da 200 euro. Le carte sono state depositate in Provincia come prevede la legge, non ho nulla a casa, dopo 7 anni...e poi non ho mai gestito personalmente queste cose ma sempre tramite mandatario. Se lui ha ritenuto di dire che ha dato questi fondi senza registrazione, avrebbe compiuto un reato. Voglio che ogni aspetto venga chiarito. A 25 anni ho fatto la mia prima campagna elettorale, ho sempre registrato tutto con assoluta trasparenza».
Denuncerà Capogna?
«Due anni fa pare che questo tipo abbia fatto queste dichiarazioni. In due anni non ho avuto alcuna contezza che ci fosse una persona che avesse dichiarato cose risalenti a 7 anni fa. Tirare fuori un verbale da un fascicolo e darlo alla stampa vuol dire fare uno sfregio a quella che, da vie traverse, pare un’indagine. E poi c’è dell’altro».
Cosa?
«Questa persona da anni denuncia altre persone e non so se è stato dimostrato qualcosa di quello che ha detto».
Cosa farà domani?
«Mi tutelo. Devo capire se sono davvero indagata perché cerco un atto che lo testimoni. Poi devo avere le carte ufficiali in cui questa persona dice certe cose».
Si sente amareggiata?
«Ho fatto decine di campagne elettorali. Ora esce fuori uno che da 2 anni denuncia mezzo Abruzzo e mi mette dentro una vicenda di 7 anni fa. In questa storia non mi convince nulla: il fatto, la circostanza, la tempistica. Come sono uscite queste carte? Una settimana dopo le intercettazioni di Cialente».
La notizia è anche sui giornali sportivi.
«Sono un personaggio nazionale. Ho avuto tanta solidarietà, dal Senato, dal partito, dalla segreteria regionale, tanti assessori, Pietrucci, Lolli, Cialente (il sindaco ha scritto su Facebook: «Un abbraccio. Denuncialo», ndr). E gli amici. La gente è con me».
Un complotto? O un abbaglio?
«Se costui riteneva di aver fatto cose contro la legge, le racconta dopo tutti questi anni? E perché? Qual è il fine? Cosa c’è dietro? Non riesco a capire, ma siccome abbiamo una magistratura seria e preparata attendo con fiducia».
Il caso danneggia la campagna del centrosinistra?
«La campagna elettorale no, le persone sì. Ma tutti si renderanno presto conto della strumentalità di una storia di 7 anni fa, di un verbale di due anni fa e che esce oggi. Bisognava aspettare la campagna elettorale».
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